Baronissi: Pd, Rocco sulla convocazione del Consiglio Comunale da parte del Prefetto

Le ultime vicende relative all’ostracismo messo in atto dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio Comunale relativo al rifiuto di convocazione del Consiglio comunale rappresenta, ad avviso del Presidente del Gruppo Consiliare del Partito Democratico Antonio Rocco alla città di Baronissi (nella foto), l’ennesimo, grave, episodio che mortifica il ruolo delle istituzioni e arreca danno all’immagine di Baronissi e dei suoi onesti Cittadini. E’, infatti, la terza volta che il Prefetto di Salerno interviene concretamente per ristabilire la Legalità al Comune di Baronissi. La prima volta per sospendere dalla carica un consigliere (Giovanni Landi), che svolgeva il ruolo di Presidente dell’assise comunale, condannato in secondo grado e malgrado la condanna, incollato sulla sua poltrona e difeso dalla maggioranza; la seconda volta per evitare che il consigliere Gennaro Esposito partecipasse, con il rischio di condizionarle, alle sedute di giunta comunale (esortazione rimasta inevasa dagli organi comunali); infine, con nota del 11/02/2011, il Prefetto ha richiamato il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale, all’osservanza dell’art. 39 del Testo unico sugli Enti locali, che configura un obbligo di procedere alla convocazione dell’organo assembleare, ossia il Consiglio, e richiama il Presidente del Consiglio Comunale all’osservanza del proprio ruolo e del dettato normativo che ribadisce che al Presidente spetta solo la verifica formale della richiesta e non può assolutamente sindacare l’oggetto. Il Presidente del Consiglio Comunale, il Vice Presidente del Consiglio Comunale, l’Assessore alla legalità e il Segretario Comunale, devono chiedere scusa per la loro evidente incapacità. Non era mai successo prima nella storia democratica di Baronissi che il Prefetto dovesse intervenire così spesso. Tutto ciò si ascrive nelle pagine buie della nostra storia. La convocazione è la vittoria della Baronissi onesta, perbene, trasparente, che non ha interessi e che fa della Legalità una battaglia amministrativa vera e non solo annunciata e sbandierata a mezzo stampa o con Comitati e assessorati vari. Continua il Capogruppo Antonio Rocco, i gruppi consiliari di opposizione, pur decisamente garantisti, e convinti che in base al principio di presunzione di innocenza l’imputato non può essere considerato colpevole fino alla sentenza di condanna definitiva, ritengono tuttavia, in presenza dei gravi reati per i quali è stato rinviato a giudizio il Sindaco, e del lungo tempo trascorso dall’inizio del processo, che occorra un esame approfondito della vicenda in Consiglio comunale. In presenza, infatti, di notizie frammentarie e discordanti, e di possibili rischi di prescrizione dei reati, i gruppi suddetti ritengono essenziale, pur fiduciosi nell’operato della magistratura, verso la quale nutrono stima ed apprezzamento, la convocazione di un consiglio comunale per discutere della situazione giudiziaria che vede coinvolto da molto tempo il Sindaco, imputato di concussione e concorso esterno in associazione mafiosa.   In tale prospettiva, i consiglieri di opposizione, il 30 dicembre scorso, hanno richiesto al Presidente del Consiglio comunale, la convocazione di un apposito consiglio, con la presenza in aula del legale incaricato della costituzione di parte civile, l’avv. Paolo Carbone. Il Presidente, con una prima comunicazione, ha richiesto una relazione illustrativa dell’argomento da discutere, per poi, con una successiva nota, comunicare che “non si ravvisano i presupposti per la convocazione del Consiglio comunale .. sia in quanto l’argomento proposto ..non rientra nella competenza consiliare.. sia in considerazione che l’invito alla seduta dell’avv. Carbone ..non è reputato dal medesimo legale conciliabile con le regole deontologiche nonché di segretezza e rispetto dell’incarico a tutela della costituita parte civile Comune di Baronissi”. Il Presidente ha poi trasmesso, a distanza di qualche giorno, ai consiglieri di opposizione  una nota dell’avv. Carbone nella quale il legale si limita, per illustrare la situazione giudiziaria del Sindaco, ad elencare i testi sentiti nelle varie udienze, senza alcun resoconto degli interrogatori. Anche l’assessore alla Cultura, Trasparenza Amministrativa e  Politiche Attive per la diffusione della Cultura della Legalità, ha comunicato ai gruppi di minoranza che “non si estrapolano i presupposti per la convocazione del Consiglio comunale”. Di fronte al diniego del Presidente, ribadito dall’assessore alla trasparenza e legalità, i consiglieri di opposizione si sono rivolti al Prefetto rappresentando la grave situazione determinatasi al Comune di Baronissi ove, pur in presenza della richiesta di convocazione del Consiglio sottoscritta, come previsto dalla legge, da un quinto dei consiglieri comunali,  con il seguente argomento all’ordine del giorno: “Delibera di G.C. n. 34 del 24.02.2005 ad oggetto: Avviso di fissazione udienza preliminare procedimento n. 2312/02 R.G.N.R. – Costituzione di parte civile e nomina legale. Dibattito”, il Presidente del consiglio, venendo meno ai doveri di imparzialità e di tutela dei diritti dei consiglieri, si è rifiutato di procedere alla convocazione. Il Prefetto, con nota dell’11 febbraio scorso, inviata al Comune di Baronissi, nel ribadire che il Presidente del consiglio ha l’obbligo di convocare il consiglio allorchè ne facciano richiesta un quinto dei consiglieri, ha invitato a riunire tale organo nei tempi previsti dall’art. 39, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 200, n. 267, e quindi in un termine non superiore ai venti giorni. Che non si tratti di un mero invito di cortesia, come ancora afferma il Presidente del consiglio,  ma un vero e proprio obbligo, lo si comprende in modo chiaro dalla lettura dell’ultimo punto della lettera del Prefetto, ove si chiede di dare notizia della convocazione del Consiglio alla Prefettura. La richiesta si ricollega alle prescrizioni contenute nel suddetto articolo 39, il cui 5° comma prevede che, in caso di inosservanza degli obblighi di convocazione del consiglio, previa diffida, provvede il prefetto.