Lui è fatto così

Angelo Cennamo

Nel corso della conferenza stampa, a margine del vertice internazionale con la Francia, il presidente del consiglio ci ha regalato un’altra delle sue perle di involontaria comicità. Rispondendo ad una domanda sulla missione “umanitaria” in Libia, ha precisato che : “I nostri aerei non lanceranno bombe – aggiungendo “a grappolo”, tanto per drammatizzare ancora di più il concetto di bomba – ma dei razzi”. Pochi altri uomini al mondo sarebbero capaci di sprigionare nel bel mezzo di un evento istituzionale così serio e serioso la stessa dose di fantasia, giusto Woody Allen o il nostro Roberto Benigni. Ma Berlusconi è fatto così, detesta gli allarmismi e riesce sempre a trovare una via d’uscita, anche nelle situazioni più scabrose. La telefonata alla Questura di Milano lui la fece perchè gli avevano segnalato che Ruby era una nipote di Moubarak ( il presidente egiziano che di lì a poco sarebbe stato costretto alla fuga dal suo popolo). Una frase così, gettata alla stampa con insolita naturalezza,  avrebbe meritato ben altri palcoscenici. E invece lui la sprecò al telefono con un vice-questore. Ma non fu lo zenith. A distanza di pochi giorni, infatti, il Cavaliere, rimanendo sullo stesso tema, riuscì addirittura a superarsi. Ad un nugolo di giornalisti che assiepavano l’aula del Tribunale di Milano dove era comparso per presenziare all’udienza sul Rubygate, disse che aveva sì pagato la giovane marocchina, ma perchè non si prostituisse. Geniale! Intanto la notizia dei razzi innocui che saranno lanciati a Tripoli sta alimentando l’ennesima polemica, e non solo tra la maggioranza e le forze di opposizione. A puntare i piedi, infatti, è la Lega di Bossi, contraria alla guerra libica fin dall’inizio. I padani temono che la recrudescenza degli attacchi “mirati” possa far aumentare gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane. Come se non bastasse, la missione avrebbe un costo salatissimo : oltre 700 milioni di euro. Dove prendere una somma così alta in tempi di magra? Insomma un pasticciaccio del quale potevamo e dovevamo fare a meno. E’ evidente che oggi il premier non ha altra scelta e che ad una missione della Nato o partecipi con tutti i crismi o non partecipi affatto. L’errore allora  è a monte : l’Italia doveva trovare il coraggio di dire di no. Non si può bombardare ( con dei razzi) un regime con il quale pochi mesi prima è stato siglato un vantaggiosissimo accordo internazionale, dimenticando i trascorsi coloniali dei due Paesi. E’ folle, autodistruttivo e poco lungimirante. “Non vorrei disturbare”. Questa, caro Silvio, doveva essere la barzelletta con la quale perseverare. Ma quando l’hai raccontata, purtroppo, risero in pochi.