L’arte di Dora Marchionni: dalle mani, alla tela

Senza la mediazione del pennello. Per rispondere ad una esigenza di immediatezza, di “ascolto” e di trasferimento dell’attimo fuggente. E’ questo, forse, l’aspetto più originale e peculiare della pittura di Dora Marchionni. Un modo di fare arte ad alto tasso emozionale. Sul piano stilistico allude all’informale e all’espressionismo astratto; su quello dei contenuti investe direttamente il fruitore dei dipinti. La Marchionni infatti ha, come dire, codificato il senso del suo fare arte in un “movimento” che ha battezzato “Immaginazione al potere”: colori assemblati all’insegna della libera interpretazione e intento di trasformazione dell’osservatore in artista avvalendosi di un transfert-emotivo che ha come imput principale lo stimolo visivo. Il tutto racchiuso in una formula riassumibile nel concetto artista-osservatore-caso.Sono olii su tela, quelli di Dora Marchionni realizzati, come si è detto, con le mani intinte nella materia-colore. L’esito pittorico si traduce in momenti di sintesi emozionale in cui ogni traccia figurativa è appena percepibile se non addirittura assente. Sono le opere migliori testimoniate da lavori come: “Inarrestabile energia”, “Neve”, “Soffio degli Dei”, “Onda”,  “Eros”, “Stati d’animo”. Stesure la cui matrice gestuale si accompagna, sul piano coloristico,  ad accordi cromatici equilibrati, ben modulati. E qui entra in gioco la musica che la pittrice coltiva con passione e dalla quale è spesso ispirata quando si trova di fronte alla tela con l’impellente necessità di creare. Va detto che nei dipinti (pochi) di maggiore evidenza descrittiva, di più scoperta matrice figurativa la qualità artistica (rispetto a quelli di impronta astratta ed espressionista) è minore. Ma è soprattutto  con una improvvisazione incurante del dato realistico, che la Marchionni si propone al suo pubblico. E in questo caso gli esiti sono convincenti: la natura, vissuta per lo più come presenza lirica, o il simbolo (a volte mutuato dal sogno)  preso a prestito per dipingere, si sposano con una poetica interiore capace di dare buoni risultati sul piano formale e coloristico.  Un procedere che, come vuole Dora, in ultima analisi si affida alla libera interpretazione del pubblico, di chi “vede” e, vedendo, “sente” le opere facendole, in un certo senso, proprie. All’insegna, come ho ricordato, di una “Immaginazione al potere” di cui la pittrice rappresenta il primo imprescindibile elemento di stimolo, di poesia, di riflessione.

Pierluigi Scarpa

Un pensiero su “L’arte di Dora Marchionni: dalle mani, alla tela

  1. Cara Dora, Il critico d’arte Pierluigi Scarpa, lascia nello scritto che ho appena finito di leggere, giudizi lusinghieri sul tuo modo di dipingere. Mi fa piacere. Arrivederci a domani.

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