Riceviamo e Pubblichiamo: centrale nucleare nella Piana del Sele

Innanzitutto penso che questa proposta sia stata fatta da qualcuno che, come lo scrivente, talvolta si trova a corto di argomenti e ne inventa, di proposito, alcuni che non hanno motivo non solo di esistere, ma anche di essere proposti. Nella Piana del Sele esiste il turismo archeologico, il turismo balneare, il turismo rurale nei paesi collinari, naturalmente, il turismo religioso, il turismo enogastronomico e tutti gli altri tipi di turismo che una normale guida turistica  possa riportare.  Il Museo, l’area archeologica, la basilica paleocristiana, le Trabe, il Getsemani, la Madonna del Granato sono solo alcune delle tappe che nessun turista può ignorare. Gli alberghi dell’antica Poseidonia sono di tutte le stelle, il che significa anche che sono per tutte le tasche. Benvenuto il turismo miliardario, ma benvenuto anche il turismo della terza età o quello scolastico nella bassa stagione. I commercianti della vicina Agropoli si lamentano sovente che “l’estate si è ristretta”. Cosa significa? Semplicemente che a Paestum il turismo dura quasi tutto l’anno, ad Agropoli solamente pochi mesi. E, credetemi, cari lettori, non è solo una questione culturale, ma una questione di puro e semplice carattere imprenditoriale. Un vecchio motto napoletano così recita” Ha miso ‘na fravececa ‘e sgarzette addò nasceno ‘e creature senza capo”. Tradotto significa, o potrebbe significare che un persona è così stupida di aver impiantato una fabbrica di cappellini per bambini in un paese dove nascono i bambini senza testa.” Dopo questa lugubre osservazione veniamo al dunque. Una centrale nucleare nel Cilento o nella Piana del Sele è possibile? No! No! Assolutamente no! E perché si chiederà a questo punto il lettore attento ed oculato. Per i seguenti motivi:

1)    Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano un sito archeologico, storico e culturale di fama nazionale ed internazionale.

2)    Il Cilento e la Piana del Sele sono un sito soggetto a fenomeni sismici e fenomeni di dissesto idrogeologico.

3)    Il Cilento e la Piana del Sele, pur avendo subito una forte speculazione edilizia che ne hanno deturpato il paesaggio, rimane ancora un territorio pulito esente da imbarbarimento sociale dovuto a quartieri ghettizzati o periferie emarginate dal contesto socio-culturale del paese.

4)    Il Cilento e la Piana del Sele rappresentano una parte della provincia di Salerno che ha visto una larga diffusione della raccolta differenziata. Oltre a paesi collinari, mi riferisco ai tre maggiori centri: Capaccio, Agropoli, e anche Vallo della Lucania. Non dimentichiamo che nella Guida turistica della Michelin di ottanta anni fa, Vallo della Lucania viene riportato come paese turistico.

5)    L’enogastronomia del Cilento e della Piana del Sele stanno raggiungendo vette altissime nelle guide di enogastronomia nazionali ed internazionali. La valorizzazione dei prodotti genuini della nostra terra sta assurgendo a livelli mai visti primi. Carciofi, finocchi, fagioli, ceci, vini, ortaggi, paste, dolciumi, salumi e formaggi, sono tutti di alta qualità ed apprezzati in tutte le tavole.

6)    Le Sagre enogastronomiche del territorio richiamano annualmente migliaia di visitatori e buongustai che apprezzano anche musica e canzoni cilentane della tradizione, modernizzate e riproposte ad un pubblico sempre più esigente, da grossi artisti ( non riporto alcun nome per non fare torto a qualcuno avendolo dimenticato). Ma basta cercarli su YouTube per rendersi conto dell’alto livello artistico e culturale dei suddetti.

7)    Il Cilento e la Piana del Sele, una volta oggetto e succube di un odioso quanto iniquo caporalato, hanno un livello di occupazione nel settore agricolo, dell’allevamento ( bafalino in particolare) che produce una mozzarella unica al mondo e prelibata e conosciuta anche nei paesi dell’estremo oriente.

8)    Il Cilento e la Piana del Sele, pur conoscendo episodi di malavita generica, certamente non sono al livello di altre zone a nord o a sud del territorio in questione.

9)    Pur non rappresentando “l’isola felice” dell’Italia Meridionale, il territorio è un faro nel mondo del terzo millennio.

10) Col nucleare questo faro non sarà meglio illuminato: verrà spento inesorabilmente. Distruggendo quello che gli antichi padri hanno costruito lottando contro i parassiti baroni ed i Borboni, loro complici, in una lotta impari che comunque ha dato i suoi risultati nel 1821, nel 1828, nel 1841, nel 1848. Il Cilento e la Piana del Sele stanno bene così. Nucleare: no grazie!!!

Catello Nastro

 

 

Un pensiero su “Riceviamo e Pubblichiamo: centrale nucleare nella Piana del Sele

  1. Articolo un po’ enfatico, ma vi capisco. Mettere una centrale nucleare in una zona sismica come la vostra ha forse l’obiettivo malcelato di togliere parte del problema rappresentato dal sud? Geniale chi ha avuto questa idea idiota.
    Bea

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