Fisciano: riforma Gelmini, Cisl Università approva linea Pasquino

 Il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, rispettivamente, nelle riunioni del martedì e giovedì scorso, hanno designato la Commissione che avrà il compito di predisporre la proposta di Statuto contenente le modifiche previste dalla entrata in vigore della legge 240 del 30 dicembre 2010 di riforma delle università (la cosiddetta ‘legge Gelmini’). L’articolo 2 di questa normativa stabilisce, infatti, che le università statali provvedano, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, a modificare i propri statuti in materia di organizzazione e di organi di governo dell’Ateneo. Il comma 5 dell’articolo 2, inoltre, prevede che, in prima applicazione, lo Statuto contenente queste modifiche sia predisposto da un apposito organo istituito con un decreto rettorale formato da 15 componenti tra i quali il Rettore, con funzioni di Presidente, due rappresentanti degli studenti, sei designati dal Senato Accademico e sei designati dal Consiglio di Amministrazione. Un aspetto cruciale della nuova “Governance” è costituito dalla elaborazione di uno Statuto che sia rispondente al dettato legislativo e che si dovrà concretizzare istituendo negli Atenei delle Commissioni “ad hoc”, per elaborare il testo fondante “del nuovo corso”, entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge 240 del 2010. “Anche questa volta possiamo affermare con soddisfazione di aver garantito al personale tecnico amministrativo dell’Università di Salerno la partecipazione ad una fase cruciale della vita dell’Ateneo”, ha affermato soddisfatto il segretario provinciale della Cisl Università, Pasquale Passamano. “Con La trasformazione del ‘Ddl Gelmini’ nella legge numero 240 del 30 dicembre 2010 si chiudono due anni di discussioni e di contestazioni su tutti i fronti interessati al “sistema Università”. La Cisl Università salernitana infatti, in tutte le sedi, ha sempre espresso le proprie critiche sugli aspetti negativi di cui è permeata tutta la legge, a partire dalla evidente riduzione dell’autonomia costituzionale per finire con l’assoluta mancanza di finanziamenti finalizzati all’implementazione della riforma stessa. “Oggi, recriminare su quello che si sarebbe potuto fare per ottenere un testo legislativo più pertinente ad una riforma democratica dell’università pubblica è solo tempo sprecato”, ha detto Passamano. “Ora occorre andare avanti nella costruzione del nuovo modello istituzionale. Il sindacato che rappresento da tempo ha avviato un dialogo costruttivo con il Rettore, affinché si possano mantenere salde le democratiche rappresentanze oggi esistenti, senza arrecare mortificazioni ad una o più figure che contribuiscono in modo significativo al servizio istituzionale, nel progetto riformistico di cui lo Statuto sarà il ‘pilastro portante’ dell’intera struttura organizzativa”.