Chi di video ferisce di video perisce

 Fulvio Sguerso

Io non ho idea per quanto tempo  il “nostro” (ahimè) premier possa rimanere in carica, nonostante la controffensiva mediatica messa in campo – e a tutto campo –  nelle reti Mediaset e dalla sua battagliera e spregiudicata stampa amica, per fronteggiare l’offensiva giudiziaria supportata dalle trasmissioni Rai, o di Tv 7. e dalla stampa a lui nemica. Non ho idea di quanto possa resistere all’assedio e al fuoco concentrico non più solo dell’opposizione – fin qui inefficace – ma ora anche del Quirinale e del Vaticano ( per non parlare dell’allibita e incredula opinione pubblica internazionale). Non ho idea di come gli sia possibile sottrarsi ancora ai processi in cui dovrebbe difendersi dalle gravi accuse  da tempo pendenti sul suo capo, trincerandosi dietro cavilli tartufeschi e formali – eccepiti dai suoi legali-deputati (o deputati-legali), in altri contesti dispregiatori dei formalismi e delle procedure costituzionali -. Non ho idea di quali argomenti – oltre a quello ormai “storico” del

fumus persecutionis – i suoi imperterriti e imperturbabili (salvo i Lupi urlanti, gli Sgarbi isterici  e le  furenti Santanché)  difensori mediatici e politici possano ancora avvalersi per confutare l’evidenza di uno stile di vita incompatibile con il suo ruolo istituzionale di “rappresentante” del Paese. Di quale Paese? Di quello televisivo e velinaro di “Uomini e donne” e degli amici di Maria De Filippi, di Lele Mora, di  Emilio Fede, di Signorini (non Telemaco); o quello che, malgrado tutto, si guadagna onestamente e, spesso faticosamente, ma con dignità il pane quotidiano (e che non offrirebbe mai le proprie figlie o fidanzate o mogli al drago, in cambio di miserabili regalie)?  In altri tempi questa sarebbe stata  una domanda retorica; oggi purtroppo, nel degrado civile ed etico  che decenni di tv-spazzatura e di sottocultura di massa hanno propiziato, è addirittura dirimente per ritrovare quei valori civili e, per  chi si professa cattolico, autenticamente religiosi che non possono certo essere interpretati dai  comportamenti pubblici e privati di un premier che, invece di dimostrare in giudizio la sua protestata innocenza, pronuncia  in video messaggi di comodo la propria maldestra  e controproducente autodifesa. Se i suoi tanti cortigiani e avvocati fossero più accorti gli consiglierebbero, se non altro, di tacere.

4 pensieri su “Chi di video ferisce di video perisce

  1. Carissimo e gentile Dottor Sguerso,
    Ammiro e, in parte, condivido il Suo zelo e impegno a fare rientrare la ragione nelle varie sfaccettature della politica italiana dei tempi contemporanei che,certamente, affliggono e fanno rimpiangere, non dico il fascismo che era agli estremi della dittatura, ma sicuramente quelli del dopoguerra, ai tempi come dire., primordiali della prima Repubblica .
    Credo che oggi il buon pensante, l’apolitico soprattutto, non comprende più cosa stia succedendo in questo Paese così malmenato . Non sono assolutamente di parte , e non mi va di espormi più di tanto; però sono convinto che all’estero non stiamo facendo una bella figura per quelle cose vere o false che siano che vengono quotidianamente propagandate nel mondo intero senza alcuna vergogna, e parlo di una politica in generale che , per quanto mi riguarda, non va per niente bene.:
    Vorrei con tutto il cuore che in questo amato Paese ritornasse a trionfare l’amor di Patria, ma per risanare questi elementari principi ci vorrebbe più solidarietà e amore per l’Italia, cosa che pare stia evaporando tra le nuvole più alte nel cielo. Ma il mio grido resta sempre quello che esprime : Viva l’Italia! Un abbraccio a tutti.

  2. “Rappresentante di quale paese”, lei giustamente si chiede, prof. Sguerso. Una volta il ns era denominato il bel Paese, il paese del bel canto,la culla dell’arte e della civiltà. Ora probabilmente viene definito il Paese delle orge, dei festini,dei balocchi ossia delle mignotte.Insomma l’immagine dell’Italia all’estero è quella di un grande bordello trasparente come la casa del grande fratello,gestito da un tenutario sclerotico,dove la gente può vedere o immaginare tutto ciò che ivi succede, senza la forza di reagire allo scempio della morale, dell’etica ,del buon gusto, del decoro, della distruzione della coscienza dei giovani. Anzi sono tanti quelli che si “leccano i baffi”….!Tutto questo “casino” non si riesce a comprendere all’estero,e si chiedono come sia possibile che il popolo italiano abbia svenduto la propria dignità fino a tal punto. Purtroppo essi non sanno cosa significhi vivere porta a porta col Vaticano e non sanno cosa l’opposizione (escluso IDV)non stia facendo o non abbia fatto finora per tenere in vita il tenutario del bordello (una fatica che solo Dio lo sa!), tanto da essere definiti dei “protettori” anch ‘essi.Una volta erano Santi Protettori, oggi hanno perso TUTTI l’aureola di santità, ma proprio TUTTI…!
    Probabilmente si tratta di un contagio provocato da un terribile VIRUS ed è bene che all’estero, prendano esempio e adottino le opportune precauzioni.In questo caso anche la chiesa, senza esagerare, darebbe il permesso(valido solo per l’estero!!)

  3. Caro signor Alfredo, come lei sa bene di Italie non ce n’è, a differenza della mamma, una sola. A parte le storiche e geografiche diversità tra nord e sud, ancora persistenti malgrado i famosi centocinquant’anni di unità, esistono diverse Italie anche sotto l’aspetto socioculturale e, ovviamente, economico. Tutti sappiamo, per esempio, che esiste un’Italia onesta, laboriosa, pulita, civile, un’Italia alla luce del sole che ancora crede nei valori della legalità e che considera ancora la Costituzione repubblicana il fondamento della Patria rinata dopo la tragedia del fascismo e della guerra perduta. Ma tutti sappiamo che purtroppo esiste anche un’Italia disonesta, incivile, menefreghista, qualunquista, maestra nell’arte della frode e del raggiro, insomma un’Italia sporca e sommersa, che non si riconosce (e forse nemmeno conosce) la sua storia , antica e moderna, e non sa – o non vuol sapere – quanto sangue è costata quella Costituzione repubblicana che questo nuovo (o similnuovo) ceto politico di faccendieri “revisionisti” considera un ferrovecchio da rottamare al più presto. Ecco, io esorterei i giovani a studire la storia d’Itala e ad amare l’Itale in luce, legale, repubblicana, non quella sommersa che insegue il proprio “particulare” interesse con ogni mezzo. Lei m’intende.
    Grazie per il suo sentito e onesto commento

  4. Carissimo Dr Sguerso,
    La sua risposta al mio modesto commento, mi ha fatto gioire immensamente perchè rispecchio esattamente il mio pensare. Non a caso ho letto ben tre volumi do storia riguardante “l’Unificazione d’Italia” : “Terroni ” di Primo Aprile; “I Savoia e il massacro del Sud” di Antonio Ciano e “Quell’amara unità d’Italia” di Dora Liquori.
    Leggendo questi testi ho capire che, forse, ancora divisa in due parti, ma quì non voglio fare una causa tra vinti e vincitori. Sta a l’opionone pubblica a stabilire e riportare alla luce la storia , quella credibile.
    L’abbraccio con affetto e la ringrazio per la splendida amicizia che mi dona, Alfredo

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