Chernobyl…Fukushima!

di Rita Occidente Lupo

26 aprile 1986: il disastro di Chernobyl. A distanza di 25 anni, ancora ignorata l’effettiva portata dell’evento, rimandante alla conflagrazione bellica di Hiroshima. A quella catastrofe che pose in ginocchio gli occhi a mandorla, sancendo la fine del secondo conflitto mondiale. Nello stesso secolo, come se gli effetti radioattivi si fossero dileguati nell’immaginario solo dei testi scolastici, un altro attentato nucleare, palesante la forza dell’uomo, contro se stesso: la scienza malefica, boomerang. Tra le indiscrezioni ed il silenzio letale, fasciante la notizia sotto gli occhi d’un mondo in apnea, inevitabile l’eco non solo mediatica. In termini di ricaduta di vite umane, a distanza di tempo, ancora incerta l’enormità del danno: due persone morirono immediatamente per l’esplosione dell’impianto e altre 29, in ospedale nei giorni seguenti. Ovviamente, l’impatto radioattivo non quantificabile. Anche se si parlò di migliaia di vittime, i casi accertati annotarono 15 bambini, con cancro tiroideo, da aggiungere alla stima dei decessi. Da uno studio effettuato nel 2006, previsti entro il 2065, 16.000 casi di analoga patologia, in vertiginosa ascesi, contrariamente alle leucemie previste e ad altri 25.000 di tumore, non riferibili soltanto all’ex Urss. Dal 1986, ancora la sensibilità umanitaria, accoglie i bambini di Chernobyl, color latte, che nella stagione estiva trovano presso famiglie disponibili, accoglienza a soggiorno climatico, benefico contro eventuali insorgenze leucemiche. All’epoca, innesti di midollo, con annesse compatibilità, scatenarono la corsa ai donatori: rovistarono la legislazione, in materia di trapianti, mettendo a dura prova le tecniche più sofisticate, per la buona riuscita chirurgica. Oggi, Chernobyl, ancora spauracchio d’un presente che dice no al nucleare, ma che lo tallona per una sorta d’indiscrezioni ambientaliste, pullulanti su mezzo globo. La catastrofe giapponese, con lo scoppio della centrale di Fukushima, ha sprigionato nell’atmosfera un tasso di radioattività superiore mille volte alla norma, anche se gli studiosi non hanno voluto compararla a Chernobyl. Non resta…che attendere, come ormai sono avvezzi a fare i serafici giapponesi!