Salerno: all’Ance, pianificazione urbana e paesaggio rurale

«Bisogna individuare le forme più idonee per un sempre maggiore coinvolgimento dei comuni nelle politiche di pianificazione per area vasta, giacché oggi i comuni non sono più in grado di sopravvivere con i soli standard urbanistici. Guardiamo ad altri strumenti che concilino standard e servizi con nuovi sistemi di pianificazione del territorio e di catalogazione del sociale». Lo ha dichiarato la prof. ssa Maria Cristina Treu del Politecnico di Milano intervenuta questo pomeriggio all’incontro tematico gratuito svoltosi all’ANCE Salerno sul tema Pianificazione urbana e paesaggio rurale, preliminare al IV LAMAV, il Laboratorio di Management d’Area Vasta. All’incontro, che ha registrato una folta partecipazione di pubblico, sono intervenuti anche i docenti salernitani Roberto Gerundo e Pasquale Persico, dell’Università di Salerno. Il dibattito è stato lungamente centrato sull’esperienza della professoressa Treu nella pianificazione per area vasta tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. «Zone ricche di grandi insediamenti abitativi e di agglomerati urbani – ha detto la professoressa – ma anche di zone agricole: i problemi riscontrati con i comuni anche lì sono stati tanti. Anche al nord si predilige la politica in variante, centrata sui progetti-spot. Oggi per sopravvivere economicamente un quinquennio con gli oneri urbanistici, un comune medio dovrebbe lottizzare almeno venti ettari di territorio. È ovviamente un’ipotesi improponibile, ed occorre quindi pianificare e mettere in contro altri strumenti ed altre tipologie di intervento. Non è un caso che, sia pur in maniera meno evidente rispetto alla provincia di Salerno, anche in Lombardia meno della metà delle amministrazioni locali si sia dotata di un Puc. I nuovi contesti metropolitani devono risponde in maniera sempre più efficace alle crescenti domande di ambiente e di paesaggio. Paesaggio che non può più dipendere dall’ambiente, ma che impone una approfondita conoscenza dei fattori ambientali con un occhio attento alla modernità: com’è avvenuto a Firenze dove, cinquant’anni fa, per preservare il territorio dal dissesto idrogeologico di una collina che peraltro deturpava la veduta, fu realizzata una grande strada che cela un intervento di consolidamento e messa in sicurezza e libera la veduta panorama». I nuovi piani urbanistici, secondo la professoressa Treu, devono quindi «costruire una cultura che riconosca nel piano stesso un bene comune, con soluzioni progettuali in armonia con il contesto dei luoghi». «Viviamo un momento di estrema difficoltà – ha detto il direttore dell’ANCE Salerno Giovanni Veneri nel suo intervento di saluto – legato alla carenza di risorse. Dobbiamo reperire nuovi fondi ma anche trovare nuovi spunti per il mercato. Presto partiremo con un concorso di progettazione per il recupero dei centri storici. L’obiettivo è lavorare proprio sul recupero dell’esistente per aprire nuove opportunità alle imprese del comparto. Il momento è difficile anche per le difficoltà di confronto con le amministrazioni pubbliche: basti pensare al project financing, che in Campania si è concretizzato in non più di un paio di interventi. Ma anche alla pianificazione, idea estranea al nostro territorio giacché appena 9 comuni su 158 hanno avviato o definito l’iter per l’approvazione del Puc».