Wojtyla grande comunicatore

di Rita Occidente Lupo

Il grande comunicatore: il Papa polacco, che prima d’esser beato, già stimato Santo! Joaquin Navarro Valls, il  suo portavoce, sempre all’unisono con la voglia dell’uomo vestito di bianco, di giungere a tutto il mondo nel comunicare il Vangelo. Nell’annunziare la lieta novella, in un tempo tempestato dal disfattismo valoriale. Corrotto dall’ambizione argutamente sfrenata, capace di spezzare anche i propositi più arrendevoli. Un Papa, Wojtyla, che tutte le fasce d’età predilessero per la sua semplicità: anche nella maestà d’una impalcatura filosofico-dogmatica, che lo aveva tenuto incardinato a Cracovia. Nel sesto anniversario della sua morte, tanti i ricordi che sfilano superbi, nel riandare alle fatiche d’un uomo appoggiato alla croce di Cristo fin agli ultimi battiti d’agonia. Di un Papa sempre autentico, nel gioviale tratto non solo per le giornate della gioventù. Non una virgola rimossa dall’alto di un Magistero che, tacciato in un primo tempo di rigorismo, poi ben plaudito anche in quelle che si speravano aperture in tema d’etica sessuale. Sulla procreazione responsabile, sull’indissolubilità del sacramento nuziale, sul valore della preghiera, specialmente del Santo Rosario. Tra le meditazioni in Val D’Aosta ed i continui viaggi apostolici, sgranando non solo la fedele corona, che ebbe a mostrare a più riprese a quanti azzardarono l’interrogativo sul terzo segreto di Fatima, un costante sorriso anche tra le rughe di notevoli infermità. L’apice della sua spiritualità con l’attentato di Alì Agca! Consequenziale il processo di canonizzazione così accelerato, per la beatificazione del 1 maggio. Il mese mariano a lui caro, per quella spiccata devozione filiale, che gli fece lasciare perfino a Fatima, il 13 maggio, il proiettile che gli aveva trapassato il colon, scampandolo alla morte. Un grande comunicatore, Wojtyla: specialmente con la vita, densa di opere, oltre che con i discorsi poliglotti, per i costanti bagni di folla delle udienze non solo di mercoledì. Lui, sempre pronto all’accoglienza, mostrando il volto d’una Chiesa del Giovedì Santo, capace di servire, prima di poter gioire della Resurrezione. Joaquin Navarro Valls, suo fedele portavoce per anni, nel riannodare la memoria dei  giorni con Wojtyla, non può non scorrere quelli in cui il sorriso del Papa, tra iniezioni di fiducia, gli aveva insegnato che, quello universale, permane sempre il linguaggio del cuore!