Salerno: Miano, rilancio agricoltura post alluvione

Assessore, qual è la situazione per le attività agricole nelle zone colpite dall’alluvione, si è già avviato un processo di aiuti e di rilancio? Siamo di fronte ad una situazione critica, con infrastrutture rurali ed aree coltivate fortemente danneggiate in tutto il salernitano. Si è richiesto a gran voce la dichiarazione dello stato di calamità da parte del Consiglio dei Ministri e l’erogazione immediata di fondi necessari all’emergenza e come aiuto a tutte le attività colpite. All’interno del decreto Milleproroghe, sono stati previsti finanziamenti per 200 milioni di euro, di cui 100 milioni vengono prelevati dai Fondi del Ministero dell’Ambiente, 40 dei quali già destinati, pre-alluvione, alla Campania per il risanamento ambientale, mentre gli altri 100 dai Fas. Purtroppo, come ha denunciato il Presidente Cirielli, ad oggi non sono previste risorse aggiuntive per la nostra provincia, mentre per la Liguria, e ancora per il Veneto (dopo i 300 milioni già stanziati) vengono previsti, togliendoli al Mezzogiorno, ulteriori finanziamenti prelevati dai Fas. Una delle regioni più colpite dal fenomeno del dissesto idrogeologico, come la Campania, si vede negata fondi necessari a far fronte ad una grave emergenza. Nessuno sforzo finanziario ulteriore, infatti, è stato compiuto a sostegno del nostro territorio, colpito pesantemente dall’alluvione dello scorso novembre. In particolare, era stata più volte richiesta dal sottoscritto una proposta tesa a concedere il differimento delle scadenze per adempimenti di natura tributaria e contributiva, nonchè del pagamento di premi assicurativi obbligatori alle imprese operanti nei territori del salernitano colpiti dall’alluvione del novembre 2010. La Regione Campania deve gestire una partita importante rispetto ai Fondi per lo Sviluppo Rurale. Quali priorità dovranno seguire questi investimenti e cosa andrebbe fatto per il settore nella nostra provincia? Le priorità per il nostro territorio riguardano, soprattutto, il raggiungimento degli obiettivi relativi alla competitività, che si possono perseguire con la certificazione dell’impresa, del territorio e delle produzioni, favorendo, inoltre, l’associazionismo delle piccole e medie imprese, attraverso attività di valorizzazione e promozione delle produzioni stesse. Bisogna innescare un’attività di informazione, invitando gli attori dei territori a dar vita ad organizzazioni produttive rappresentative dei singoli comparti. In questo momento Palazzo Santa Lucia è scosso da una serie di defezioni: prima Vetrella, poi Cosenza. Quanto la preoccupa questa situazione in questo momento di crisi. Non teme che ci sia un’ingovernabilità di fondo in questa Regione? Temo, soprattutto, l’immobilismo dell’ultimo anno dovuto alla situazione finanziaria ereditata dagli ultimi governi regionali, non giustificativa dell’incertezza che è costretta a vivere sia il mondo dell’impresa che la filiera istituzionale periferica. Pertanto è necessaria una svolta capace di creare certezze per lo sviluppo socioeconomico della nostra provincia. Le amministrazioni del centro sinistra sono state messe sotto accusa per una serie di soldi investiti in feste e sagre. Come si deve raggiungere il giusto mix tra la razionalizzazione della spesa e la promozione dei nostri prodotti, in particolar modo quelli legati alla terra?Bisogna puntare alla promozione delle nostre eccellenze fuori dal territorio provinciale per far conoscere, anche Oltralpe, i nostri prodotti tipici che trovano un momento di valorizzazione solo in occasioni di manifestazioni locali. E’ importante, anche nell’ottica della razionalizzazione della spesa, divulgare i prodotti del comparto agroalimentare come una tipicità del territorio, affiancando per la loro commercializzazione un marchio di identità territoriale, di qualità e rintracciabilità. Cosa si sta facendo per la lotta all’agropirateria? La legge sull’etichettatura che rende obbligatoria l’indicazione dell’origine sui prodotti alimentari è un importante strumento di sicurezza per i consumatori che sono informati sulla provenienza dei prodotti. Una garanzia per ogni singola filiera, soprattutto, per quella del settore lattiero-caseario, eccellenza produttiva del nostro territorio. Molto bisogna fare attraverso lo strumento dell’informazione per far radicare il messaggio di una corretta scelta ed uso di prodotti di qualità per debellare il falso “made in Italy” agroalimetare che danneggia i nostri prodotti tipici. La Dieta Mediterranea è patrimonio dell’Umanità, e i prodotti della nostra provincia sono gran parte di questa dieta. Cosa si sta facendo per far guadagnare fette di mercato alle nostre eccellenze? La Provincia di Salerno è fortemente impegnata in azioni di promozione delle eccellenze del comparto agroalimentare del territorio, che fa parte della Dieta Mediterranea. Per far conoscere le nostre produzioni siamo presenti alla Bit di Milano con uno spazio dedicato all’Enoteca provinciale di Salerno, nata proprio con lo scopo di diffondere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo e ampelografico salernitano, nel rispetto e nella tutela delle identità enologiche locali. Un obiettivo dell’Amministrazione Cirielli è quello di entrare in sintonia con la volontà dei produttori locali per recuperare e valorizzare le varietà tradizionali e autoctone e facilitare, inoltre, l’esportazione delle eccellenze del comparto. Un apposito spazio alla Bit è dedicato all’evento Agrimed- Montagna, agricoltura di montagna del bacino del Mediterraneo che si svolge in autunno nell’area Parco, in cui è nata la Dieta Mediterranea. Quanto le nostre produzioni agricole pagano lo scotto dell’emergenza ambientale napoletana e casertana? Il settore agroalimentare salernitano è meno coinvolto da questo problema. Sono indispensabili azioni sinergiche per definire programmi e strategie di sviluppo rurale che tengano conto delle peculiarità e dei fabbisogni del territorio, nell’ottica della valorizzazione delle produzioni tipiche e biologiche di qualità, affinché l’emergenza  rifiuti  napoletana non danneggi ingiustamente anche l’immagine del comparto agricolo salernitano. Nell’area salernitana più debole è stata la penetrazione delle Ecomafia e più forte è stata la resistenza degli imprenditori agricoli nell’evitare un inquinamento territoriale che avrebbe fortemente debilitato la salubrità delle colture. L’agricoltura è uno dei settori nei quali è più elevato il tasso di lavoro nero e di sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Esiste un impegno della Provincia, in questo senso? La Provincia di Salerno ha firmato, nell’ambito dell’evento Agrimed, un protocollo d’intesa con una comunità del sud-est romena per favorire l’integrazione di lavoratori immigrati, attraverso progetti di formazione delle forze lavoro che entrano nel nostro territorio, al fine di arginare lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e del lavoro nero. In breve per arginare il grave problema del caporalato. Qual è la Sua posizione rispetto l’ipotesi di una nuova regione di Salerno? Sono favorevole all’istituzione di una nuova regione proposta dal Presidente della Provincia, on. Edmondo Cirielli, perché la nostra provincia, la più estesa della Campania, presenta condizioni storiche, geografiche ed economiche diverse dalla realtà napoletana. Lei ha scelto di lasciare l’Udc per continuare a lavorare in giunta, cosa contesta al partito di De Mita e come valuta la scelta di correre con un proprio candidato per le comunali? Ho scelto di mantenere fede all’impegno preso con l’elettorato che ha deciso di consegnarmi un mandato a Palazzo Sant’Agostino, conoscendo a priori il candidato presidente. Quanto pesa sulla Sua decisione l’avellinocentrismo dell’Udc? Pesa molto. Perchè sostiene Anna Ferrazzano? Anna è al di sopra e al di fuori dei poteri economici che hanno dettato le scelte nella città di Salerno.La politica di De luca, in questi anni, ha puntato molto sul terziario. Non crede sia necessario, invece, puntare anche su settori come l’agricoltura per il rilancio dell’economia nella nostra provincia? Il rilancio turistico della città di Salerno e dell’intera provincia passa anche per l’agricoltura, immaginando l’impresa agricola quale attività di servizio al settore turistico, riferendosi alla presenza di una fitta rete di agriturismi sul territorio che attendono di essere immessi in un sistema da rendere loro una maggiore fruibilità.  Pertanto, soprattutto il rilancio turistico della città di Salerno passa attraverso un’attenzione forte al comparto agricolo dell’intero territorio provinciale, volendo precisare che chi governa la città di Salerno deve necessariamente interfacciarsi e ricercare parimenti lo sviluppo e la crescita di un territorio periferico, che può rappresentare un’occasione di  sviluppo  socioeconomico e demografico nel panorama regionale. 

Il Guiscardo