Salerno: ma che musica…

ROL

Unico imperativo: correre! Non c’è tempo, per fermarsi a riflettere sulle dinamiche d’una battaglia elettorale che già incrocia verdetti ed exit poll. Ormai, sullo starter, tanti candidati, anche se in decremento rispetto alla scorsa tornata amministrativa, attrezzati a strappar consensi. Dai palchi  e megafoni, dei mitici decurtisiani “Vota Antonio”, ai manifesti che hanno fatto il loro tempo con faccioni a cocomero o sorrisi riflessivi. Tra sbavature clownesche e ritocchi tipografici. La campagna mediatica, quella che chiama in causa perfino l’infanzia, tradotta sotto interrogativi d’indubbia risposta. Qualcuno punta sullo slogan di sempre “Pierro c’è!” nel caso, data la persistente assenza nella coalizione di riferimento, fosse sfuggito! Qualche altro, sull’effetto boomerang essenzialmente lapidario. Tra chi si chiede dove siano finiti i programmi, che i 6 candidati a sindaco ancora non hanno bene elencato: almeno questo quanto riferiscono elettori distratti, in preda alle telefonate ad orario pasti, alle buche postali superaffollate di liste ed ai volti su occhieggianti depliants. Un costo elevato, quello delle campagne elettorali, che spesso i partiti non s’accollano. C’è chi addirittura invita il proprio stuolo a contribuire anche con appena 1€, mostrando come l’economy sia nel suo stile. Quasi tutti, comunque, con la loro vetrina di celebrità. Dal podio delle proprie idee mediatiche, pronti a confronti dialogici con concorrenti opposti. In linea di massima, la voglia di convincere, per strappare consensi. In nome d’un impegno “nel sociale”, refrain oggi unto e bisunto, per ottenere un posto al sole! Per potersi sentire gratificati, in un ruolo giammai orfano di vantaggi. Perchè, la politica della seconda Repubblica, quasi una taskforce di pii consensi! Di buone azioni, che un tempo animavano quelle nutrite file del volontariato, alando la generosità di quanti credevano che non solo nelle sacrestie parrocchiali si alimentassero talenti di solidarietà. Oggi, il politico di turno, un operatore socio-assistenziale, a sentirlo parlare di opere pubbliche, sulle quali baricentrare la propria azione. Un generoso samaritano, pronto ad offrire l’acqua non solo al fariseo occasionale. Un vero e proprio crociato, contro l’infedeltà ai legittimi diritti civici: un don Chisciotte della legalità, anche se colluso! Di tutto, di più! Bussando alle porte del parentado, ormai quasi in ogni famiglia qualche consanguineo da sostenere, contattando anche amici smarriti nella corsa dei giorni adolescenziali. Voglia di vincere, anche contro il tempo. Per sentirsi nella mischia di quelli che contano, di coloro che son riusciti ad agganciare il papabile giusto, per esser suo delfino. Per gratificare la propria vocazione ad apparire, più che ad essere. Ed, in tale ottica, si bussa anche alle istituzioni religiose, che dovrebbero ergersi super partes: in nome del servizio che poi si potrà offrire! Ma la politica del benessere sociale, quando mai ha immolato il proprio tornaconto? Da una sponda e dall’altra…sempre la stessa musica!