Salerno: Novotel, tra storia e futuro riporta alla mente i tempi di tangentopoli

Aldo Bianchini

Sarà che dalle terrazze del Novotel si apre lo sguardo sulla città del futuro, sarà che dalle suite-vista mare del Novotel si vede Capri, sarà che dal Novotel partirà un nuovo impulso per il turismo e tante occasioni di crescita, sarà che il gruppo imprenditoriale possiede nel mondo oltre quattromila strutture, sarà che il nuovo albergo è dotato di 116 stanze e 4 suite con giardini, piscina, centro benessere e palestra, sarà tutto quello che ho detto ma almeno un velo di tristezza e di inquietudine si stende sull’intesa struttura e, soprattutto, sulla storia che ha contraddistinto la sua ubicazione e realizzazione. Comincio subito col dire che alla fine degli anni 80 una società salernitana, denominata Iniziativa ’90, che annoverava nelle sue file le migliori famiglie imprenditoriali locali, acquistò tutta l’area dell’ex Marzotto e depositò in Comune un complesso progetto di massima per la realizzazione su quella zona degradata di un grosso centro commerciale con annessi servizi, zone a verde e impiantistica sportiva da cedere allo stesso Comune in cambio della concessione edilizia (così si chiamava a quel tempo!!). Il progetto fu subito condiviso dallo stesso gruppo Novotel e di questo ne è valido e attuale testimone il brillante e giovane avvocato Valerio Casilli, fratello del compianto Annibale (una delle vittime della disgraziata tangentopoli). L’idea progettuale, messa su carta dall’ing. Raffaele Galdi (il grande inquisito della tangentopoli salernitana!!), prevedeva in effetti la riqualificazione dell’area dell’ex Marzotto e il suo rilancio definitivo nella futura città, anche nell’ottica di quanto previsto con la famigerata delibera comunale n.71/89. E’ soltanto il caso di sottolineare che l’idea era tutta socialista in una città che allora era la prima in Italia con il 33% del consenso elettorale verso il partito del garofano. Poi arrivò Bohigas e tutto quello che di devastante ha rappresentato per questa città. L’architetto spagnolo impose le sue famose APU e in quella zona, frantumando la predetta delibera, inserì il verde dove c’era il cemento (ex Marzotto) e il cemento dove c’era già il verde (area attuale Novotel); assurdo ed inconcepibile non solo la scelta del tecnico ma anche il silenzio degli organi inquirenti. Solo per la cronaca ricordo che l’area dell’attuale Novotel apparteneva alla famiglia Scarlato che, comunque, prima delle scelte definitive si era liberata di quei suoli vendendoli. Questo, ovviamente, per corretta ricostruzione; quindi nessuna connessione con il fatto che qualche tempo dopo un esponente della famiglia Scarlato divenne assessore all’annona del comune retto da Vincenzo De Luca. Il progetto dei socialisti e della società “Iniziativa ‘90” fu letteralmente cestinato e l’autorizzazione a costruire fu destinata all’attuale leader-schip di Novotel che rapidamente abbandonò, facendo forse finta di non averla mai avuta, l’antica idea sponsorizzata dai socialisti di Conte. Insomma in quegli anni furono travolte alcune procedure tecniche e legali, fu stracciata la delibera n.71, al posto del verde fu imposto il cemento e al posto del cemento il verde. Cosa questa che da sola, in una città mediamente democratica, avrebbe scatenato l’inferno mediatico e giudiziario. Invece tutta l’operazione passò nel silenzio ovattato di tutti. E dove c’era il cemento è rimasto cemento e immondizia e per riqualificare l’area qualcuno dovrà fare i conti con quella società privata che negli ultimi vent’anni ha dovuto mordere il freno. Fatti salvi, ovviamente, tutti i presupposti assolutamente interessanti e necessari alla città che il gruppo Novotel ha saputo e voluto mettere in piedi, tra brindisi e applausi.

 

Un pensiero su “Salerno: Novotel, tra storia e futuro riporta alla mente i tempi di tangentopoli

  1. OGNI NODO VERRA’ AL PETTINE… E QUEL GIORNO SPERO MOLTO VICINO….PAGHERO’ IO LE LUMINARIE … MA SOTTO CASA MIA !

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