Salerno: Cisl, Sanità, integrazione tra Asl e facoltà di Medicina

Integrazione tra l’Asl e la facoltà di Medicina dell’ateneo salernitano, la Cisl provinciale chiede di avviare un sereno confronto con il Rettore Raimondo Pasquino e il direttore generale dell’azienda sanitaria, Attilio Bianchi, per la salvaguardia ed il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza a partire dell’emergenza territoriale, il potenziamento e la qualificazione delle dotazioni organiche rendendole idonee a garantire prestazioni coerenti al fabbisogno reale e a ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria, ma soprattutto alle scadenze temporali imposte dalle linee guida regionali, poiché, secondo l’organizzazione sindacale, “non si può perdere il treno della modernizzazione del sistema sanitario territoriale”. Si è discusso di questo nella serata di giovedì sera nella sede del sindacato di via Zara dove, per l’occasione, al tavolo, convocato dal segretario generale, Giovanni Giudice, hanno partecipato, il segretario confederale con delega al Pubblico Impiego e al welfare, Giannantonio Mastrovito, Pietro Antonacchio segretario provinciale della Cisl Fp, il dottore Attilio Maurano, numero uno provinciale della Cisl Medici, e Pasquale Passamano, segretario generale della Cisl Università. L’incontro è stato utile per fare una profonda analisi sul tema del sistema sanitario in provincia di Salerno, dove si è discusso del progetto di riordino e riorganizzazione del sistema sanitario sul territorio salernitano, che per il sindacato cislino è una delle problematiche più complesse che attualmente la confederazione di via Zara si trova ad affrontare. Per questa ragione la Cisl salernitana, unitamente alla Cisl Fp, la Cisl Medici  e alla Cisl Università di Salerno ha ribadito che, sin da subito, si debba avviare “l’utilizzo della prassi della concertazione, quale unica e concreta modalità, finalizzata a regolamentare le dinamiche di sviluppo e trasformazione dell’intero sistema sanitario, a salvaguardia dei livelli assistenziali e a tutela del miglioramento della qualità delle prestazioni”. In tale ottica, secondo la Cisl, “sarebbe superficiale sottovalutare le enormi opportunità che a breve si presenteranno, allorquando si dovrà cementare nel concreto l’azienda ospedaliera universitaria integrata alla Facoltà di Medicina  dell’Università di Salerno”. Infatti, oltre ad allargare il perimetro di competenza dell’azienda ospedaliera su un più vasto territorio, comprendente anche i comuni di Cava De’ Tirreni e di Mercato San Severino, e di fatto richiederà una ristrutturazione dei servizi il cui modello organizzativo funzionale dovrà garantire una mission integrata di assistenza, formazione, didattica e ricerca.  Ampie sono le opportunità da cogliere per la Cisl. Su tutte ci sono la  possibilità di sostenere tutte le attuali strutture sanitarie con una realtà di alto livello formativo e scientifico, l’occasione per l’ateneo salernitano di rilanciare una inedita stagione di valorizzazione dei picchi di eccellenza sul versante della ricerca ed il drenaggio e relativo impegno sul territorio di energie, intelligenze e risorse che altrimenti sarebbero costrette all’emigrazione intellettuale. Per il sindacato di via Zara appare quindi evidente l’onere di quanti dovranno effettivamente realizzare tale progetto, reso ancor più difficile dalla necessità di garantire il mantenimento dei livelli assistenziali e nel contempo salvaguardare la qualità delle prestazioni pretendendo il meglio per utenti e cittadini salernitani, attraverso la valorizzazione di una azienda sanitaria integrata quale volano di ulteriore sviluppo della stessa Università di Salerno. “Siamo consci delle difficoltà che emergeranno e consapevoli che solo attraverso un coinvolgimento di tutti gli attori si potrà realizzare l’ambiziosa ipotesi di far confluire positivamente gli sforzi tesi al raggiungimento degli obiettivi prefissati, in un’ottica di risorse contenute e in una regione sottoposta agli obblighi del rispetto del piano di rientro imposto dal governo nazionale”, ha affermato Giovanni Giudice. “Gli aspetti essenziali cui bisognerà porre attenzione e su cui la Cisl non ammetterà deroghe è, senza ombra di dubbio, la salvaguardia e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza a partire dell’emergenza territoriale, il potenziamento e la qualificazione delle dotazioni organiche rendendole idonee a garantire prestazioni coerenti al fabbisogno reale e a ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria, ma soprattutto alle scadenze temporali imposte dalle linee guida regionali, poiché non si può perdere il treno della modernizzazione del sistema sanitario territoriale. E’ un dibattito complessivo, di un vero e proprio salto di qualità, che deve obbligatoriamente coniugare vocazioni territoriali, radicamenti professionali, nuovo ruolo dell’Ateneo di Salerno e rilancio dei poli sanitari locali. Su questo terreno la Cisl vuole cimentarsi, poiché l’obiettivo da realizzare è storico ed unico, e tutti hanno l’obbligo di vigilare affinché le scelte siano condivise, nell’interesse della comunità tutta e di tutti i lavoratori”, ha concluso Giudice.