Salerno: Odierna e le politiche sociali provinciali

La crisi ha creato dei nuovi poveri e ampliato la domanda di servizi sociali; come si sta muovendo il Suo assessorato per rispondere a questa emergenza che da economica, fatalmente si trasforma in sociale? Nonostante la Provincia abbia competenze molto limitate in tema di gestione diretta di servizi sociali, credo che sia doveroso prestare la massima attenzione ad un’emergenza sociale di tale portata. Nei mesi scorsi ho messo a punto una serie di azioni concrete e grazie alla collaborazione del Banco Alimentare o.n.l.u.s. di  Salerno sto sostenendo le associazioni che gestiscono mense per i poveri. In tema di servizi e interventi sociali la Provincia è chiamata a giocare un ruolo ben definito dalla Legge Regionale n. 11/2007. Si tratta di un ruolo importantissimo, di coordinamento, controllo, impulso, concertazione del sistema dei servizi essenzialmente affidato ai comuni organizzati in ambiti sociali. Si tratta di un enorme lavoro di raccordo che consente di svolgere una analisi dettagliata dei problemi sociali da un punto di vista “privilegiato”. A partire da questa analisi si possono trovare soluzioni dirette a gestire  l’attuale situazione di emergenza sociale e a garantire interventi concreti a lungo termine. Occorre dare piena attuazione alla citata legge regionale anche avviando sistematicamente l’Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali inteso come organismo  capace di individuare in modo preciso e puntuale, direi capillare, le diverse situazioni di bisogno sociale presenti su tutto il territorio della provincia. Un altro obiettivo che considero fondamentale e sul quale sto profondendo tutto il mio impegno con l’aiuto di uno staff tecnico di specialisti  è quello di reperire tutti i finanziamenti disponibili in materia sociale e sanitaria. Risulta fondamentale, per raggiungere lo scopo, partecipare come Provincia di Salerno a tutti i bandi che si rendono disponibili per recuperare quante più risorse è possibile da utilizzare per sostenere il sistema di welfare locale e provinciale.Vi sono poi numerose iniziative e attività nel quale il mio assessorato è impegnato, come creare e dare impulso al coordinamento degli assessori provinciali alle politiche sociali e sanitarie della Regione Campania quale luogo di proposta, ma anche di incontro del Coordinamento Provinciale delle Politiche Sociali per valutare l’opportunità di condurre a livello provinciale un accompagnamento tecnico per il raggiungimento di una forma giuridica più stabile dei Piani di Zona. Inoltre, l’attivazione dei Comitati dei Sindaci di Distretto, i tavoli del welfare, i tavoli tematici, la presentazione di proposte circa le linee di indirizzo provinciale che comprendono: macro analisi dei cambiamenti in atto, priorità di intervento condivise a livello provinciale e modello di governance. E ancora azioni accompagnamento (assistenza tecnica) ai piani di Zona sulla base delle linee guida regionali. Infine, alla luce delle criticità nel sistema dei servizi diurni e residenziali,  contribuire concretamente alla razionalizzazione di questi servizi (sia sul versante sanitario sia sociosanitario e sociale). A tal proposito, la Provincia offrirà il suo contributo in termini di studio e/o proposta finalizzato a rivedere gli indici dei posti in accreditamento fissati con la Legge Regionale n. 8 del 2003 e con essi titolarità e tariffari. Dalla Provincia è arrivata un’alzata di scudi contro la gestione della sanità; come considera la situazione attuale e quali prospettive potrà attendersi il nostro territorio? La sanità campana oggi versa in una situazione disastrosa ereditata dalle giunte che hanno governato negli ultimi 10 anni e che per uscire da tale situazione è necessario procedere con ogni mezzo alla razionalizzazione  della spesa fuori controllo. Credo che un piano di riorganizzazione e qualificazione della rete ospedaliera e territoriale per essere credibile e, quindi, efficace deve necessariamente porsi l’obbiettivo di promuovere il benessere e la salute dell’intera comunità di riferimento, e non interessi personali e rendite di potere, nella consapevolezza che la vera ricchezza di un sistema sanitario è l’effettività della tutela della salute dei cittadini. In tal senso la Provincia di Salerno, grazie alla perseveranza del suo Presidente  On. Edmondo Cirielli, ha svolto un ruolo rilevante nella costruzione del piano sanitario regionale. In particolare, la regione Campania ha recepito le proposte contenute nel nostro piano integrativo provinciale e in tal modo è stata scongiurata la chiusura di molti ospedali presenti sul territorio provinciale attraverso la riconversione dei nosocomi esistenti in funzione dell’assistenza territoriale e della creazione di poli di eccellenza. Per esempio, grazie ad un emendamento proposto da me con l’ausilio del Presidente Cirielli e grazie alla collaborazione del commissario ad acta alla sanità, Presidente Stefano Caldoro  il Presidio Ospedaliero “Martiri del Villa Malta”  di Sarno è stato classificato come Presidio di II° Livello Rete Emergenze con 160 posti letto. Ai nostri sforzi sarebbe dovuto seguire a livello di Asl provinciale un piano attuativo, che avrebbe dovuto costituire a livello operativo una cornice di sintesi all’interno della quale si sarebbero dovuti evidenziare elementi di coordinamento di integrazione e sinergia tra le varie strutture. Purtroppo, così non è stato! Per quanto riguarda il futuro sono fermamente convinto che, come previsto dal piano regionale, solo cercando di garantire alla comunità della nostra provincia con decisioni coraggiose e non più procrastinabili, la salvaguardia delle strutture, delle eccellenze e delle professionalità si riuscirà a garantire l’effettiva realizzazione del diritto alla salute, diritto del singolo e interesse della collettività.Tra i motivi per una regione autonoma c’è anche la necessità, in materia di sanità, di dover metter mano a una politica differente da quella che ha portato nel buco nero della sanità napoletana migliaia di miliardi di risorse. Come valuta le scelte di Caldoro sulla sanità? Non vi è dubbio che le ragioni che ci hanno indotto a percorrere la grande sfida di fare del nostro territorio una Regione non si esauriscono nell’esigenza di affrancarsi dal pesante “napolicentrismo” a cui l’ex governatore della Campania ci aveva costretti. Alla base di tale scelta vi sono ragioni ideali nobili che possiamo ritrovare anche nel dibattito dei nostri padri costituenti. Personalmente non mi stancherò mai di sottolineare i danni della stagione bassoliniana, provocati dall’incapacità di gestire le dinamiche economiche, le emergenze ambientali, le politiche sociali e sanitarie ecc… Ora, grazie anche al peso determinante dei salernitani ci siamo lasciati alle spalle quel sistema di gestione politica e del potere e abbiamo il dovere di gestire anche i problemi della sanità. In tal senso, pur apprezzando gli sforzi del Presidente Caldoro per porre rimedio allo sfacelo della sanità campana, credo che la costituzione della nostra nuova Regione possa senz’altro essere utile a scrollarsi di dosso il pesante fardello della sanità napoletana, un bubbone che, senza ombra di dubbio, impedisce il riequilibrio dei nostri conti e la razionalizzazione della nostra rete sanitaria. Qual è l’obiettivo del Registro Tumori e quali altre iniziative sta mettendo in campo in questo senso? Il Registro Tumori è uno strumento indispensabile per la prevenzione e la ricerca perché sopperisce all’assenza in tutte le strutture ospedaliere nazionali, pubbliche o private, dell’obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura dei tumori. La riqualificazione del Registro Tumori parte dal dovere morale ancor prima che politico di mettere in campo tutte le forze tecnico – scientifiche e mediche per fare diagnosi finalizzata a capire quali siano le cause dei principali tumori la cui insorgenza è in aumento nel nostro territorio provinciale. Grazie all’ausilio tecnico, amministrativo e scientifico dell’A.S.L. Salerno Unica, con la quale è stata sottoscritto un protocollo di intesa, verrà, difatti, fotografata la realtà e saranno raccolti i dati relativi ai malati di tumori della nostra provincia. Grazie, poi, al lavoro certosino di scienziati della portata del prof. Giulio Tarro e del prof. Antonio Giordano verranno analizzati i dati sapientemente raccolti. Tutto ciò per capire, tra l’altro, quanto e come l’inquinamento atmosferico derivante, in gran parte, dalla cattiva gestione ultraventennale del ciclo dei rifiuti, nonché la contaminazione delle acque ha inciso, sta incidendo e inciderà sulla salute dei nostri concittadini. Stiamo lavorando per la raccolta dei dati essenziali per la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e perchè la programmazione delle spese sanitarie venga svolta nella maniera migliore possibile. Quali politiche sono messe in campo per l’inclusione e l’integrazione degli immigrati nella nostra provincia? Al fine di migliorare l’accoglienza e il processo di integrazione tra le culture, intendo avviare diversi progetti da finanziare tra cui uno finalizzato a realizzare un Servizio Integrato per le donne italiane e straniere e i loro bambini presso i reparti di ostetricia e pediatria degli Ospedali della provincia per fornire una assistenza integrata (sanitaria, psicologica e sociale) grazie all’inserimento di figure professionali come Animatori e Mediatori Culturali, in grado di costruire un clima di fiducia e tolleranza sia tra gli Operatori Sanitari, piccoli pazienti e loro familiari, che tra bambini ricoverati italiani e stranieri, creando occasioni d’incontro e di gioco orientati alla interculturalità. Poi, un progetto che si proponga di superare le difficoltà culturali e linguistiche degli alunni immigrati favorendo, attraverso l’inserimento della figura del mediatore culturale nelle scuole, il processo di integrazione interculturale che oltre agli aspetti linguistici e cognitivi, presenta importantissimi risvolti di tipo emotivo e sociale. Infine, un progetto “Servizio di mediazione culturale e linguistica in ambito sanitario”, che si propone di affrontare, con l’inserimento di mediatori, alcune delle aree problematiche legate al rapporto fra popolazione immigrata e servizi sanitari, rendendo l’assistenza sanitaria “culturalmente adeguata” ad un’utenza multietnica. Il progetto ha lo scopo di migliorare la comunicazione, accrescere la collaborazione tra pazienti immigrati e personale sanitario e quindi promuovere la salute degli immigrati. Verrà, inoltre, istituito un Elenco Provinciale dei mediatori culturali che verrà annualmente aggiornato e messo a disposizione di tutti i soggetti istituzionali o privati del territorio che ne abbiano interesse con particolare riguardo agli ambiti sociali territoriali. In questo momento il Terzo Settore è mobilitato contro la Regione, qual è la situazione nella nostra provincia? Il quadro normativo e regolamentare regionale presenta diversi elementi di confusione da risolvere e molteplici vuoti normativi da colmare rispetto ai quali va assicurato un ruolo attivo della nostra Provincia in modo da evitare di subire decisioni e scelte non condivise. Nel più recente passato non pochi provvedimenti regionali che hanno interessato direttamente i territori sono stati adottati senza un reale percorso di consultazione dei territori e nell’assenza di un ruolo attivo delle province. E’ intenzione di questo assessorato evitare che tali prassi si ripetano in futuro. Ovviamente per rimarcare una presenza significativa della nostra Provincia e dei nostri territori nella definizione degli strumenti normativi regionali si rende necessario attivare i necessari approfondimenti proprio in collaborazione e in stretta relazione con i soggetti interessati e/o coinvolti nel sistema dei servizi e degli interventi sociosanitari della nostra provincia. A partire dal mio insediamento come assessore provinciale la mia attenzione quotidiana si è rivolta al dialogo e al confronto con i sindacati con le organizzazioni dei lavoratori impegnati negli ambiti sociali territoriali, con le cooperative e con le associazioni del terzo settore. La Provincia partecipa attivamente ai tavoli istituzionali costituiti presso ciascuno dei 10 Piani di zona della provincia. Devo dire che ho trovato grandissime professionalità ed un impegno impagabile nella quasi totalità degli operatori. Non vi sono atteggiamenti pregiudiziali nei confronti della Regione e tantomeno nei confronti della Provincia ma oggettivamente il momento è molto difficile. Nei prossimi mesi credo che assieme agli ambiti dovrà essere avviata una vera e propria operazione di verifica, controllo, coordinamento, razionalizzazione di servizi in essere e in qualche caso occorrerà procedere alla razionalizzazione della spesa sociale. In un periodo di ristrettezze non si potrà in alcun modo consentire che le attività dei Piani di Zona siano di tipo “autoreferenziale”, dovranno essere poste al centro delle attività e dei servizi le persone e i loro bisogni.Un impegno particolare dovrà essere profuso nel progressivo miglioramento del sistema qualità dei servizi provinciali. Si tratta di un’attività complessa e di indubbio rilievo tecnico/scientifico che intende collocare il nostro territorio nella fascia più avanzata di sperimentazione delle strategie di miglioramento della qualità dei servizi sul piano nazionale. Vorrei sottolineare che tutte le iniziative di cui ho detto non potranno essere realizzate in assenza di sinergia con le organizzazioni del terzo settore. De Luca sostiene che Salerno sia un modello per quanto riguarda i servizi sociali, in particolare nell’assistenza agli anziani e per quanto riguarda gli asili nido. Lei condivide le scelte fatte in questi anni, e dove cambierebbe rotta? Come valuta l’operato di Salerno Solidale? Desidero rispondere alla domanda esprimendo il mio pensiero sulla società per azioni creata nel 1997 da De Luca per gestire i servizi sociali. Ho l’impressione che attraverso Salerno Solidale spa si siano affrontati solo parzialmente i problemi dei salernitani bisognosi. Infatti, visitando la pagina web, si trovano in bella evidenza attività di svago e ricreazione. In una sezione del sito, poi, vi è perfino una serie di comunicati stampa riguardanti il narcisista sindaco che ad esempio fa sapere di avere il pugno di ferro! Ovviamente vorrei che non fosse così e che i problemi del disagio di Salerno fossero stati affrontati e in gran parte risolti con la s.p.a. Salerno Solidale. Per il resto posso dire di aver incontrato in questi mesi moltissime persone che non pensano affatto che la qualità dei servizi sociali del nostro capoluogo di provincia sia eccellente nonostante nello scorso anno abbia ricevuto molte risorse da parte della Regione Campania in virtù del nuovo criterio di riparto basato sul numero degli abitanti. Potrei concludere con un consiglio al Sindaco De Luca, fossi nei suoi panni mi preoccuperei ad esempio di organizzare meno iniziative di svago e ricreazione preoccupandomi tutt’al più di pagare le comunità di accoglienza per minori private di cui il Comune di Salerno si serve e che non ricevono la retta da oltre un anno.Come deve declinarsi un welfare moderno? Un sistema di welfare moderno, a mio avviso, deve porre al proprio centro la diversità, la pluralità delle identità, quindi linguaggi, saperi e anche tempo e spazi per chi vive il disagio sociale ed economico. Spesso il welfare è stato interpretato, specie a sinistra come un luogo di opportunità personali. Mi piacerebbe uscire da questo welfare antico ed ingiusto. Mi piacerebbe vedere chiaro per esempio su incarichi a professionisti improduttivi fatti con i soldi dei poveri. Mi piacerebbe contribuire ad inaugurare una nuova stagione di welfare locale inteso come un luogo di incontro e di servizio, lontano da logiche spartitorie, da lottizzazioni, da annunci elettoralistici privi di contenuto sociale.  Perché decide di sostenere Anna Ferrazzano? Penso che sia una persona in gamba, umile seria e con un grande senso del dovere. Ha dimostrato grandi capacità come Vicepresidente della Provincia, nonché come assessore alle Politiche del Lavoro e Pari Opportunità ed è un ottimo candidato sindaco. Il Guiscardo

 

Un pensiero su “Salerno: Odierna e le politiche sociali provinciali

  1. ravviso nelle parole ,del sig odierna ,non solo capacita’,ma grande dignita’ di pensiero.con onesta’ intellettuale visiona la problematica delle politiche sociali con avvedutezza,e’ realta’. non critico il sindaco ,maritengo ,che sia ormai fouri discorso ,non fosse altro ,per la sua sempre immotivata ,tracotanza.auguro alla ferrazzano ,successo,perche merita al di la ,di ogni visione politica.oltretutto e’ moderna e’ mai fuori luogo,e’ caratterialmente positiva . auguri .

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