Crisi vocazionali?

di Rita Occidente Lupo

Dio chiama sempre. Ed a qualunque età! La crisi vocazionale, tra flagellanti compromessi per tanti, che si dicon cattolici a modo proprio. Tra ambizioni rampanti e Ruby svendenti prostituzione a caro prezzo, l’incertezza di chi non riscontra più autorevoli punti referenziali. Canoni etici, non affidati all’antico catechismo ingiallito, da Prima Comunione, ma ad una dottrina cristiana e cattolica, capace di salvezza per tutti. La messe molta, gli operai pochi! Mai come in tale contesto epocale, la Chiesa vive l’affanno della crisi vocazionale di tanti, che optano per le seduzioni mondane. Per l’edonismo imperante a basso costo, più che per la rinuncia per una dimensione escatologica. Dio è morto, cantava un tempo Guccini, guardando allo scempio della belligeranza, che non spegneva livore nello spaccato contemporaneo, dopo le crocifissioni di Norimberga! Che non sembrava più parlare all’uomo, chiuso alla mortificazione e proteso al conseguimento del piacere effimero. Eppure Dio c’è, graffia ancora qualcuno sotto i ponti autostradali, in preda ad una riscossa delle coscienze, che ancora vivono l’inquietudine della depressione in aumento! Tra un focolaio di facili costumi ed un egoismo, che marca piedistalli esibizionistici! E quando chiama, lo fa senza mezzi termini. Come racconta la Koll, che da convertita in età matura, rimanda a quel Paolo di Tarso, accecato sulla via di Damasco. Al di là delle luci del set: come per Dolores Kart, che da oltre mezzo secolo, intreccia preghiere e meditazioni, al riparo dai fragori mondani. Claustrale benedettina in America, nella giuria degli Oscar, appare più che mai convinta che la sua, quella della Maria evangelica, la parte migliore! Dio c’è…e continua a camminare nella storia di tutti i giorni, accanto all’uomo agostiniano, che cerca di giungere con la ragione a Lui o a quello agreste, che vide per primo il Bimbo a Betlemme! E continua a proporre una strada alternativa a quanto finisce prima o poi per sfibrare, l’umana sopportazione: la stessa corruzione, che sembra appannaggio di “un certo mondo”, tra agiati vizi, senza pubbliche virtù, quanto appaga la libertà umana?  Dio c’è…e continua a chiamare oggi, come ieri: apparenti scettici e cattolici praticanti, giovani dal futuro incerto ed uomini con coordinate già progettate…la Sua proposta, senza rinvii!

Un pensiero su “Crisi vocazionali?

  1. Secondo il mio modesto punto di vista, penso che la crisi vocazionale funziona a secondo dei parametri riguardanti la esplosione della civiltà e del benessere dei tempi moderni, almeno nei paesi occidentali..
    Come può una donna d’oggi sottoporsi ad eccelsi sacrifici ecclesiali quando può beneficiare della “vacca grassa” che ci offre il tenore di vita attuale?
    All’inizio del secolo passato avevo una zia suora addetta al tesoro della chiesa di Pompei, era divenuta suora per devozione, ma soprattutto perché i tempi che allora scorrevano era difficili da affrontare, specie per le donne, mia zia, fra l’altro, aveva perso la madre già da giovanissima, Erano cinque sorelle compreso mia madre che non era ancora sposata. Tra tali sorelle ve ne era una sposata con due bimbi, una di quattro anni e il maschietto di due anni, ma la mala sorte volle che la famigerata febbre spagnola di quei nefasti anni uccise madre e padre dei due angioletti nel medesimo giorno.
    Mia madre che era in procinto di sposarsi si portò con se la bimba, mentre il maschietto se lo prese la famiglia del defunto.
    La bimba crebbe nella miseria ma con amore da parte dei miei genitori che, a loro volta ebbero molti figli.
    La ragazzina fu cresciuta dai miei genitori come se fosse stata la prima figlia, e voluta ancora più bene rispetto ad altri figli naturali .Ma a sedici anni, la sorte volle che mia zia Suora a Pompei , tanto che fece convinse la ragazza a farsi suora anche lei. Ci riuscì Ma per ben sette anni gli fu proibito di comunicare con i genitori adottivi. Per tutto l’arco dei sette anni pianse lacrime amare sia lei che mia madre. Un giorno vedemmo da lontano per strada un’ombra bianca che si avvicinava pian pianino. Era Suor Roberta, mia sorella che aveva avuto il permesso di venirci a trovare da dov’era a Pisa. Quando giunse da noi, mia madre e la suor Roberta si strinsero forte per più do mezzora piangendo di gioia , tanto da bagnare il suolo di lacrime tutto intorno, d’allora venne ogni anno passare da noi le sue vacanze della durata di una settimana, e fino a qualche anno fa, prima che morisse , veniva a casa mia per trascorre il suo breve vacanza. Per poi ritornare nella casa di riposo per anziani di Prato dove accudiva molti vecchi. con amore e con grande fatica. Cosa che difficilmente la si può riscontrare ai tempi nostri. Cordialità, Alfredo

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