Salerno: Iannone sugli attacchi ai manifesti provinciali 25 aprile

25 Aprile, Festa della Liberazione: le reazioni ai manifesti del Presidente della Provincia di Salerno, On. Edmondo Cirielli, dimostrano che il PD deve fare ancora i conti con il suo passato. Lo afferma il Vice Coordinatore Provinciale del PdL salernitano, Antonio Iannone, che in una nota commenta le repliche dei dirigenti del PD. In una nota a sua firma si legge: “la sinistra dimostra, ancora una volta, di non aver regolato i conti con il suo passato. Basta accennare a fatti storici dimostrati circa le responsabilità dei comunisti italiani nella vicenda della pulizia etnica operata in Istria dal Maresciallo Tito e al loro vergognoso comportamento assunto nei confronti dei profughi dell’esodo Giuliano-Dalmata che immediata scatta la reazione: chi osa preferire parola in tal senso è subito bollato come un revisionista, come un taroccatore, come un ignorante, come un neofascista. Il PD coltiva l’antico vizio comunista della predica dell’odio e la relativa spocchia intellettuale secondo la quale esiste una sola storia, quella raccontata secondo le convenienze, quella che fa dell’antifascismo un apparente valore e una sostanziale cortina fumogena per coprire nefandezze e compiacenze pattuite con l’URSS in tempi di guerra fredda. Il manifesto del Presidente Cirielli riconosce la negazione del principio democratico e dei diritti civili nel fascismo, i post comunisti, i neodemocratici a senso unico sono incapaci di proclamare le colpe delle foibe, ai tempi di Togliatti, e, aggiungo, a riconoscere che c’era chi, ai tempi di Berlinguer, sperava di poter assicurare l’Italia al Patto di Varsavia. Quando fascismo e nazismo erano stati debellati grazie all’intervento delle Forze Alleate c’era chi lavorava a consegnare il suo stesso Paese ad un nuovo totalitarismo: erano i comunisti italiani con le loro campagne elettorali pagate in Rubli. Gli eredi di questa cultura hanno il coraggio e la pretesa di dare lezioni di democrazia sperando di essere ancora creduti e riconosciuti. Il 25 Aprile ha un senso solo se inteso quale festa della pacificazione nazionale evitando di riportare l’Italia agli anni ’70 quando marmittoni e paracarri venivano inviati alle grandi manovre, quando sul selciato rimaneva il sangue di tanti giovani come Carlo Falvella, assassinato a Salerno il 7 Luglio 1972. Per il PD il manifesto di Cirielli ha la colpa di raccontarla tutta la storia, ha la colpa di essere stato esteso da un Italiano che rappresentando le Istituzioni non vuole piegarsi al luogo comune, all’ipocrisia dell’annacquamento mentale e all’omissione predeterminata. Il Presidente Cirielli parla a cognizione di fatti storici e rende giustizia ad una parte di verità che se taciuta orba di dignità il nostro Popolo. Per interesse di parte ideologica vi è tanta veemenza di reazione e risentimento, retaggi di quell’odio che vide esposti a piazzale Loreto a testa in giù i corpi in avviato stato di decomposizione di Mussolini e della Petacci.”

 

 

 

Un pensiero su “Salerno: Iannone sugli attacchi ai manifesti provinciali 25 aprile

  1. Giustizia per Francesco Mastrogiovanni.
    Giustizia per Giovanni Marini.
    Giustizia per Giovanni, Annalisa, Angelo, Francesco e Luigi, uccisi nei pressi di Ferentino (Frosinone).
    Giustizia per Carlo Giuliani.
    Giustizia per i Fatti della scuola Diaz.
    Giustizia per Gabriele Sandri.
    Giustizia per Federico Aldrovandi.

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