E’ la gestione dei senatori ora il vero problema della Salernitana

Maurizio Grillo

Si è chiuso senza botto finale (per l’ennesima volta) il mercato di riparazione della Salernitana. Solo l’arrivo di un giovane Bennardo, classe 1991 prelevato dal Gaeta e la cessione di Enrico Pepe al Siracusa. A dire il vero, le operazioni in entrata portate a termine nei giorni scorsi, possono ritenersi abbastanza soddisfacenti. Non si può dire altrettanto, però, per le uscite. Le cessioni di Pestrin e Merino non risolvono il problema di una rosa molto consistente (non solo numericamente), difficile da gestire. Polito, Montervino e Peccarisi andavano assolutamente ceduti, pur rendendoci conto delle difficoltà che attendevano il nostro ds nello svolgimento del compito. Qualcosa in più si poteva fare, probabilmente. Ora Nicola Salerno si trova un altro compito, forse ancora più complicato, quello di dare una collocazione ai giocatori che non rientrano più nei piani della società. E dovrà farlo, tra l’altro, anche nel rispetto delle norme che tutelano i calciatori. Dei tre il solo Polito sembra intenzionato ad accettare di restare ai margini della rosa, mantenendo comunque il diritto alla retribuzione. Ora, dando per scontato che almeno alcuni di loro, grazie anche alla squadra che ha ritrovato l’entusiasmo e i risultati, non rientreranno più in prima squadra, una delle strade da percorrere è quella della rescissione contrattuale. Ma si tratta di una decisione dolorosa soprattutto per Lombardi, che non è Moratti, uno dei pochi presidenti che può permettersi di pagare buona parte dell’ingaggio per mandare via il suo allenatore Benitez senza battere ciglio. E allora una soluzione potrebbe essere che i calciatori restino in rosa, ma poi al sabato non vengono convocati per scelta tecnica da mister Breda. In attesa del prossimo mercato estivo. Poi c’è l’altra ipotesi: tarallucci e vino e tutti reintegrati. Ma a questo non vogliamo nemmeno pensare.