No al burqa ed al niqab!
A breve, anche in Italia, potrebbe entrare in vigore, seguendo Belgio e Francia, la legge abrogante l’uso di burqa e niqab. Simboli d’assoggettamento delle donne, senza alcuna prescrizione nel Corano, che detta le coordinate islamiche. Nei giorni scorsi, con l’entrata in vigore francese, consequenziali primi episodi di ribellione. O, meglio, di contestazione, all’ammenda da saldare in caso di mancanza d’ossequio legislativo. E gli uomini, autori secondo molti di tale imposizione, ingrati verso lo zelante Sarkozy, di un’emancipazione della propria donna, sempre più lenta da concretizzare. Infatti, la condizione di completo annullamento dell’identità femminile, trincerata sotto un velo integrale o incapsulata in un indumento che lascia a malapena intravedere gli arti inferiori, antitetica all’autonomia. Già all’attenzione della commissione Affari Costituzionali nel nostro Paese, la problematica da più fronti accelerata. Il divieto riguarda ogni indumento, incapace di rimandare le caratteristiche somatiche della persona: lo stesso passamontagna o casco, che potrebbero celare le singole persone, non accettabile. L’Europa, a partire dalla Svezia, che già da tempo vive la commistione etnica ed il bombardamento multirazziale, sta tentando di parametrare diritti per tutelare le lotte sociali. Anzi, quelle in tema d’emancipazione, che hanno fatto imbizzarrire le cronache dello scorso secolo sul finire, ma che si son tradotte in un’ accelerazione delle pari opportunità. Ora, che la donna ha vinto le sue battaglie in tema di maternità e di legami coniugali, nel momento in cui vive in un Paese con leggi e regole diverse, deve adeguarsi ad esse: costi quel che costi, anche la propria fede…ma ripeto, di burqa e niqab, il Corano non parla!