La Vera Storia della Privatizzazione dell’ Acqua, quello che i Politici non dicono

Alfonso Angrisani

Domenica 12  Giugno e Lunedi 13 Giugno il Popolo Italiano è chiamato alle urne  per esprimesi su quattro quesiti refendari  che sono:  a) referendum popolare n. 1 – Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione; b) referendum popolare n. 2 – Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma; c) referendum popolare n. 3 – Nuove centrali per la produzione di energia nucleare.  d) referendum popolare n. 4 – Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale  .   Attraverso questo articolo si vogliono approfondire  alcuni aspetti che sono stati disattesi dalla maggior parte dei media e snobbati  dalla classe politica campana , la nostra attenzione è rivolta principalmente alle conseguenze economico-sociali  che potranno scaturire  a seguito della privatizzazione dell’ Acqua Pubblica . Partiamo da un concetto basiliare l’ordinamento giuridico italiano  considera l’acqua un bene demaniale  ovvero di proprietà dello stato   , e  pertanto di proprietà del Popolo Italiano . Nella prima metà  del secolo XX  la gestione dell’acqua  veniva affidata  ad aziende municipalizzate senza scopo di lucro; soltanto nella seconda metà degli anni 90 molti servizi idirici venivano affidati  a Società per Azioni ovvero enti di diritto privato che hanno la finalità del raggiungimento degli utili.   E’ doveroso portare all’attenzione de lettore  che secondo gli esperti solo  il 3% dell’acqua esistente al mondo è potabile di cui  ben il 2,7% viene utilizzato dalla grande agricoltura industriale. Oggi giorno circa 1 miliardo e 400 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, negli ultimi anni le multinazionali dell’acqua  stanno facendo pressioni sui vari governati del mondo  e su organizzazioni economiche come s WTO,  affinché l’acqua venga inclusa tra i servizi, ovvero diventi un bene di mercato, si parla di un giro di affari vertiginoso secondo alcuni economisti superiore tre volte agli utili derivati dall’estrazione e commercializzazione del petrolio . Negli ultimi decenni del secolo, la Banca Mondiale ha finanziato progetti per infrastrutture idriche nel terzo mondo ponendo come condizione la privatizzazione della loro gestione. Questa gestione si è rivelata fallimentare dato che in questi paesi gran parte della popolazione non può pagare le tariffe previste e ha dato origine a numerose proteste. Un esempio di privatizzazione forzata è avvenuto in Bolivia dove nel 1999 la Banca Mondiale impose la privatizzazione della rete idrica alla città di Cochabamba  La conseguenza della privatizzazione è stata un aumento delle tariffe fino al 400%, con un’incidenza sul salario medio di un boliviano del 40%. Risulta priva di riscontro oggettivo  la notizia fatta circolare da alcuni politici Italiani i quali  vogliono far credere che una Privatizzazione dei servizi Idrici possa garantire l’efficienza dei servizi idrici  mediante una manutenzione di tutte le condutture idriche,  infatti  va segnalato lo stato delle condutture non determinerebbe una aumento degli utili,  anzi la domanda sarà sempre la stessa a prescindere dai servizi resi del gestore poiché l’acqua è un bene primario e secondo i canoni dell’economia politica la domanda diventerebbe anelastica . Un aumento delle tariffe potrebbe far lievitare i prezzi dei beni di prima necessità come Pane e Pasta, potrebbe indurre molte attività commerciali alla paralisi vedi i caseifici e parrucchieri e pubblici esercizi, e potrebbe incidere altamente sui costi di produzione basti pensare ad alcune attività industriali. Queste componenti faranno diminuire ulteriormente  il Pil nazionale. Tutto questo potrebbe diventare il risultato  per favorire un piccolo gruppo di persone magari sotto il beneplacito di qualche politico tutto a discapito delle famiglie, delle piccole imprese, dei lavoratori dei pensionati e degli studenti .!

 

                                                                                                          

4 pensieri su “La Vera Storia della Privatizzazione dell’ Acqua, quello che i Politici non dicono

  1. complienti caro Angrisani , noto quaslche errore e qualche ripetizione mi auguro che siano di battitura comunque il concetto è molto chiaro l’unica cosa non capisco perchè tra i tanti assenti non ha fatto i nomi di Vincenzo De Luca , Mariano Mucio , Giovanni Coscia Edmondo Cirielli e Stefano Caldoro ??? i quali non hanno mostrato molto interesse per questi referendum

  2. Roller puniràcon un tratto di matita copiativa chi vuole arrogarsi il lucroso affare di gestire l’acqua. Sarà un gusto unico il tratto sugli altri referendum tra cui il “legittimo” impedimento.

  3. Sono di destra ma mi sento di votare si per l’acqua pubblica e si per l’abrogazione del nucleare , ottima analisi , mi sorprede il silenzio di Edmondo Cirielli che in questi giorni vuole trasformarsi in un paladino dell’ecologia mettendosi contro deLuca perchè non dice che i cittadini della provincia potranno vivere seri disagi a seguito dell’adozione del nucleare e della privatizzazione dell’acqua .
    X non parlare di Giuseppe Zitarosa che non ha sprecato una parola
    e De Luca che veramente ha sprecato Oceani di acqua pubblica con le sue fontate dementi !!!!!!!!!!! facendo pagare i soldi a noi poveri contribuenti Salernitani

I commenti sono chiusi.