Nocera Inferiore: a rischio biblioteca “Vittorio Emanuele II”

Vogliono smantellare la Biblioteca dell’ex manicomio di Nocera Inferiore, che attualmente è nei locali della struttura centrale dell’ex convento olivetano, risalente alla fine del 1700, laddove era collocata la direzione del manicomio e la stessa biblioteca. Si vuole così arrecare un danno irreversibile alla cultura: la Biblioteca custodisce 22mila monografie e 500 raccolte di periodici dall’Ottocento alla seconda metà del Novecento (vi sono opera in lingua italiana, francese, inglese, tedesco, in cirillico, del nord e sud America, della Cina, del Sud Africa di interesse neuropsichiatrico, medico-legale, di medicina interna, di filosofia e di diritto). Questo enorme giacimento Culturale, che rappresenta un centro importante non solo per il Territorio e al quale si sono interessati studiosi di tutto il Mondo, si trova al centro di una querelle logistica che ne sta mettendo seriamente a rischio l’esistenza. L’appello è per difendere questo insostituibile patrimonio che, per motivazioni non supportate da alcun disegno realistico, adeguato e finalizzato, vogliono ricacciare in uno scantinato, ammucchiando i volumi senza alcuna possibilità di consultazione, di protezione, di cura. La Biblioteca dell’Ospedale psichiatrico “Vittorio Emanuele II” di Nocera Inferiore ha iniziato la “sua avventura”nel 1886, quando, a fianco della elegantissima sala del Consorzio, viene allestita appunto una sala destinata a biblioteca e lettura”…il gusto artistico e la severa eleganza di questa Sala, non comuni ad Asili di simil genere,… accresce lustro e decoro al manicomio” (D. Ventra, 1886). La sala era  decorata con affreschi, ispirati dal medico-capo, prof. Silvio Venturi, ed eseguiti dall’artista napoletano Cozzolino rappresentanti l’origine e la storia della Psichiatria; con i ritratti dei deputati provinciali delle sei province consorziate;  con i ritratti di celebri alienisti: Chiarugi, Pinel, Esquirol, Morel, Connolly, Griesinger, Maudesley, Lombroso. “… nel suo assieme di eleganza e di severità si potrebbe dire un piccolo tempio dedicato alla Psichiatria” (D. Ventra, 1886). Nel 1890 il direttore del manicomio, prof. Giovannangelo Limoncelli affermava «…La biblioteca formerà il decoro dell’Asilo ed il vanto del Consorzio perché io…l’aprirei al pubblico immediatamente, e così le provincie cospirerebbero ad allargare la istruzione vera, della quale pur troppo si sente il bisogno» . Nel 1904 riceve una ricca ed importante donazione di circa 300 volumi dagli eredi dell’illustre frenologo Biagio Miraglia. Negli anni continua ad aggiornarsi con libri e riviste nazionali ed internazionali di argomento neuropsichiatrico, sia clinico sia medico-legale, ricevute anche in cambio della rivista del manicomio. La maggiore quantità di acquisizioni si ha nei periodi in cui nel manicomio è presente Marco Levi Bianchini (1875 – 1961, fra i primi traduttori di Freud in Italia, fondatore della Società Psicoanalitica Italiana), che riceve i volumi in cambio delle moltissime recensioni, che pubblica sulle riviste Il manicomio, Il manicomio Moderno, ma soprattutto sull’Archivio Generale di Neurologia, Psichiatria e Psicoanalisi, da lui fondato nel 1920 ed attivo fino al 1938, quando è ceduto a padre Agostino Gemelli, continuando con il nome di Archivio di Psicologia, Neurologia e Psicoterapia. «…ho recensionato qualche cosa come oltre dodicimila libri riguardanti la storia della medicina e dello spirito umano nelle loro forme e variazioni attraverso le dottrine ed i tempi: per la sete di apprendere e di sapere, ma soprattutto di comprendere, perché ritenevo, come tuttora ritengo che solo attraverso l’istruzione e la educazione della mente e dell’anima l’uomo poteva dirsi “un uomo” “ein man” come dicono i tedeschi e non un “mensch”: “una creatura”: oppure l’uomo della strada come dicono gli inglesi» (Levi Bianchini, 1953). Queste sono le premesse che indicano come gli antichi comprendevano l’importanza della cultura e dei libri per cui li preservavano, li coltivavano e li difendevano. Negli anni il percorso non è più questo tanto che, alla fine degli anni 1980, la biblioteca anche se era localizzata ancora nella sede iniziale, non aveva più la dovuta importanza. Infatti il locale era di facile accesso, aperto a tutti, era anche la  sede di riunioni di vario tipo, ma non era aperta al pubblico per consultazioni, in effetti gli stessi medici che lavoravano non ne usufruivano né vi era personale addetto. Nel tempo, quindi,  è stata soggetta ad un depauperamento continuo a causa di furti, cattive condizioni di conservazione, infatti vi sono anche volumi parzialmente bruciati. Dopo anni di abbandono e travagliate trasferte dei libri, nel Luglio 2000 la Fondazione CeRPS ha avuto dall’ASL ex SA1 la Biblioteca e l’Archivio dell’ex Ospedale psichiatrico in comodato d’uso perché ne ”…possa salvaguardare l’importanza storica e, gestendoli, possa porli a disposizione degli studiosi interessati ponendo in essere qualsiasi attività che sia compatibile con i fini istituzionali della Fondazione stessa”. Il lavoro di custodia è continuato negli anni; la consultazione dei volumi ha prodotto lavori storici d’importanza nazionale ed internazionale, tra cui la ricostruzione completa della Società italiana di neurologia e della Società italiana di psichiatria, oltre ad essere strumento di tesi di laureandi di diverse facoltà universitarie con formalizzazione anche di protocolli d’intesa. Finalmente nel Luglio 2009 è stata sistemata nei locali della struttura centrale dell’ex convento olivetano, risalente alla fine del 1700, laddove era collocata la direzione del manicomio e la stessa biblioteca. Sono stati attrezzati gli spazi in modo da realizzare una sala consultazione, una sala degli operatori con attrezzature informatiche, sale dove sono collocati i volumi. E’ già iniziato il lavoro di pulitura, catalogazione,  informatizzazione di tutto il patrimonio compreso la messa in rete dei dati, operazioni fatte da esperti e da utenti del DSM, appositamente formati con corsi di, rilegatura e trattamento dei libri antichi e di  informatizzazione. La biblioteca così è divenuta anche opportunità di lavoro per gli utenti psichiatrici, che divengono “custodi della cultura”. La scelta dei locali è stata influenzata dalla pregevole importanza dei volumi, che giustamente devono essere collocati in ambienti adatti, ampi, luminosi , facilmente accessibili e in correlazione con la storia della struttura in modo da valorizzare questa che rappresenta, non solo per Nocera, un bene storico e culturale da non disperdere. Infatti la biblioteca rappresenta un centro importante per il territorio custodendo volumi rari, antichi, raccolte intere di riviste di medicina, neuropsichiatria, ecc.