Salerno: al Liceo De Sanctis la Mazzamauro incontra gli allievi

“In un mondo dominato dal culto della bella immagine da offrire agli altri è importante invece valorizzare l’interiorità”. Questo in sintesi  l’invito che, nascosto tra tante sue affermazioni, la nota attrice Anna Mazzamauro ha rivolto ai giovani del liceo classico “De Sanctis” di Salerno quando li ha incontrati sabato scorso 5 febbraio nel liceo stesso.  Prendendo se stessa come modello di donna che quantunque  non bella è stata sempre  serena con se stessa ed ha conosciuto anche il successo, ha  evidenziato la necessità di  avere un po’ di autoironia “ perché se non si ha ironia con se stessi non si può avere ironia verso gli altri ”. Mi sono chiesta se è questa la ricetta (in un mondo in cui la bella velina sta diventando l’ideale di tante ragazze) per evitare tante forme di depressione dovute al non accettare il proprio corpo da parte di tante adolescenti? Credo di sì,  sebbene lavorare per rendersi più  gradevoli non è un tabù.  Senza esagerazioni però, che a volte portano a conseguenze disastrose. “Deleteri – ha poi affermato la Mazzamauro – quei programmi televisivi come il “Grande Fratello” che tendono a far saltare le barriere tra ciò che è la vita pubblica di una persona e quella che è la sua vita privata”. La privacy è sacra.   Attrice di teatro anche se la sua notorietà è dovuta fondamentalmente al personaggio cinematografico della signorina Silvestri, sogno proibito del ragionier Fantozzi (Paolo Villaggio) nei film imperniati su questa tragicomica figura, a giovani di un liceo classico che studiano le radici del teatro, il teatro greco,  ha detto che fare teatro  non è una cosa facile ma che è un grande fatto culturale.   Nell’ incontro che lo scorso anno ha avuto con altri studenti della “Fondazione Banco di Napoli – Assistenza ai giovani”  aveva già dichiarato che “ il teatro non lo si deve fare con la voglia o la volontà di diventare importanti per forza ma per arricchire il proprio spirito”. La parola teatro deriva dal verbo greco theaomai, che significa guardare (e considerare). Guardare il personaggio e guardare se stessi. L’attore deve certamente guardare, considerare, studiare il personaggio a cui si accinge a prestare il volto, senza spersonalizzarsi però. Anche il personaggio si deve… adattare all’attore, alla sua personalità.  In qualche maniera  recitare lo si deve definire un incontro, un incontro tra la personalità dell’attore e quella del personaggio a cui dà  volto.

Maria Rosaria Adinolfi