L’art.88 e i processi brevissimi

Angelo Cennamo

E’ l’art. 88 della costituzione l’ultima spiaggia alla quale la gauche italiana cerca di approdare per eliminare dalla scena politica Silvio Berlusconi. La norma stabilisce che il capo dello Stato, sentiti i presidenti delle camere, può decidere di sciogliere il parlamento e mandare a casa il governo, anche in assenza di una formale sfiducia. Il decreto andrebbe controfirmato dal presidente del consiglio, ma sul peso da dare a quella controfirma i pareri sono diversi. Non mancano, cioè, esimi costituzionalisti secondo i quali la firma del premier si ridurrebbe ad un puro atto notarile rispetto alle prerogative del presidente della Repubblica,  che verrebbe così ad avere unicamente nelle sue mani le sorti della legislatura. In tal caso il “pacco” sarebbe perfetto, ben confezionato, e suggellato da una procedura di alto rango normativo che, per la sua stessa natura, scongiurerebbe possibili voci di golpe. Questo è il bello della lex superior : se la si legge con attenzione è sempre prodiga di soluzioni adatte ad ogni circostanza, specie quelle meno gradite. E’ sufficiente individuare il capoverso giusto, il comma più confacente alla fattispecie ( sempre la stessa), e il trucco è fatto. E’ tutto regolare, è tutto costituzionalmente ineccepibile! E poi il caimano se lo merita. D’accordo, sarà anche vero che è stato eletto da milioni di italiani, ma quando è troppo è troppo! Il parlamento è quasi fermo, legifera poco, e quando lo fa si occupa di federalismo e delle università. Niente di chè. Sciogliere le camere non è un delitto anche perchè la maggioranza non è più quella bulgara del 2008 : che vuoi che siano venti o trenta deputati in più. Sì è vero, il governo Prodi si reggeva sulla prostata di un senatore a vita, ma l’attempato resistente era sempre in aula e non andava in bagno neppure a pagarlo. Poco importa se quell’esecutivo in due anni non ha concluso nulla se non un inoperoso galleggiamento a vista al pari di una boa : in quel caso la conservazione della “specie” andava giudicata doverosa e salvifica. E mentre i giuristi progressisti cercano il cavillo “superiore”, e le piazze si riempiono di donne virtuose che si ribellano al machismo esibizionista del premier coitans, è sul fronte giudiziario che si annunciano i risvolti più clamorosi della vicenda Ruby. Il Gip del Tribunale di Milano ha, infatti, accolto l’istanza di giudizio immediato formulata dai pm Boccassini, Forno e Sangermano : Berlusconi da oggi è imputato. Evviva! I magistrati milanesi, temendo forse che la profezia Maya sulla fine del mondo potesse avverarsi prima del previsto, hanno pensato bene di innestare il turbo e di scaraventare nel processo il presidente del consiglio, stralciando ( chissà perchè) la sua posizione da quella dei coimputati Emilio Fede e Lele Mora. E poi dicono che in Italia la giustizia è lenta : se tutti i procedimenti penali durassero quanto quelli in cui è imputato il Cavaliere, occorrerebbe legiferare per allungarli più che per abbreviarli. Il processo Mills è durato meno del festival di San Remo, e pur di celebrarlo la procura si era inventata il reato di corruzione susseguente : la corruzione scatta solo e quando il corrotto i soldi li spende. Giustizia ad orologeria? Ma no, basta con i soliti slogan contro i giudici comunisti!

2 pensieri su “L’art.88 e i processi brevissimi

  1. il compianto Carmelo Bene, vestito con la maglia della nazionale di calcio, nella sua salomè beffeggiava il battista cantanto ” se vuoi vivere senza pensieri, dalle donne di devi guardar; sono vipere dagli occhi neri….”, dico la verità mi sono meravigliato che una trasmissione ironica ed intelligente come blob non ne abbia ancora fatto un ricamo con la vicenda ormai conclamata del nostro “utilizzatorefinale”.
    che dirti condivido con te che lo scenario che tu proponi, veramente in maniera preventiva e con un poco di fiele, non è accetabile.
    nello stesso tempo non discuto il tuo ingarbugliato articolo che ci proponi, perchè con finta ironia, ma con evidente acrimonia, ti fai domande e ti dai risposte, un poco alla marzullo.
    io credo che l’opposizione deve fare il suo lavoro: opporsi, con tutti i mezzi leciti che gli sono concessi dalle regole, quindi anche dalla Costituzione, che a differenza di quello che dici più che cattocomunista e liberlsocialista, però questi sono piccoli incisi dialogici.
    ti dico anche caro amico angelo, cennamo, che a mio parere il tuo scenario sarebbe un favore-regalo al nostro piccolo “sciuparagazzine”, e non lo merita, perchè appunto potrebbe gridare al golpe.
    bene questa è innanzitutto una questione di coscienza che riguarda politicamente per primo il nostro piccolo primo ministro e secondariamente il corpo elettorale quando gli verrà chiesto di espreimersi.
    del resto queste che vorresti rappresentare come chiacchere da bar sono fatti oggi pubblicati su tutti i giornali e tutti, quindi anche tu, possono leggerli e farsene un’idea, capire effettivamente cosa è accaduto, e poi stabilire se è persecuzione oppure un atto dovuto e doveroso.
    sino ad oggi il presidente della repubblica, nonostante i colpi di cannone preventivi di buona parte della stampa riconducibile a “tengosettantacinqueannimamicomproemitrombotutteletopechevoglio”, si è sempre comportato in maniera corretta ed ha soltanto difeso, molto cautamente, la sua prerogative: applicare la costituzione. e fino a quando ci sarà una maggioranza non scioglierà proprio un bel niente.
    non puoi pretendere che napolitano sia un signorsì o un signorno, anzi dovresti augurari che rimanga un baluardo del rispetto delle regole e della salvaguardia delle istituzioni.
    in pratica, ribadisco, quando il nostro piccolo napoleone deciderà che è ora, che non è tanto presentabile, allora volontariamente si farà da parte e sarà fatto quello che c’è da fare: verifica maggioranza parlamentare oppure elezioni. semplice no.
    oppure sostieni ammissibile la prostituzione minorile? o la doppia morale?
    come aggiunta io credo che esista un diritto alla non sconfitta e in questo risiede la mia comprensione e la certezza che tutto si possa risolvere normalmente senza traumi per nessuno.
    cordialmente.

  2. Definire la nostra costituzione “liberalsocialista”, come fai tu, mi sembra più un auspicio che un dato di fatto.
    La prostituzione minorile è un reato, e come tale va perseguito. Non c’è dubbio. Ma a farlo mi piacerebbe che fosse un organo giudiziario competente, per funzione e per territorio. Vorrei pure che si perseguisse nei confronti di tutti i clienti certi ( quelli che risultano, ad esempio, dalle intercettazioni di Ruby), e che invece sembrano farla franca perchè evidentemente costoro non fanno il presidente del consiglio e non si chiamano Silvio Berlusconi.
    Ribadisco che non sono un fan di Berlusconi, ma l’idea che un capo di governo possa essere tolto dalla scena politica da una procura, o peggio da una piazza di intellettuali virtuosi, mi inquieta molto.
    Se poi mi guardo intorno per scorgere delle possibili alternative, mi viene voglia di imbarcarmi per l’Egitto.

    Saluti – Angelo Cennamo

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