8 marzo: da una Donna, le Donne

La festa della donna fissata all’otto marzo di ogni anno, ha avuto origine nel 1910, quando la Conferenza internazionale dei Movimenti Femminili , riunita a Copenaghen, in ricordo di un gruppo di operaie vittime di un infortunio sul lavoro, lanciò la “Giornata Mondiale della Donna” fissandola opportunamente in questa data. Ricordando giustamente l’8 marzo la “Festa della Donna”, mi viene in mente la lettura del libro “Il secondo sesso” della filosofa Simone De Beavoir. L’autrice, affronta il problema dell’indipendenza della donna e della sua equiparazione all’uomo, sotto il profilo morale, giuridico, economico e sociale, in chiave esistenzialista e su un piano polemico e anticonvenzionalista. L’emancipazione femminile, secondo lei, ha una giustificazione teorica e storica molto remota; ma, oggi, per rendere più valide le conquiste realizzate, deve essere considerata sotto novi aspetti, rispondenti ai tempi. Sono da risalire, infatti, alla volontà di Pericle che governava Atene, le prime organizzazioni di clubs femminili. E con i tempi moderni che le rivendicazioni della donna vengono teorizzate e poi proclamate, dando origine al movimento  ideologico del femminismo. Olimpia de Sanges, agli inizi della Rivoluzione Francese del 1789, celebre femminista, organizzò circoli femminili come la nota “Sociètè des femmes revolutionnaires” (società delle donne rivoluzionarie) per rivendicare i diritti della donna, facendo propaganda contro i diritti dell’uomo: Romanzo “Le prince philosophe” (Il principe filosofo). La sua polemica si conclude con la chiusura  dei clubs da parte dell’Assemblea Costituente. In questo stesso periodo, un simile movimento femminista, si va sviluppando in Inghilterra per volere di Maria Wollstinecroft che, pubblica il volume: “Vendication the righits of the women”(Rivendicazione dei diritti della donna), dopo la seconda guerra mondiale che ha visto la donna partecipe perfino ad attività para-militari, come servizio ausiliario in Russia e alla lotta partigiana, si tende di ammettere l’eguaglianza delle capacità intellettuali tra uomo e donna. Nel corso dei secoli la donna ha assistito al continuo sminuire del suo ruolo e, grazie al Papa Giovanni XXIII, che, nella sua enciclica “Pacem terris sel 1963”, riconosce alle donne il “diritto al lavoro come parte essenziale della sua personalità, indicando nell’avanzata della donna nel segno dei tempi”.Anche Giovanni Paolo II, in tutti i suoi discorsi e nei documenti ufficiali, ha dedicato molto spazio al tema della donna, a difesa della dignità e, sottolineandone il ruolo che occupa nella società. Nel 1995, in occasione della Conferenza dell’ONU sulla donna a Pechino, questa sua presa di posizione si rafforzò chiaramente. Prima di queste circostanze, il Papa scrive la “Lettera alle donne” per coinvolgerle personalmente e, quindi, parla “direttamente al cuore e alla mente”, esortando ogni donna a meditare, assieme a lui, se stessa e, la responsabilità culturale, sociale ed ecclesiale che scaturisce dal suo essere donna …Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Oggi, la donna ha il diritto di accedere a tutte le cariche: professioni, impieghi pubblici, magistratura nei vari gradi di categorie, senza nessuna limitazione, purchè abbia requisiti stabiliti dalla legge per l’avanzamento della carriera e del suo svolgimento. L’anno 1996, ha messo in risalto molte donne, ma voglio sottolineare Cristina Sanchez, 24 anni, la prima donna spagnola nella storia della tauromachia; Pholon Devi, simbolo della libertà di tutte le donne indiane, tenuta in prigione (1994) segregata, torturata e violentata centinaia di volte, per aver sostenuto le sue idee politiche; Leyla Zana, premio “Sakharov” per la libertà d’espressione nel Parlamento europeo e del “Premio internazionale Rosè”, dell’organizzazione del movimento operaio donne per la difesa dei diritti umani e, candidata al premio Nobel per la Pace, prima donna turca e curda ad essere eletta in parlamento. Per concludere, dovremmo dire grazie al movimento delle donne che è riuscito a trarle dall’ombra della storia, nella quale, per molto tempo erano rimaste, e a portare appunto, le donne nel proscenio della storia, mettendo alcuni interrogativi sia sul loro passato, che nel loro futuro. Le donne stesse hanno iniziato a fare ricerche sulle loro antenate, per scoprirne le radici del dominio subìto  e il significato dei rapporti diversi tra sesso, mediante il tempo e lo spazio. La grande volontà delle donne deve essere quella  di sostenere e porsi al cospetto di una realtà per riconquistare un ruolo che le riconosca i diritti e le ponga su un piano di eguaglianza nel pieno significato del termine. Un invito, quindi, per trovare insieme la forza per rinsaldare i ruoli con impegni familiari, sociali e culturali per stimolare e dar vita insieme e, con loro anche gli uomini, ad un rapporto donna-uomo, che sia posto su un piano di rispetto e considerazione, con diritti e doveri, reciproci. Unite in una voce corale, le donne devono dichiarare che non è la manifestazione dell’8 marzo a riconoscerle e a consegnarle i giusti inserimenti, ma ogni istante della loro esistenza deve essere una vera e propria conquista del rispetto assoluto nell’universo umano Elena Ostrica

Mimosa

Un simbolo ti hanno dato, sei il fiore della “Donna”. Quale più alto onore hai meritato, festeggiando la nobile figura del creato? Gialla, delicata, aspra nell’odore, non ti confondi con un altro fiore. Tu sei bella solo sulla pianta, assomigli tanto alla donna e, se toccata, sembri già sfiorita…Forse perciò ti hanno sì fregiata e, ad alti onori ti hanno immortalata.