Pagani: 14^ ediz.Scenari pagani

Il Festival di Teatro e Musica organizzato da Casa Babylon Teatro,  per la direzione artistica di Nicolantonio Napoli, torna con Saverio La Ruina  in La borto con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco. L’appuntamento è per sabato 19 febbraio alle ore 21 presso il Teatro del Centro Sociale di Pagani. Dopo aver portato sul palcoscenico di Scenari pagani il suo Dissonorata, Premio UBU 2007, Saverio La Ruina torna a Pagani con un altro spettacolo di successo, a sua volta Premio UBU nel 2010, La borto. Con amarezza ed ironia La borto affronta il tema delicato degli aborti e diviene riflessione più generale, amara e ironica al tempo stesso, sulla condizione della donna in una società meridionale e maschilista. Saverio La Ruina si ripresenta in abiti femminili sulla scena. Seduto su una sedia e accompagnato dalle musiche dal vivo di Gianfranco De Franco, racconta lo sconforto di una donna sposata a soli 13 anni con un uomo assai più vecchio e prevaricatore e che si ritrova a 28 già sette volte madre. E ci rivela i suoi dialoghi con Gesù, le angosce della condizione femminile al Meridione, schiacciata da un maschilismo gretto, la sua progressiva rivolta contro ogni contatto, l’angoscia delle gravidanze e la crescita dell’industria degli aborti, che troppe volte è causa di morte. E’ un recitazione scarna ed essenziale quella di Saverio La Ruina, che veste i panni di una femminilità appena accennata. La sua parola, pronunciata attraverso la severa musicalità del dialetto calabrese, ha una forza dirompente. Il racconto della protagonista è lo specchio di una condizione diffusa: non c’è donna del suo paese che non ne condivida le angosce, le paure, la voglia di scappare. Tutte per sopravvivere e non dover affrontare continue gravidanze si creano dei punti di fuga; ma quando questi vengono meno non resta che l’aborto, fatto in situazioni disperate, dalle mammane e con i ferri da calza, fra atroci sofferenze. Sullo sfondo del discorso sull’aborto, vi è la storia di donne che vivono in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschile: un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto è solo una delle tante conseguenze, ma è quella più estrema. Impietoso sguardo sul mondo maschile, che opprime le donne, La borto denuncia la prevaricazione, l’egoismo e l’indifferenza degli uomini. La protagonista racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud. Ed è così che non mancano momenti sarcastici, come quando il paese si trasforma in una immensa chiesa a cielo aperto per scongiurare le gravidanze. Quando, però, il cerchio si chiude col racconto del calvario di una morte, il sarcasmo e la commozione lasciano il posto a una profonda amarezza, che ci mostra in tutta la sua crudeltà l’ambigua realtà dei nostri giorni. Di La borto hanno scritto:….Ma tutto questo detto con un sussurro colmo d’orgoglio, mentre voci e sguardi si rincorrono. Indimenticabile. Franco Quadri La Repubblica….Ci narra la sua rinuncia ai contatti sessuali, la rivolta delle mogli, la scoperta dell’industria dell’aborto per finire in tragedia questo superbo reincarnarsi dell’attore nella rincorsa dello sguardo e della voce tra il pianto e il riso. Da vedere assolutamente.Franco Quadri La Repubblica