Quando arriva lui..

Ferdinando Longobardi

È vestito di rosso, sembra un personaggio di Carnevale ma in realtà ha sembianze soltanto lontanamente antropomorfiche. Parla con forte accento ligure e tende all’intemperanza. È il magistrato delle nostre aspirazioni antipoliticanti, è il giudice istruttore che irrompe senza troppa cautela sulla scena di delitti sociali e di leso patrimonio, scovando situazioni italiche di sperpero del denaro pubblico. Un reato che ogni buon ligure giudica con metro severissimo. Per di più è un essere fantastico e dunque gli si può concedere una razionalità limitata, un realismo non graduale e pedagogico bensì creativo e irruente, tipico dei buffoni che dicono sempre la verità. Nutre di grande consenso anche perché alla denuncia si accompagna il disvelamento del male, il rito collettivo secondo il quale chi ha commesso colpe viene portato al cospetto del villaggio per essere punito. Questo giudice è uno che castiga il malcostume, che irrompe sulla scena sociale come una tempesta magnetica. Nello stesso tempo ha un’aria un po’ trasandata da non sottovalutare. Potrebbe essere lui oggetto di beffa e derisione, per il suo aspetto, per i suoi modi, ma al contrario è temuto. Come un vero giudice dovrebbe essere. Ma siamo in Italia.. e qui ci accontentiamo del Gabibbo.