L’eredità

Angelo Cennamo

Dopo la sberla delle amministrative, Berlusconi ha convocato i maggiorenti del Pdl con lo scopo di ridare slancio all’azione di governo e di ricompattare il Pdl, messo a dura prova dalle numerose tensioni interne. La prima novità scaturita dalla riunione tenutasi a Palazzo Grazioli è l’investitura di Angelino Alfano, attuale guardasigilli, a segretario politico del partito, figura non ancora prevista dal regolamento statutario, ma che sarà nei prossimi giorni ufficializzata con un’apposita modifica. La scelta di Alfano non ci sorprende più di tanto, visto il forte legame esistente tra il premier ed il giovane ministro, già indicato dallo stesso Berlusconi come suo possibile erede. Al contrario, è servita a confermare una serie di indiscrezioni che vedevano il cavaliere preoccupato per le ambizioni secessionistiche di alcuni suoi parlamentari, delusi per la sconfitta alle urne, e, in alcuni casi, anche invidiosi per le promozioni di altri colleghi. Quali trasformazioni potrà apportare al partito la nuova nomina è difficile dirlo, a pochi giorni dalla debacle elettorale. Certamente la figura del segretario unico, in un partito, fino ad oggi , governato da un coordinamento imposto più da logiche spartitorie che da una reale esigenza amministrativa, lascia pensare che il cavaliere voglia prepararsi per una stagione nuova, con un ruolo più defilato ( chissà se sarà davvero così). Non si tratta di un vero e proprio passaggio di consegne, questo no, ma il tempo della successione non sembra più così lontano.Su come sia maturata l’investitura di Alfano non sono mancate delle perplessità : c’è chi avrebbe preferito che la scelta fosse pervenuta a seguito di un regolare congresso, chi ha giudicato del tutto inutile la nuova figura del segretario, dubitando che Alfano possa prendere delle decisioni strategiche in piena autonomia rispetto al vero leader. E chi, come l’editorialista del Corriere della sera, Galli Della Loggia, accusa il premier di essersi circondato di parlamentari frustrati ed obbedienti, incapaci di tenere testa al capo nei momenti più difficili. Non è la prima volta che Galli della Loggia contesta al Cavaliere le scelte sull’impostazione e la strutturazione del partito. Una volta, sempre sul Corriere, scrisse che tra il palco di piazza San Giovanni e la folla festante che lo ascoltava non c’era nulla. Non aveva tutti i torti. Ma è facile obiettare al noto opinionista che la forza di quel partito, una volta di Forza Italia ed oggi del Pdl, risiede probabilmente proprio nella sua “liquidità”, ovvero nella sua struttura agile e verticistica che lo ha reso diverso da tutti gli altri : una sorta di comitato elettorale permanente. E’ bene che questo se lo ricordino Alfano e chi verrà dopo di lui.      

 

4 pensieri su “L’eredità

  1. @Angelo:

    ma tu credi che dopo Berlusconi un Alfano-di-questi possa continuare il PDL? Con quale carisma? E con quali percentuali?

  2. Com’è, adesso vi piace la leadership carismatica? L’avete sempre contrastata. Anche sul dopo Berlusconi siete confusi, lo immaginavo.

    Angelo Cennamo

  3. così come un imperatore di altri tempi il nostro, piccolo, premier con tanto di spada ha nominato il suo “successore” che più che essere un angelo è un’angelino, scherzo questo dell’abitudine spagnolesca e meridionale di attaccare i nomi -“soprannomi”- alle persone, i quali oltre ad essere indovinati, nel senso che ti danno l’idea della personalità e del carattere, ti seguono per tutta la vita e ti fanno unico ed irripetibile.
    tutto questa confusione, conseguenza della scoppola amministrativa -ribadisco che a mio parere hanno perso tutti perché nessuno ha capito cosa è successo e molti si illudono di aver fatto cappotto-, e in particolare il comportamento del “vecchiosatirodalculoflaccido” ha fatto gridare alla ritirata e addirittura una successione nel pdl. purtroppo non è così perchè il piccoletto di arcore non è fesso ed ha una grandissima capacità, a molti sconosciuta, di essere, a secondo delle circostanze, incudine o martello. ora “ilcorruttorediminorenni” si è messo al riparo, si è nascosto per passare inosservato, non si farà vedere e nemmeno notare, come un crostaceo è in “muta” ha perso il vecchio rivestimento ma ancora non ne ha prodotto uno nuovo e solido e perciò è vulnerabile. se veramente i liberali, liberisti e libertari se ne volessero liberare ora è il momento, ma tutto questo non succederà perchè faranno passare la nottata, e come nella migliore tradizione gattopardesca e trasformistica italiana, ricostriuranno la corte dei miracoli dove di nuovo gli sarà tutto concesso e perdonato. e angelino? angelino nella migliore delle ipotesi farà la fine di casini e di fini, nella paggiore finirà insieme a previti, martino, taormina, metta e tutta quella robaccia li.

  4. @Angelo:

    sono stato frainteso: volevo dire che VOI avete necessità di un leader carismatico che possa sostituire il vostro idolo (che fino a poco tempo fa era il motivo principale dei voti che riceveva il PDL).

    Io, te l’ho già detto, mi accontento della Bindi (quella che il premier ogni tanto si diverte ad insultare in quanto “brutta”, da vero moderato quale lui è) o di Enrico Letta.

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