Cava de’ Tirreni: Piano Casa, Lamberti “Apologia del nulla”

Ieri mattina a palazzo di Città, sono stati presentati solo alcuni articoli della cd. Legge sul Piano-Casa di Caldoro che ha rivisto quella del 2009 della scorsa amministrazione regionale. Ma la legge presentata con tanta enfasi ha, non solo stravolto tutta l’impalcatura della vecchia Legge Piano-Casa ma, fatto gravissimo, ha completamente abrogato alcune norme fondamentali della L.16/04 e in particolar modo quelle che riguardano le procedure per il Piano Territoriale Provinciale e il Piano Urbanistico Comunale, lasciando una vera e propria vacatio; i commi 2 e 3 dell’art.41 e tutto l’art.43 che riguardano la vigilanza e il controllo sull’abusivismo e gli accertamenti di conformità. Il nuovo Piano-Casa, checché i suoi coredattori se ne vantino, non è assolutamente un Piano perché non è una legge urbanistica, ma una legge edilizia.  Del resto, ciò è stato sottolineato proprio nella conferenza stampa allorquando è stato evidenziato che con la legge si vuole contrastare la crisi economica e incrementare il patrimonio edilizio residenziale pubblico e privato. La crisi economica non si risolve assolutamente solamente con una visione di imprenditoria edile, occorre invece che l’incremento del patrimonio edilizio sia giustificato e accompagnato da verifiche di fattibilità economiche, di consumo delle risorse, di vocazione di sviluppo locale dei territori: questa è l’URBANISTICA. Di tutto ciò non si trova traccia nel cd. Piano-Casa di Caldoro. Per ciò che concerne poi “l’incremento del patrimonio edilizio” la legge è in totale controtendenza mondiale con la visione moderna di riduzione dell’utilizzo di suolo. La legge ci fa tornare agli anni ’60, agli anni dell’attacco spregiudicato e speculativo al territorio. Ancora: nella nuova legge, tanto decantata, non c’è la previsione di un disegno evolutivo del territorio Campano. Tutto viene lasciato nella disponibilità e discrezionalità degli enti locali (bisogna solo sperare che gli amministratori non abbiano amici e sostenitori pronti con ruspe e progetti per erodere i territori già così feriti, sic!). E’ evidente che la Piano Caldoro sulla Casa nasce solo dall’esigenza dei parlamentari di tutelare gli interessi specifici dei rispettivi territori: per cui la legge è un’accozzaglia di norme non legate da una visione di insieme. L’amministrazione Caldoro non ha la capacità di guidare il futuro urbanistico della Campania e si vede! Preferisce tenersi buoni i propri elettori che pensare al futuro della nostra Regione che tanto avrebbe, invece, bisogno di una politica incentrata sull’<economia della bellezza>! Non è questo il luogo per un’analisi articolo per articolo. Ma sorge una domanda: quale è la categoria più soddisfatta per la legge Casa di Caldoro? Gli avvocati amministrativisti, perché la legge è così poco precisa e lascia così tanti vuoti da essere oggetto delle più varie interpretazioni. Molto lavoro allora per gli avvocati, ulteriori spese per i cittadini, tanti, tanti processi davanti al Tar e arrembaggio alla nostra terra.

Rossana Lamberti già Assessore comunale all’Urbanistica