Il vescovo di Nola scrive al presidente Caldoro per ospedale Scarlato

 «Mi rendo conto delle motivazioni che sono alla base del piano di ristrutturazione sanitaria della Regione Campania» scrive mons. Depalma, sottolineando però la necessità di un «ascolto sincero e cordiale della base, degli amministratori, delle esigenze della popolazione scafatese e di tutto il territorio circostante». Come annunciato ieri, durante la  visita a Scafati, mons. Beniamino Depalma, vescovo di Nola, ha fatto giungere la sua voce al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in merito alla situazione dell’ospedale “Mauro Scarlato”.  Nella lettera inviata al governatore, il vescovo di Nola ha espresso alcune riflessioni perché si possano prendere le decisioni che si riterranno «più opportune per la risoluzione del caso e per le destinazioni future della struttura». «Le parlo da Pastore – scrive il vescovo – interprete dei disagi e della preoccupazioni, delle delusioni e delle speranze di un territorio» che va ascoltato e reso partecipe «perché ogni decisione accettata e condivisa possa essere accolta senza traumi e reazioni difficilmente gestibili».Un invito dunque ad operare prestando attenzione all’esigenze della popolazione, sia di Scafati che dei paesi limitrofi, ma anche facendo scelte che garantiscano la qualità del servizio ospedaliero: «Mi sembra – continua mons. Depalma – che il piano presentato dalla Commissione con l’integrazione suggerita dall’Amministrazione Comunale della città possa rispettare l’esigenza della ristrutturazione regionale e l’attenzione al territorio e alla popolazione scafatese. In questa linea a mio avviso è necessario coniugare insieme l’esigenza della ristrutturazione con quella dell’eccellenza del servizio: quanto più si riuscirà a potenziare qualitativamente la nascente  struttura, tanto minori potranno essere le polemiche e le recriminazioni». Presente nel testo anche un invito a tutelare la dignità e il rispetto dei tanti medici che operano nella struttura «e che hanno visto, nell’ultimo episodio di malasanità accaduto, la pubblica riserva circa le capacità e le competenze della loro professionalità».