Fort Apache/25: la delibera della discordia

Il momento è decisivo, dopo l’attacco di Schattuck/Di Lorenzo e la difesa di Cochise/Cirielli è l’ora della delibera taglia-suoli. Mentre Toro Seduto/Carfagna viene nuovamente smascherata insieme ad Aquila Grigia/Prestigiacomo.

Aldo Bianchini

In apertura mi piace ricordare che nell’invero del 1875/76 gli indiani d’America al comando di Cochise ormai assediavano in maniera sempre più asfissiante il mitico Fort Apache. Era un inverno freddo e molto piovoso in Arizona e i fatti narrati si attestano nella settimana tra il Natale 1875 e il Capodanno 1876. Soltanto per la storia ricordo che il forte fu raso al suolo il 25 giugno 1876. Al momento del racconto, quindi, mancano pochi mesi al disastro del colonnello Thursday. Dunque la conquista del termovalorizzatore è un affare di estrema importanza per la gestione politica dell’assedio ed anche per la successiva fase della gestione del “grande affare” economico ed occupazionale per il risanamento delle casse e per la proliferazione del clientelismo diffuso. Mentre il capo degli indiani Cochise/Cirielli muove tutte le sue pedine in cerca di utili alleanze tra Washington/Roma e West Point/ Napoli per tenere fuori gioco Toro Seduto/Carfagna già accampa nata sotto le mura longobarde, il colonnello Thursday/De Luca si rinchiudeva nella rocca del forte e stringeva a se tutti i suoi fedelissimi (il cap. Kirby York/Bonavitacola, il ten. Mikey O’Rourke/Landolfi, il serg. Quincannon/Buonaiuto, il cap. Sam Collingwood/Figliulo e il serg. Schattuck/Di Lorenzo) per approntare l’ultima grande resistenza. E’ partito all’attacco, lancia in resta, il sergente Schattuck con accuse farneticanti contro Cochise che gli ha risposto per le rime dicendo: “Ma fa piacere che un uomo di Thursday intende colpirmi giudiziariamente, è la conferma della nostra diversità. Noi siamo pellerossa e lui un bianco”. Il momento decisivo è fissato per mercoledì 29 dicembre 2010, ore 10, (stessa settimana dell’inverno 1875) all’inizio del Consiglio Comunale. Per resistere alla forza dirompente dell’assedio ci vuole un colpo d’ala, la concertazione è rapida, la decisione irrevocabile. Mercoledì mattina all’apertura del Consiglio deve essere riproposta per la sua approvazione la delibera per il cambio di destinazione d’uso di una parte dei terreni destinati alla edificazione del termovalorizzatore che per ragioni di opportunità (e forse di paura!!) era stata ritirata all’ultimo minuto prima del consiglio precedente. E’ bene ricordare che quei terreni furono acquistati con i soldi del Commissariato per l’Emergenza Rifiuti e che per ragioni di velocità furono anche pagati con importi notevolmente superiori a quelli del loro valore commerciale. Per bloccare l’avanzata di Cochise è necessario sottrarre alcuni di quei terreni alla loro naturale destinazione, anche se la cosa è alquanto rischiosa anche sul piano penale. Thursday è convinto, i suoi fedelissimi altrettanto, hanno già chiesto i pareri preventivi al Genio Civile ed alla Soprintendenza che da bravi sudditi li hanno subito concessi. L’approvazione in Consiglio adesso diventa meno problematica, da qui la certezza della compattezza della maggioranza per l’unanimità. Poi la deliberà dovrà passare per forza di cose all’esame di Cochise e dei suoi fedelissimi per il parere di legittimità nell’ambito del PTCP (piano territoriale coordinamento provinciale) che l’Ente avrebbe ancora in fase di studio preliminare. Sicura la susseguente battaglia legale tra Tar e Consiglio di Stato con un risultato sicuro: il blocco del termovalorizzatore e il rinvio della conquista del forte. Finirà così? Niente al momento è certo. Un fatto sicuro, però, esiste: due correnti di pensiero sull’eventuale esistenza o meno di profili di interesse penalistico nella manovra di Thursday/De Luca. Gli amministrati visti di vaglia non hanno una linea comune di pensiero. Nel caso prevalesse la corrente di Cochise/Cirielli per il colonnello ed i suoi sarebbero guai grossi anche a livello giudiziario, nel caso contrario sarà il capo degli indiani a pagare l’alto prezzo del blocco definitivo del termovalorizzatore. E’ un gioco all’ultimo colpo che sul piano squisitamente politico vale, comunque, la pena di giocare fino in fondo. Nel frattempo Cochise vince la prima mossa e spiazza il duo Toro Seduto/Carfagna – Aquila Grigia/Prestigiacomo; con tre voti di scarto il provvedimento che poteva assegnare il termovalorizzatore a Thursday/De Luca ritorna in commissione e crescono le speranze di Cochise.  Su tutti incombe la figura dello sciamano capo dei Cheyenne Aquila Grigia/Caldoro che presto riavrà tutti i poteri già previsti dalla legge.

 

3 pensieri su “Fort Apache/25: la delibera della discordia

  1. L’aspetto drammatico di questa vicenda, peraltro così ben raccontata da Bianchini, è costituito dal silenzio assordante del Palazzo di Giustizia. E’ ben vero che spesso si è vista con sospetto l’azione di supplenza amministrativa esercitata dall’Autorità Giudiziaria, ma – sbaglierò – in questo caso mi sembra che ce ne siano gli estremi. Non è forse vero che sono state impegnate risorse pubbliche, con procedure e meccanismi di urgenza, per poi, addirittura, porre in essere atti di puro ostruzionismo? E non forse vero che la localizzazione dell’inceneritore, fortemente voluta da Thursday-De Luca senza senza uno straccio di studio che la giustificasse, è stata poi osteggiata semplicemente perché teme di non essere lui a dirigere le danze? Ma questo, è un paese civile?

  2. Gradevole la parodia del fortunato film di John Ford. Tuttavia , mettendo da parte i paventati-auspicati risvolti giudiziari poichè al massimo posso parlare di un minimo assai minimo di Politica , vorrei solo segnalare un dato.
    In un epoca nella quale la sola ipotesi di mettere su un territorio qualunque della Campania un termovalorizzatore è fonte di blocchi stradali, occupazioni di binari e sollevazioni di massa occorrerbbe dar riconoscimento alla cittadinanza di quel Comune che , pur indicato , non ha protestato ed anzi ha dato prova di senso di responsabilità e solidarietà civile . Mi pare dunque che la rappresentanza istituzionale di quei cittadini , nella fattispecie il Sindaco pro tempore (oggi è De Luca domani potrebbe essere un altro), debba essere ampiamente partecipe della gestione del termovalorizzatore . De Luca a suo tempo si offrì di farlo a Salerno e Salerno non ebbe nulla da dire ( a parte il legittimo no di alcuni esponenti ambientalisti ). Ora non si può dire a De Luca ed ai salernitani : fatevi da parte perchè sul vostro territorio ci pensiamo noi . Io la penso così , destra e sinistra e centro non c’azzeccano niente . E’ solo questione di buon senso e di riconoscimento . Tutto il resto è noia.

  3. Gent.le dott. Roscia,
    mi permetta – unitamente agli auguri d’obbligo – di farLe notare che nessun meccanismo normativo, né tantomeno le disposizioni di legge che attribuivano la competenza di realizzare i termovalorizzatori alle Province, escludevano la partecipazione, il controllo ed i benefit ai comuni che avrebbero dovuto ospitare gli impianti. Non siamo ipocriti, almeno a Natale. De Luca vuole di più. Sostenendo impunemente che la sua è l’unica amministrazione immune da penetrazioni diciamo “sospette” e/o che è la sola ad avere il know how necessario (questa poi!), vuole appaltare, realizzare e gestire l’impianto. Ed è solo per questi motivi che l’ha fortemente voluto, non certo per solidarietà o comprensione dei problemi regionali.
    Salerno l’ha accettato? I salernitani – narcotizzati da un ventennio di propaganda ed abbagliati dalle luci – accetterebbero qualsiasi cosa.

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