All’ asilo lezioni sulla vita

Maria Carmen Sena

Lo scopo  del progetto è quello di portare la filosofia, intesa come amore per il sapere, nelle aule della scuola materna. Si entra nelle aule non per insegnare ma per ascoltare i  petit platons  come già li chiamano in Francia. L’iniziativa è partita proprio da un paesino della Francia (Mee sur Seine), ma vi è un importante esempio anche in Italia, in un asilo di Modena. Già l’Unesco nel 1999, raccomandò l’introduzione della filosofia  alla scuola dell’infanzia. Ma qual è il metodo “vincente” per coinvolgere i bambini dai tre ai sei anni su temi filosofici? Non si dimentichi che proprio l’età che va dai tre ai sei anni è l’età dei perché, quindi, quale nesso migliore! La filosofia rappresenta l’arte del pensare, libera la creatività, stimola domande, crea costruttive tensioni emotive. L’obiettivo è quello di allenare le nuove generazioni al ragionamento per creare dei futuri pensatori liberi. Lo scopo è quello di dare la parola ai bambini, incontrarli ma senza indottrinarli. Perché nei bambini le domande sorgono spontanee, sono il frutto del loro quotidiano emozionale, dei loro stati d’animo che hanno necessità di essere esternati. Specialmente nella troppo frettolosa società moderna in cui il tempo per conversare con i propri figli è ridotto all’osso. Il rapporto: adulto di riferimento – bambino è fatto di ascolto, empatia, comprensione e disponibilità. Per aprire un dialogo filosofico si possono ,ad esempio, scrivere su una lavagna parole astratte quali: libertà, amore, eccetera, e su di esse fare esprimere liberamente i bambini. Non mancano, poi, libri specifici sull’argomento, per questa fascia di età, quali le merende filosofiche  di  Brigitte Labbè,  il Simposio di Spallone E. Di Marc, collana di storia di piccoli filosofi ed. La Nuova Frontiera, che attraverso il racconto avvicinano il bambino alla filosofia, cioè al ragionamento. Schopenhauer affermava che noi siamo esseri razionali, ed è insito nella nostra natura fare domande. Perché il pensiero e la ragione sono le cose migliori che possediamo. Lo scopo è quello di rimetterci a pensare cominciando da piccoli. Perché non fare del conoscere un importante “affectus”? o un importante strumento pedagogico? Quando la filosofia parte dal racconto, dal quotidiano, fa facilmente breccia nella interiorità dei piccoli che hanno già dentro di loro, in fieri, problematiche esistenziali che vengono lentamente ma costantemente espresse, esternate, quindi, umanizzate. Il punto di partenza per questo nuovo cammino introspettivo è senz’altro Platone, o Spallone per i bambini, che è un autentico passe-partout, un traghettatore della filosofia dall’Acccademia alla vita quotidiana. In questo senso, oggi, si parla di “counceling”, dell’ideatore tedesco Achembarck, che nel 1981 ha aperto il primo studio di consulenza filosofica, e non per prescrivere cure, ma per confrontarsi prima e risolvere, poi, attraverso la filosofia disagi e frustrazioni esistenziali. La filosofia nelle scuole materne dovrebbe insegnare ai bambini il confronto delle proprie idee, delle proprie esperienze, con quelle degli altri. Imparare ad accettare i punti di vista differenti e motivare le proprie scelte è il modo migliore, per i più piccoli, per comprendere il senso del rispetto, della tolleranza, della fiducia. E’ ovviamente necessario avere docenti qualificati, ed ecco perché il Comune di Modena sta già addestrando gli educatori. La filosofia diventa, insomma, un valore aggiunto, uno strumento privilegiato per una politica di ampliamento e sostegno delle opportunità educative dei bambini. Perché c’è sempre qualcosa da fare per l’infanzia.