Come si blocca una nazione

Angelo Cennamo

Definire quello di Ruby un processo può sembrare una forzatura. I processi, quelli normali, si celebrano per accertare dei reati e per rendere giustizia a chi, per effetto degli stessi illeciti, ha subito la lesione di un diritto o ne è rimasto in qualche modo vittima. Se è il caso, si punisce il colpevole e nel contempo si riconosce alla parte lesa il diritto a farsi risarcire i danni davanti al giudice civile. Questo è un processo. Il Rubygate lo è? O, come sospettano in molti, siamo di fronte ad una farsa tragicomica costruita ad arte per sputtanare una nazione e per ridicolizzare la sua classe dirigente? In questo gigantesco circo hollywoodiano, nel quale saranno imbarcati in qualità di testimoni decine di attori, starlette, vip di vario genere e divi cinematografici d’oltre confine, spicca prima di tutto l’assenza di uno straccio di vittima. Intervistata all’ingresso del tribunale di Milano, l’avvocato di Ruby ha dichiarato che la “nipote di Moubarak” non si costituirà parte civile nel processo. Non lo farà perchè l’unico danno procuratole da questa vicenda non è riconducibile al comportamento di Silvio Berlusconi, ma all’inchiesta della procura milanese nella quale all’ex minorenne marocchina viene attribuito il ruolo di una prostituta. Ecco il danno, ecco il paradosso : Ruby vittima non del premier, con il quale ella nega di aver avuto rapporti sessuali, ma della Boccassini, la quale, indagando Berlusconi per prostituzione minorile, finisce per marchiare la ( presunta) parte lesa come una puttana! Questa dichiarazione vale di per sè la sentenza. La sentenza che sancirà l’insussistenza del fatto o magari la prescrizione dell’ipotesi di reato, che giungerà però dopo anni di gogne televisive e giornalistiche, per la quali, statene certi, non pagherà nessuno. Così come non pagherà nessuno per l’unico atto illecito, fino ad ora accertato, di tutta questa vicenda : la trascrizione di quattro telefonate intercettate al premier che sarebbero dovute finire al macero senza una preventiva autorizzazione del parlamento, e che invece sono state aggiunte a tutte le altre, e finite nel tritacarne della stampa senza la doverosa dicitura “omissis”. Allora il sospetto che questo processo sia politico prima ancora che giudiziario diventa forte, e palpabile fin dalle sue mosse iniziali : l’enorme mole di intercettazioni, la dubbia competenza territoriale e funzionale degli inquirenti, la fretta di dover procedere con rito immediato perchè, si era detto, c’erano evidenti elementi di prova, salvo poi indicare oltre 130 testimoni per la fase dibattimentale. Ora, dopo il voto espresso dalla camera dei deputati che ha sancito il conflitto di attribuzione, sarà la corte costituzionale a decidere chi dovrà processare Berlusconi : se il tribunale di Milano o quello dei ministri. Nell’attesa del responso, i giudici meneghini potranno, a loro discrezione, sospendere il giudizio o far finta di nulla. Il buon senso suggerirebbe la sospensione, l’istinto persecutorio no.  

 

4 pensieri su “Come si blocca una nazione

  1. Mi ripeto, essendo già intervenuta sul tema del moralismo ipocrita o, meglio, della cosiddetta “doppia morale”: una per gli altri e una per sé. Anziché concentrarci ossessivamente su una Ruby – Rubacuori, perché non rivolgiamo pari attenzione ai milioni di Ruby-Rubaposto assunti per grazia ricevuta da zii e “amici” vari? Stiamo parlando, stando ai risultati di una recente inchiesta, del 75% degli occupati italiani. Tre soggetti su quattro ( e scusate se è poco…)hanno la patente di ladri / mafiosi. Vogliamo indagare su questo, per cortesia?Rubano ben altro che la mela al supermercato…

  2. signor Cennamo lei è troppo di parte faccia un articoli sui vari flpo del governo e della provincia di Salerno , non ha il coraggio di dire ai cittadini che Caldoro ha aumentato i ticket ha tagliato le corse ha aumentato i biglietti dei pullman andando a ricadere seulle famiglie Tremonti taglia al sud per dare al Nord ed il pdl di salerno non dice niente

  3. Sono oltre 6mila e 400 le persone che hanno volato con Alitalia in soli quattro mesi dall’aeroporto Costa d’Amalfi. Un dato che testimonia, da un lato, la strategicità dello scalo e, dall’altro, la lungimiranza del presidente della Provincia, Edmondo Cirielli che aveva scommesso da subito sullo scalo salernitano, perseguendo con tenacia la collaborazione con la compagnia di bandiera”.
    Lo afferma il presidente del consorzio Giovanni Romano, rispondendo con i dati alle polemiche relative alla gestione della Provincia di Salerno. “Ogni mese – afferma Romano – c’é stata una movimentazione di circa 1500 passeggeri, il che significa, moltiplicato per 12, esattamente 18mila all’anno: proprio come previsto dal programma Alitalia che si sta rispettando alla perfezione.

    E si registrano entusiasmanti segnali di crescita: sono in corso – dice sempre il presidente – trattative con diverse compagnie aeree per lo sviluppo di nuove tratte: al momento stiamo valutando Carpatair per il collegamento con Timisoara e Levriero fly – Links Air per collegare Trapani e Spalato.

    Ma sono tantissime – prosegue Giovanni Romano – le richieste che riceviamo da parte di operatori e compagnie, che ritengono strategico lo scalo, a dispetto dei soliti detrattori che mal digeriscono il fatto che l’aeroporto stia efficacemente funzionando, senza di loro.

    Andremo avanti su questa linea, per continuare – aggiunge – a garantire e migliorare un importante servizio per tutti i cittadini salernitani che possono usufruire della struttura e dare, al contempo, una spinta propulsiva allo sviluppo turistico del territorio, consentendo di raggiungere sempre più agevolmente la Costiera e la provincia di Salerno: é in fase avanzata l’elaborazione del progetto di adeguamento e allungamento della pista”

  4. Egr. “Eldorado 65”, sui flop del governo ho già scritto ( vada, per esempio, a leggersi i pezzi sul processo breve). La Regione Campania ereditata da Caldoro è più o meno nelle condizioni della Grecia : è già tanto che i pullman continuino a circolare. Quanto a Cirielli, non credo possa fare peggio dei suoi predecessori.

    Saluti – Angelo Cennamo

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