Mercato San Severino: “Giorno delle foibe” tra gli studenti

L’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Giovanni Romano, ha celebrato, sabato scorso, con un convegno svolto presso il Centro Sociale “Marco Biagi”, “Il Giorno del ricordo”, dedicato alle vittime italiane delle foibe. Presenti in sala centinaia di studenti delle scuole medie inferiori e dei Licei “Virgilio”. Dopo la proiezione di un video, preparato dagli studenti del “Virgilio” e dedicato alle vittime della follia comunista jugoslava del maresciallo Tito, hanno relazionato Rosario Bisogno, Assessore Comunale alle Politiche Giovanili, e Francesco Casale, avvocato e docente presso il “Virgilio”.“Il “Giorno del ricordo” – ha detto l’Assessore Bisogno – è stato istituito con una Legge nazionale, la n.°92 del 2004, con la quale sono previste iniziative per diffondere la conoscenza, presso i giovani, dei tragici eventi delle foibe. Ecco perché abbiamo organizzato un convegno ad hoc, a cui hanno partecipato gli studenti delle medie inferiori e delle scuole superiori. Inoltre, abbiamo adempiuto, in questo modo, all’invito del Prefetto di Salerno che, con un’apposita comunicazione, ci sollecitava a celebrare l’evento. Noi riteniamo, al di là della legge, doveroso ricordare le migliaia di Italiani vittime di violenze così atroci perpetrate ai loro danni dai comunisti jugoslavi del maresciallo Tito. La loro unica colpa, fu quella di essere Italiani. Quest’anno, inoltre, ricorre il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e credo che “Il giorno del ricordo” assuma un significato ancora più importante, poiché all’Italia furono strappate le terre della Dalmazia che, fino alla fine del II conflitto mondiale, ci appartenevano”. Dopo aver illustrato il significato e la data  del “giorno del ricordo”, il prof. Francesco Casale (membro del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Associazione Onlus C.M.C – Centro Mondiale di Cultura Istriano e Giuliano-Dalmata – di Brescia presieduta da Luciano Rubesta, referente della Regione Campania nel gruppo di lavoro dei docenti delle scuole secondarie superiori presso il M.P.I. su tali problematiche), ha evidenziato in particolare quattro aspetti: l’italianità delle terre perdute, che non sono state “restituite” alla ex Jugoslavia, ma perse per un iniquo trattato di Pace, come lo definì tra gli altri Benedetto Croce e Vittorio Emanuele Orlando; la responsabilità dei comunisti italiani (in special modo nella congiura del silenzio), unitamente alla debolezza della classe dirigente (ancor più ad Osimo) italiana ed all’opportunismo delle potenze internazionali; il superamento definitivo delle tesi negazioniste e riduzioniste, ormai appartenenti da una minoranza di storici ancora vittime di “cecità politica e pregiudiziali ideologiche”; la singolarità e l’incomprensibilità del trattato di Osimo  (1975), che chiude definitivamente in modo triste ed indegno la vicenda del confine orientale italiano.“Quest’anno – ha concluso Casale – nella ricorrenza delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ancor più occorre ricordare queste vittime che per l’Italia sono morte e per essere italiani sono divenuti esuli”.