Salerno: “Uno sguardo più in là” al Punto Einaudi

Per riflettere sul rispetto delle culture altrui, fuori e dentro il nostro Paese, è uscito Uno guardo più in là, una racconta di reportage della giornalista e scrittrice Francesca Bellino che inaugura la collana I reportage di 4ARTS pubblicata in coedizione da Aram e BetMultimedia edizioni. Il volume, che raccoglie cronache di viaggio tra Oriente e Occidente in luoghi caratterizzati da esperienze di pluralità culturale, etnica e religiosa, sarà presentato giovedì 21 aprile presso il Punto Einaudi in Corso Vittorio Emanuele, 94 (Largo Barracano), a Salerno alle ore 18.30. Insieme all’autrice, interverranno Rosa Maria Grillo (docente di Letteratura ispanoamericane all’Università di Salerno e direttrice della collana A Sud del Rio Grande -Oèdipus) e Anna Bisogno (docente di storia e linguaggi della radio e della televisione all’Università Roma 3). Condurrà l’incontro Pippo Pelo (voce di Radio Kiss Kiss Network). Le minoranze cristiane in India e in Siria, i russi di New York, i berberi di Matmata, gli ebrei di Buenos Aires, i tangueros norvegesi, la festa delle luci in Thailandia, la battaglia del vino in Spagna, il ramadān a Tunisi, l’aborto selettivo in Cina, India e Pakistan, esplorazioni estreme sul Monte Sinai, fino alla scoperta dell’America di Ennio Morricone, alla Pisa di Keith Haring, alla Potenza di Vito Riviello, ai paesaggi sardi visti dal treno “suonante” di Paolo Fresu, alle storie dell’ashram di Cisternino, dei Templari in Basilicata e del presente globalizzato di quartieri italiani come San Salvario a Torino e l’Esquilino a Roma sono alcuni dei temi trattati nel libro. “Si viaggia per varcare nuove frontiere, per poggiare lo sguardo più in là e per lasciarsi cambiare dagli incontri e si scrive per restituire al mondo meraviglia o sdegno, stupore o indignazione. Il tutto in un processo infinito: non si smette mai di viaggiare” scrive l’autrice che in ogni viaggio ascolta, conosce, ricostruisce filologicamente e traduce –nell’accezione più nobile dell’arte della traduzione- i territori in cui s’addentra, così da renderli comprensibili senza “tradirli” con un metodo che esclude ogni prospettiva convenzionale e ogni visione frontale. Nei suoi reportage narrativi la scrittrice non rifà il verso alla letteratura ma ne utilizza sapientemente alcuni peculiari strumenti: la conoscenza attraverso una prospettiva ‘altra’, spesso a partire da un dettaglio minimo; l’uso ‘poetico’ d’una scrittura che, muovendo dall’asciuttezza del dato di cronaca, ne ridisegna la complessità, la densità, conferendogli vita, voce, forma anche attraverso un’attenta e paziente operazione di accordatura tra l’oggetto stesso e la parola che deve esprimerlo; infine la costruzione di efficaci dialoghi con la gente del luogo, che oltre a vivacizzare il racconto e passare preziose indicazioni senza la mediazione autoriale, rafforzano l’idea-guida di questa raccolta, che la conoscenza avviene attraverso l’ascolto dell’Altro”.