Salerno: Pdl, Un caffè con Rosario Peduto
Lunedì 11 aprile, appuntamento alle ore 21. Finalmente dopo qualche tentativo troviamo uno spazio per un’intervista, d’altra parte Rosario è preso da mille impegni, il lavoro, eh già perché Rosario lavora ed ha uno stipendio ed alla politica si è dedicato e si dedica per passione e spirito civico, non certo per una poltrona e poi c’è la campagna elettorale con i suoi mille appuntamenti, i suoi ritmi frenetici, perciò alcuni giorni decisamente pesante ma al contempo esaltante. E lunedì è proprio una di quelle giornate belle piene, è il gran giorno della lista «ammiraglia» del Pdl, presentazione ufficiale all’americana in cui Rosario, consigliere di circoscrizione uscente e anima di Giovane Italia, il movimento degli under del Popolo della Libertà, è il più applaudito. Nonostante i molteplici appuntamenti, Rosario è già lì che mi aspetta, puntualissimo, stanco ma soddisfatto, mi accoglie sorridente. Conosco Rosario ormai da un po’ di tempo, rigore morale, educazione e cortesia sono doti che lo contraddistinguono e lo fanno apprezzare da tanti ma c’è un aspetto che mi ha colpito sin dalla prima volta, il sorriso. Non è un sorriso, come dire, “politico”, un po’ costruito (non ce ne vogliano i politici) ma è un sorriso da cui traspare la sua umanità, il calore umano di chi crede nella comunità e nell’amicizia e quindi è il sorriso di chi vede nell’interlocutore una persona con cui costruire un rapporto alla pari, schietto, genuino, di stima reciproca. Il tepore del clima, quasi da primavera inoltrata, ci consente di sederci ad un tavolino di un bar all’aperto, ordiniamo un caffè ed iniziamo la nostra intervista. Cosa ti ha spinto ad accettare la candidatura del PDL alla carica di consigliere comunale? La mia candidatura è espressione e sintesi di un progetto e di un percorso politico che vogliono confermare la presenza nella nostra città e nel nostro partito di una componente giovanile, culturalmente vicina alle posizioni della Destra Sociale, che tenta così di coniugare a livello locale la trinomia valoriale che da sempre contraddistingue il nostro attivismo militante nelle fila del Popolo della Libertà: Identità, socialita’ e futuro. Questo significa per il gruppo della Giovane Italia di Salerno e per me che cerco di rappresentarne il progetto in questa competizione elettorale, dare vita ad un programma che cerchi di preservare l’identità della nostra città attraverso la riscoperta di una dimensione sociale, mediterranea e comunitaria della stessa nei molteplici aspetti di cui la nostra beneamata Salerno si compone: urbanistica, lavoro, aggregazione giovanile, ambiente, integrazione, sicurezza e famiglia. Gli aspetti citati non sono casuali infatti ti stanno particolarmente a cuore, o mi sbaglio? Quelli citati in precedenza sono in effetti i punti centrali del nostro programma elettorale e più in generale gli aspetti che da sempre caratterizzano il nostro impegno in politica e nel partito, spesso anche con posizioni che non rispondono pedissequamente alle direttive del partito stesso, ma che sono sempre frutto di una elaborazione culturale e progettuale che un grande partito di centrodestra, come il Popolo della Libertà, deve obbligatoriamente raccogliere nello sforzo collettivo di dare una dimensione di futuro al nostro impegno. Considerata la realtà attuale, nazionale ma nello specifico della città di Salerno, credo che il primo aspetto da affrontare sia il lavoro. In particolare il lavoro per i giovani. Sul lavoro ed in particolare sul lavoro per i giovani si concentrerà lo sforzo maggiore e più qualificato dal punto di vista progettuale e di impegno della nuova dimensione amministrativa che il centrodestra salernitano metterà in campo e che noi cercheremo di arricchire con il nostro appassionato contributo. In questa città partiamo da un dato e da una realtà drammatica, certificati dai recenti dati comunicati dal Centro per l’impiego: 8 giovani su dieci a Salerno città al di sotto dei 30 anni non lavorano ed in molti casi non hanno mai lavorato. Questa piaga sociale deve essere affrontata cercando da un lato di favorire investimenti ed attrarre risorse e dall’altro di vincolare questi investimenti e queste risorse alla necessità di assorbire nel circuito produttivo giovani lavoratori della nostra città. E’ patetico o meglio drammatico ascoltare il primo cittadino addebitare all’ente Provincia del presidente on. Cirielli la volontà, a suo dire mostruosa, di stravolgere le regole del mercato, stabilendo un vincolo nell’assegnazione degli appalti che dia la precedenza alle imprese locali. Scelta, a nostro avviso, condivisibile ed estremamente lungimirante. Sul lavoro, De Luca non ha alibi: ha miseramente fallito, ha fatto del lavoro semplicemente una leva di contrattazione clientelare con chi da sempre vive in questa città nel disagio ed ha sperimentato esclusivamente l’arroganza ed il lucro operati indifferentemente dal primo cittadino. Noi riproporremo il metodo Provincia targata Cirielli, affinchè finalmente si operi quella che può essere la vera rivoluzione in questa città: far lavorare nei cantieri della nostra città i giovani salernitani. Altro tema caro a te e alla Giovane Italia di cui sei espressione e portabandiera è la famiglia. Io sulla famiglia propongo e farò di tutto per arrivare alla costruzione di un sistema fiscale di competenza comunale ispirato ai principi del quoziente familiare e della sussidiarietà, così come farò una battaglia forte ed intransigente per impedire qualsiasi logica che introduca anche a livello comunale ipotetici e nefasti registri orientati alla parificazione della famiglia naturale con le coppie di fatto. Così come penso che l’intero complesso delle politiche sociali e di assistenza al disagio debbano essere da un lato rafforzate in termini di allargamento della spesa e dall’altro centrate ancora una volta sul soggetto famiglia e nell’ottica di tutelare ed assecondare la maternità e le mamme lavoratrici. Volendo ragionare in maniera un po’ schematica, è indubbio che sulla famiglia hai una posizione fortemente di destra laddove hai, per così dire, una posizione di “avanguardia”, rispetto al tuo stesso partito, sul tema dell’ambiente, un tema a cui tu, fondatore del nucleo salernitano dell’ associazione ambientalista Fare Verde, sei profondamente legato. Io da sempre sostengo la necessità di sottrarre il tema della difesa dell’ambiente da una connotazione politica che lo vuole ostaggio del campo delle forze progressiste, quando invece anche a livello europeo la nuova destra, quale ad esempio quella del premier britannico Cameron, ha fatto e fa dell’ambientalismo post ideologico un tratto importante della propria battaglia politica. Ecco perché propongo a Salerno di puntare molto sul modello di una città che sia “sostenibile” in toto. Questo significa innanzitutto fermare colate di cemento che vanno a cancellare le nostre spiagge, immaginare un piano urbanistico che sia veramente dimensionato sulle avanguardie del pensiero ingegneristico ed architettonico europeo che immaginano una crescita della cubatura del cemento in rapporto costante alla crescita demografica cittadina. Questo significa anche dare ampio spazio ad una mobilità sostenibile che liberi il centro cittadino dal caos del traffico quotidiano con il suo corollario di smog e di inquinamento ambientale ed acustico, realizzando finalmente piste ciclabili, attualmente del tutto inesistenti, da via Ligea a Mercatello e mettendo in campo delle scelte amministrative innovative ed efficaci a riguardo quale quella del car sharing. A questo punto, caro Rosario, consentimi una domanda volutamente provocatoria: forte attenzione ai temi sociali, una posizione di “avanguardia” sull’ambiente e poi, soprattutto, uno slogan “Avanti Popolo”, come dire, molto ma molto rosso. Dunque che sta succedendo? Possiamo parlare di “intellighenzia” con il nemico”? (ndr. risata fragorosa da parte di entrambi) “Chiariamo” anche a favore di chi, volutamente, non ha capito e quindi ha un po’ strumentalizzato. La nostra è stata sicuramente una provocazione che però esprime in modo nuovo la nostra antica ed attuale attenzione per il sociale e le fasce del disagio in un ottica assolutamente anticomunista ma decisamente comunitaria. Io penso che il Popolo della Libertà, anche e soprattutto a Salerno, debba necessariamente ribadire il suo essere partito interclassista ma soprattutto popolare, specialmente in ragione del fatto che è sempre più diffuso il malcontento delle fasce popolari, che nei quartieri periferici della nostra città sono sempre più sole ed abbandonate da una amministrazione populista, plebiscitaria ma soprattutto unicamente attenta alle ragioni e agli interessi di una cricca di potenti del mattone, della finanza e della clientela uniti stranamente nell’osanna all’ arroganza del sindaco.Caro Rosario, permettimi un’ultima domanda. Com’ è oggi il vostro rapporto con gli elettori e come sarà il 17 maggio? Noi non ci ricordiamo dei cittadini, dei nostri concittadini solo in occasione delle competizioni elettorali, importunando gli stessi con una invadenza ossessiva e vuota che è al limite della tollerabilità; noi siamo tutti i giorni con i nostri cittadini, con i nostri giovani, ogni giorno, per tutto l’anno, in mezzo a loro con umiltà e serietà nel rispetto della libertà e delle idee di ognuno. Tutto questo perché noi alla politica abbiamo solo dato, dalla politica non abbiamo avuto qualcosa che oggi saremmo costretti, con ogni mezzo, anche i più subdoli, a difendere ad ogni costo. Il 17 maggio, comunque vada, noi andremo ritorneremo al nostro lavoro continuando però a fare la politica come abbiamo sempre fatto: con il cuore, con la passione e con la gioia di poter incontrare, attraverso di essa, la dimensione dell’ altro.
l’autore dell’articolo è PierPaolo Rispoli