Battisti: andate a prenderlo!

Michele Ingenito

Fosse stato un americano o un israeliano condannato come in Italia e liberato dai brasiliani, non c’è dubbio che un commando sarebbe già all’erta per una mission per noi impossible. Eppure, ascoltati i resoconti di mezzo mondo esplosi ieri alla lettura della sentenza con la quale la Corte Suprema brasiliana lasciava libero di circolare un assassino, non c’è altro commento da fare. Uno che ha ammazzato due uomini, uno dei quali a  tradimento con cinque colpi di pistola alle spalle come si addice ai vigliacchi, non per legittima difesa, ma per uno dei reati più odiosi in assoluto – il terrorismo -, che fugge tranquillamente dalle carceri italiane, che girovaga tra Parigi e il resto del mondo (nella fattispecie il Brasile), che, dietro un costante sorriso da ebete che vorrebbe essere di tracotanza nasconde solo una faccia da schiaffi, che in barba a tutto se ne va tranquillamente inseguito come un divo, più che ripugnanza (anche quella sia chiaro) suscita rabbia e indignazione. E tanta voglia di andarlo a prendere senza tanti complimenti, visto il fallimento di tesi giuridiche e diplomatici interventi alla Frattini. La vicenda internazionale, che accompagna negli ultimi trenta anni e più la vita spericolata di questo assassino in libera circolazione autorizzata, merita un approfondimento non emotivo. A cominciare proprio dalle circostanze che ne hanno consentito la fuga dalle carceri italiane. Carceri e carcerieri che, quando vogliono, rendono insopportabile e spesso ingiustamente disumano lo sconto della pena dei più. Mentre, in casi come quello di uno dei più pericolosi terroristi politici che l’Italia abbia mai avuto, sbarre e mura carcerarie si piegano come burro, sbriciolandosi al passaggio di questo neo ‘eroe’ dei due mondi.  Il ‘percorso’ in libera uscita dell’assurdo personaggio della criminalità italiana induce a forti perplessità. Lascia la cella, se ne va a Parigi ‘coccolato’ da un incomprensibile socialista come Mitterand, fugge dalla capitale francese al primo vento di destra di Chirac (ma protetto, si dice, dai servizi segreti di quel paese alleato, amara ironia!) direzione Rio de Janeiro, entra nelle grazie del ‘pensiero’ (si fa per dire) politico del sindacalista e poi presidente della nazione Lula, il quale respinge a fine mandato ogni richiesta italiana di estradizione. Viene da chiedersi in quale considerazione viene tenuto il diritto del nostro paese da una nazione che, sotto questo aspetto, resta e resterà a lungo emergente. Certamente i giudici supremi del Brasile non hanno tenuto in alcun conto le motivazioni giuridiche dell’Italia. E’ una cosa che dispiace. Dispiace perché sono oggettive, circostanziate e indiscutibili le ragioni della estradizione di un condannato in via definitiva dal nostro sistema giudiziario. Dietro quel sorriso da finto ebete si nasconde(va) evidentemente una sicurezza intima; quella che non sarebbe mai stato estradato per scontare la condanna. E’ una cosa che fa pensare, che accresce dubbi e misteri, che scoraggia ogni logica motivazione in ordine alla clemenza giudiziaria brasiliana. Ecco perché, quando anche un minimo di ratio non interviene nel tentativo di comprendere l’accaduto, l’unica risposta sarebbe quella di risolvere il problema da soli. Ma l’Italia non è l’America, né, tanto meno, Israele. Si continuerà con le carte, allora, sperando che, prima o poi, lo stupore di Napolitano, dei figli delle vittime e di tutti gli italiani possa evaporare favorevolmente alla notizia che il pregiudicato Cesare Battisti espii la condanna definitiva emessa dai tra gradi di giudizio di altrettanti tribunali della nostra repubblica.

 

2 pensieri su “Battisti: andate a prenderlo!

  1. Il Mossad ci ha insegnato, in Argentina, che anche un Adolf Eichmann può essere facilmente scovat, preso, portato in patria e processato. Peccato che in Italia non abbiamo efficienti istituzioni in grado di avere gli attributi di fare altrettanto.
    Giangastone

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