Salernitana, che B…ella soddisfazione!

                      Maurizio Grillo

L’impresa è servita. La Salernitana espugna il Moccagatta e si qualifica alla finalissima play off da disputarsi contro il Verona, vincitore contro il Sorrento al termine dell’altra semifinale. I granata rompono il tabù contro l’Alessandria, fino a prima della gara bestia nera dei granata contro i quali non avevano mai perso durante la stagione, e sfoderano una prestazione a dir poco maiuscola. La cronaca – Scortata da oltre 1000 tifosi, la Salernitana inizia contratta la partita e già al 1′ Caglioni è costretto al grande intervento su colpo di testa di Cammaroto. Due minuti dopo Scappini manca l’aggancio ben appostato al centro dell’area di rigore. Pippa scuote i suoi calciando dal limite, ma la mira del laterale granata è imprecisa. Dopo la Breda band inizia a prendere campo ed a farsi vedere con maggiore insistenza nella metà campo dei grigi. Prima Fava reclama per una presunta opposizione con il braccio di un difensore piemontese ad una sua conclusione, poi Montervino scalda le mani a Sevili con una bordata da fuori area e sul susseguente angolo Carcuro salta più in alto di tutti ma si vede bloccare la conclusione a rete. L’Alessandria, come all’andata, ha in Martini il principe della manovra offensiva, l’unico in grado di mettere in ambasce la retroguardia granata. Il talentuoso numero 10 locale si infila tra le linee di centrocampo e difesa granata e lascia partire un tiro dal limite su cui Caglioni è prodigioso nel deviare lateralmente. Poi la partita vive una leggera fase di stanca prima di ravvivarsi nel finale di tempo. Al 37′ clamorosa traversa dell’Alessandria: con un azione simile nella costruzione a quella che ha portato al gol all’Arechi, Martini si fa beffe di Altobello e, ben assistito da Scappini, centra il montante a Caglioni battuto. La Salernitana risponde con Fabinho che, partendo da destra, converge al centro e calcia in porta costringendo Servili alla respinta di pugni. Il primo tempo si chiude a reti bianche. Secondo tempo – L’inizio ripresa è di marca granata. Al 7′ Ragusa preferisce una torre di testa quando, tutto solo in area, avrebbe benissimo potuto calciare verso la porta. Un minuto più tardi Fabinho si fionda su un pallone vagante in area e calcia di punta con la palla che sibila al lato del palo alla destra del portiere alessandrino. Ancora Fabinho protagonista quando al 10′ si beve mezza difesa piemontese e calcia dal limite esaltando ancora una volta i riflessi del bravo Servili. La Salernitana costruisce palle gol in serie, ma non riesce a capitalizzare: ha del clamoroso l’occasione sciupata ancora da Fabinho al 12′ quando l’attaccante brasiliano calcia alto a tu per tu con Servili. Iniziano le sostituzioni: in casa granata entra Carrus per Carcuro e tra i grigi Bondi subentra a Negrini. Il gol dell’Alessandria – Al 16′ un pasticcio di Jefferson origina il gol del vantaggio piemontese: il centrale granata perde colpevolmente palla sulla tre quarti a beneficio di Croce che serve Martini sulla sinistra e l’attaccante punisce Caglioni come all’andata con un mortifero diagonale sinistro. Breda non perde tempo e subito dopo il gol subito manda in campo Aurelio al posto di D’Alterio ed il neo entrato si mette subito in evidenza centrando la parte alta della traversa dopo essersi liberato bene del proprio diretto controllore. Il rigore – Al 20′ l’episodio che muta i binari dell’incontro: Cammaroto stende Fabinho, per Viti è rigore, ma il fallo era avvenuto almeno un metro prima della linea bianca dell’area di rigore. Nessun provvedimento disciplinare ai danni di Cammaroto e Carrus trasforma con calma serafica il tiro dagli undici metri mandando pallone da una parte e portiere dall’altra. Da lì in poi è forcing Salernitana che dopo l’ingresso di Carrus sembra aver ritrovato vigore e geometrie in campo. Aurelio calcia fuori da buona posizione ed al 27′ Romeo ferma Fabinho lanciato a rete con una gomitata. Rosso diretto ai danni del difensore ed Alessandria in 10. Il gol del vantaggio granata – Sul calcio di punzione assegnato da Viti nasce l’1-2: Pippa tocca palla per Carrus che elude la marcatura di Bondi e lascia partire un preciso fendente dal vertice sinistro dell’area di rigore che batte Servili imparabilmente. E’ apoteosi granata, grandissime celebrazioni per la doppietta del mediano sardo, vero uomo della provvidenza per i granata. Dopo il gol di Carrus Artico, appena entrato al posto di Martini, mette i brividi ai tifosi granata, ma Caglioni fa buona guardia sul tiro del centravanti. Sul capovolgimento dell’azione Ragusa, un po’ in ombra quest’oggi, spreca il contropiede mancando il passaggio finale per Fabinho. Al 36′ Scappini spara alto un cross proveniente dalla destra ed un minuto più tardi Ragusa, ben servito da Fabinho, si fa respingere da Servili il tiro del possibile 1-3. L’ultimo gemito di un Alessandria sulle gambe è un tiro sbilenco di Croce al 41′: il finale di gara è solo dei granata. L’apoteosi granata – Prima Servili si supera ancora una volta su Fava, poi Szatmari subentra a Ragusa e Fabinho poco dopo fa 1-3 bevendosi in dribbling Ghinassi e fulminando Servili con un tiro che sorprende il portiere avversario sotto le gambe. L’1-3 chiude definitivamente la pratica qualificazione, ma prima della fine del match c’è tempo anche per l’espulsione di Croce che lascia la propria squadra in nove uomini così come all’andata. Viti fischia la fine dell’incontro dopo cinque minuti di recupero ed i tifosi granata possono gioire per una vittoria che ha, a tutti gli effetti, i controni del miracolo sportivo. Onore alla squadra che ha saputo crederci sempre anche in svantaggio, riuscendo a cogliere un successo che li lancia verso la finalissima contro il Verona, nella quale la truppa di Breda avrà anche il vantaggio non di poco conto di poter giocare il ritorno in casa e di poter giocare anche per due pareggi sia al Bentegodi che all’Arechi (dopo i tempi supplementari). Metà del lavoro è stato fatto, serve l’ultimo sforzo per regalare all’intera città una Bellissima soddisfazione…