Pontecagnano-Faiano: un disastro di nome “Marina”

Si comincia dalla toponomastica. Un po’ come se una vecchia acciaccata pensasse, nel giorno del suo centesimo compleanno, al nome da dare ad una figlia che non avrà mai. Certo, il diritto di un sogno non si nega ad alcuno,specie in occasione dei festeggiamenti, ma beffarsi e prendersi gioco di un derelitto è un crimine che si chiama circonvenzione di incapace.  Se poi questa infamia è reiterata nel tempo, a cadenze regolari, in prospettiva elettorale per giunta, allora al reato va sommata  l’aggravante della recidività. Una foto d’archivio sul Mattino di ieri (24 maggio ndr) a corredo di un articolo infarcito di voci verbali al futuro e condizionale, mostrava uno scorcio di litorale picentino databile ad almeno  15-20 anni fa. Nessuna colpa ascrivibile, per questo, al redattore che, non risiedendo in quella specie di striscia di Gaza che è la litoranea Magazzeno  (perché per noi così si chiama e si chiamerà per sempre),forse non ha consapevolezza della datazione  di quella immagine. Vi si scorge una discreta lingua di spiaggia dove insistono le palafitte dei lidi che oggi, al contrario, hanno già i piedi in acqua; si vede, tra l’altro, un ammiccante tendone da circo (una balera) ridotto ormai ad uno scheletro di metallo arrugginito con brandelli di telone svolazzanti; non c’è l’agghiacciante pista di modellini di auto di oggi  che prese  posto in un altrettanto abominevole piazzale in cemento; manca la famigerata pista ciclabile, capolavoro di incompetenza della Amministrazione Provinciale che ha ridotto all’osso la già pericolosa SP175/A … e così via. La profondità di campo della foto non permette altre amare considerazioni. Insomma , se si voleva offrire al lettore un’immagine di degrado, si è ottenuto l’effetto opposto: quello di una panoramica fuorviante e riduttiva del disastro che si chiamerà Marina. E’ questo infatti il succo (poiché di concreto non c’è altro) del pomposo annuncio dato alla stampa ed ai soli operatori balneari dall’assessore al Demanio del Comune (che pure aveva finto di mostrarsi vivamente interessato alle istanze dei residenti e di qualche ruspante associazione di scoraggiati indigeni e promesso incontri) evidentemente per garantirsi un qualche applauso galvanizzante e risparmiarsi l’ironia disincantata di chi ormai alle frottole non crede più. Puntuale stamattina (25 maggio ndr), sulle pagine del Roma, è arrivata la smentita secca e indignata del presidente della commissione LLPP della Provincia in merito alla millantata programmazione annunciata, con un attacco feroce al Sindaco che diffida a perseverare nella sua dimostrata incapacità amministrativa: Mi appello al suo buon senso, qualora ne avesse ancora,per azzerare completamente il nulla che lo ha circondato fino ad oggi, per aprire una campagna di ascolto del territorio seria e non offensiva nei confronti dei nostri concittadini” . Non nascondo di aver dovuto superare un momento di perplessità ascrivibile alla mia disinformazione sulle beghe politiche pontecagnanesi, su alleanze che ritenevo tali e logiche spartitorie che ignoro, ma poi ho ricordato a me stesso  (leggendo da qualche parte) che se il Sen. Vincenzo Fasano è ancora commissario del locale PdL, beh allora …. e ho fatto un salto indietro di 15 anni quando, da amministratore, ingenuamente pensavo che il Bianco fosse bianco e il Nero, nero. Per carità, allora, risparmiateci almeno la mortificazione, in qualità di residenti di Marina di Pontecagnano (!), di farci ridere in faccia dai nostri più fortunati confinanti salernitani. Vorremmo dunque, semplicemente, essere lasciati soli nel diritto di ignorare con dignità ciò che ancora si trama alle nostre spalle, quel diritto che scaturisce dall’essere stati , noi, scientificamente ignorati da fino ad oggi e che ormai ci unisce tutti, o quasi, come  in una indissolubile catena di Sant’Antonio.

Gennaro Gero Giacca / Segret. Ass. Costa Picentina