Il Vangelo – Abbazia della Scala – commenta don Stanzione
Giovanni Cap. 14, 15—21 “Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.“
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».“Parola del Signore”
don Marcello Stanzione
Il Vangelo di oggi risponde alla domanda di Filippo a Gesù : “Mostraci il Padre”. E’ una domanda che ogni uomo si pone prima o poi e che prende anche, oggi, un’andatura più radicale : “Esiste Dio ? E, se esiste, si può entrare in comunicazione con Lui ?”. San Giovanni, nella pagina di questa domenica, pone sulle labbra di Gesù una risposta in due finestre strettamente parallele :
Se voi mi amate e custodite i miei Comandamenti, il Padre vi darà lo Spirito,
a) che il mondo non può ricevere, né vedere, né conoscere…
b) ma che voi, discepoli, conoscete perché Egli dimora vicino a voi ed è in voi.
Io ritornerò verso di voi,
a) pertanto il mondo non mi vedrà …
b) ma voi, discepoli, mi vedrete e riconoscerete che io sono nel Padre ed in voi … se voi mi amate e custodite i miei Comandamenti.
“Il Padre vi darà un altro Difensore … lo Spirito di verità … “
Il primo mezzo per conoscere Dio e comunicare con Lui, secondo Gesù, è di ricevere lo Spirito Santo. In queste domeniche in cui si celebra la Confermazione per molti adolescenti, nelle parrocchie, è bene riflettere sul ruolo di questo Spirito, dono del Padre. Egli è chiamato, qui, il “Difensore”, il “Paraclètos” in greco. Questa parola è estratta dal linguaggio giuridico : è l’avvocato, il consigliere competente a cui si fa appello per difendere in giustizia qualcuno che è “accusato”. E questo difensore è legato alla verità. Il processo nel quale i discepoli sono impegnati, è il processo della verità, è il processo di Dio. La messa in accusa di Dio prende molteplici forme : oggi, un giovane che va a Messa è oggetto di scherno da parte dei suoi amici. Per continuare a comunicare, a comunicare con Dio, egli non può poggiare solo sulle sue proprie forze od i suoi argomenti personali. Egli deve accogliere il dono dello Spirito Difensore, lo Spirito di verità. “Io riverrò verso di voi e voi mi vedrete vivente”. Il secondo mezzo per conoscere Dio e comunicare con Lui, dopo il dono dello Spirito, è una nuova presenza di Gesù stesso. Gesù risorto, presente del tutto specialmente nell’Eucaristia. Agli occhi del mondo, Gesù non è che uno scomparso, un uomo del passato … rispettabile od odiato … o semplicemente senza importanza. Per tutti questi, Gesù qualifica il loro stato come “orfani” : essi non hanno più Padre. Vi sono molti orfani di Dio nel nostro mondo indifferente. E’ l’amore che permette di vivere con Dio. “Se mi amate”, dice Gesù per due volte. Effettivamente, quando due sposi si amano profondamente, anche se apparentemente essi non sono insieme, agli occhi del mondo che li guarda dall’esterno, di fatto l’immagine di questo o di quella che si amano è presente in essi. E’ come se ognuno portasse l’altro in sé. E Gesù utilizza questo stesso linguaggio : “Quel giorno, voi conoscerete che io sono nel Padre, che voi siete in me ed io in voi”. Questo esprime un amore molto forte, che rende l’altro presente misteriosamente anche quando egli sembra assente. Sotto forma di inclusione, noi ritroviamo alla fine della risposta di Gesù esattamente il pensiero dell’inizio : “Se mi amate, voi resterete fedeli ai mici Comandamenti”. Amare Dio ! Osservare i suoi Comandamenti ! Tale è la condizione perché Dio si manifesti a qualcuno. Eccoci ben avvisati. Conoscere Dio è tutta un’altra cosa che sapere una verità teorica, un insegnamento astratto. Si tratta della più alta esperienza umana, quella dell’amore, vissuta nella rinuncia di sé per l’altro. Non si ama veramente l’altro se non si fa quello che gli piace. Ed è, purtroppo, la ragione più profonda del sentimento “di orfano” che prova il mondo ateo.