Salerno: Telecomunicazioni, famiglie al palo e imprese in affanno Federconsumatori lancia l’allarme

 Tempi duri, si prospettano per gli utenti di Telecom Italia che, dal 1° marzo, si riserva la facoltà di introdurre per tutte le offerte e i profili commerciali che prevedono traffico dati su tecnologia ADSL, meccanismi temporanei  di limitazione all’uso delle risorse di rete disponibili. In altre parole: meno connettività e meno investimenti in infrastrutture di rete. “Con Milleproroghe, in questi giorni, si rifinanzia il fondo per il passaggio al digitale terrestre, sottraendo 30 milioni di euro dalle risorse stanziate per la banda larga, già ridotti in precedenza da 800 a 100 milioni di euro. – spiega il presidente provinciale di Federconsumatori, Peppe Sorrentino – Fondi, quelli, destinati a ripresa e sviluppo (si stima avrebbero impiegato oltre 50.000 addetti) – bloccati per il digitale terrestre, mentre i consumatori guardano sempre meno tv e lo sviluppo viaggia sulle strade del cyberspazio. Dunque la concorrenza fittizia non spinge a fare investimenti che pure il Governo continua a distrarre.” A preoccupare Federconsumatori, non solo l’obsolescenza della rete. Il furto dei cavi particolarmente diffuso nel nostro territorio, infatti, secondo Sorrentino ha ricadute economiche gravissime: “Si pensi, ad esempio, a tutti quei condomini o ad aziende colpite che, in alcuni casi, possono restare per lunghi periodi senza connettività dati o addirittura, senza fonia. – osserva il presidente – Per una famiglia è un disagio importante. Per un’azienda, soprattutto in un periodo di crisi intensa come questo, può addirittura rappresentare l’inizio della fine.” Non solo. Telecom Italia, dopo aver incassato un ulteriore aumento sul costo del canone da parte del governo, sta spingendo i propri tecnici ad applicare le cosiddette “quote di accesso” ai clienti che reclamano il disservizio dell’utenza telefonica. “Così facendo – continua Sorrentino – Telecom scarica sui cittadini i lauti compensi dei dirigenti e di una gestione miope. Quello che a ragione è da tutti visto come un servizio di utilità sociale, oggi può costare anche 55 € a chiamata.” Nel panorama tutt’altro che roseo che interessa le telecomunicazioni, inoltre, a pesare sul collo dei consumatori, il mancato rinnovo, da parte del Governo, dei finanziamenti per le conciliazioni obbligatorie 2010, “che per la sola provincia di Salerno hanno consentito a migliaia di imprese e famiglie evitare lungaggini processuali e di intervenire sulla tempestiva risoluzione delle problematiche, con un risparmio stimato di alcuni milioni di euro.”, ha concluso il presidente.