6 aprile 2009: Fate presto!

di Rita Occidente Lupo

6 aprile 2009: il finimondo! Nel cuore della notte, irrompendo nelle tranquille case aquilane, la morte imperiosa, strappa vite al sonno. Senza pietà! Dai giovani, in cerca di futuro, alla Casa dello studente, da bambini protesi verso l’infanzia spensierata, ad anziani con ancora tanta voglia di vivere. Una scossa quasi del sesto grado della scala Richter, già preceduta da altre, sfigura la regione: pone in ginocchio una terra che vanta agricoltura e storicità. Sgretolati 25.000 edifici, la metà ancora sotto i colpi del restauro: 308 coloro che non vedranno più la luce del sole, 1600 i feriti, che terranno impressi quegli attimi fatali, per la vita. Un’eternità,  quei minuti che renderanno indispensabile poi, l’assistenza a circa 70.000 evacuati. E, come spesso avviene in ogni calamità, la paura dell’oblìo. “Fate presto”, urla in copertina “il Centro”, quotidiano dell’Aquila, in cui il collega Parisse, dà prova di grande coraggio continuando a svolgere la sua attività, pur perdendo i due figli ed il padre nel terremoto! Scene raccapriccianti, sconvolgono anche i telespettatori più distratti. E, a distanza di tempo, il popolo delle carriole scende in piazza per far sì che l’Aquila non venga dimenticata. Che, come succede per i grandi eventi, lo scoop non serva ad annullare le coscienze, a far demordere dalle responsabilità. Oggi, l’Abruzzo, nel secondo anniversario, ripropone la sua immagine: la ricostruzione,  a tambur battente, con migliaia d’alloggi che entro l’anno cercheranno d’imprimere un’altra virata al riassetto territoriale. Che continua, data la natura specifica del territorio, a traballare di tanto in tanto: il dissesto, non dà tregua nè conosce battute d’arresto. Ma mentre la speranza, guarda lontano, la precarietà dei sopravvissuti, urge concretezze e rimbocca le maniche dell’impegno: oggi, ancora in tanti ad urlare “Fate presto!” sperando che non solo il culto, riprenda lo slancio dei secoli, che la memoria sia più forte della paura. In un’attesa che gravita proiezioni di tranquillità, icone le tendopoli, ancora ad interrogare chi avrebbe potuto fare di più. Chi potrebbe, ancora, far di più! Lo steccato politico, all’Aquila, non serve. Che il sindaco deponga la sua fascia tricolore, sperando in un maestrale di maggiore tempestività istituzionale, ancor meno. Alla povera gente, quella che resta sempre al verde delle probabilità, all’addiaccio delle illusioni! All’Abruzzo, che di dignità ne ha mostrata da svendere, non lo sterile pietismo commemorativo, ma la consapevolezza di un costante impegno governativo. In una terra che balla, una maggiore tutela per l’ incolumità civica: per coloro che non rinnegano il proprio campanile. Speronata dalla certezza che, dimore antisismiche e zone non transennate dal rosso delle probabilità, best seller e non corollario di pragmatismo: in nome del popolo italiano, la Giustizia, anche non riformata, lo impone!

4 pensieri su “6 aprile 2009: Fate presto!

  1. Direttrice, è anche bene ricordare quello che disse don Livio Fanzaga direttore della omnipresente RadioMaria. In buona sostanza il sisma avvenuto all’inizio della settimana di passione qualcosa (di divino intervento) avrà pure voluto significare, no?
    Per gli increduli, la registrazione integrale di quanto disse questo prete è in Rete a futura memoria. Inutile spendere altre parole: ascoltate …
    Suo Giangastone

  2. Il signor Giangastone non ricorda le considerazioni di questo personaggio sullo tsunami del 26 dicembre 2004? Anche questo è in rete …
    Se il cristianesimo si estinguerà sarà anche grazie a uomini come questo!
    Bea

  3. GRAZIE, PER LE BELLE PAROLE CHE CI DEDICATE E, SOPRATTUTTO, PER LA MEMORIA, CHE TROPPO SPESSO MANCA: NELLA GENTE, NELLE ISTITUZIONI, NEL GOVERNO.
    GRAZIE DI CUORE
    LO STAFF DEL CENTRO STUDI L’AQUILADANZA

  4. Sono davvero felice che la solidarietà che il nostro quotidiano continua a palesare, venga recepita! Forza all’Abruzzo, forza all’Aquila ed un plauso a quanti, in un mondo che rischia di sopprimere i valori, di svendere i sentimenti, di spegnere la generosità, riescono ancora a donare agli altri, a costo di mettere a repentaglio la propria vita. Siamo a dipsosizione per ricevere vostre notizie costantemente: vogliam oaprire un ponte con l’Abruzzo e dar voce alle vostre gioie, come ai vostri dubbi! Cordialemnte il Direttore Rita Occidente Lupo

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