Contro la disoccupazione rincara la prostituzione

di Rita Occidente Lupo

Ancora in molte a non riuscire a mantenere un lavoro dignitoso. La strada, alternativa per poter sbarcare il lunario. A Padova, già dall’estate scorsa, un bel nugolo di apparenti “professioniste”, la sera sul marciapiedi accanto ad immigrate. Mantenendo l’assoluto anonimato con la famiglia e mentendo ai propri figli. Inventandosi una verginità lavorativa, su tutt’altra sponda. Oltre a Limena, zona industriale della patria antoniana, altre aree, in cui poter allentare la guardia dell’agguerrito racket. Nonostante tanti tentativi, d’inserirsi in contesti occupazionali più dignitosi, le porte chiuse dopo mesi di continue richieste. Qualcuna, addirittura estrapola invalidità al 30%, nel pio tentativo d’accedere ad una corsia preferenziale lavorativa. Qualche altra, decisamente ha voltato pagina da un pezzo, riponendo titoli di studio in un cassetto ed optando per belletti e look sexy. La crisi, miete le sue vittime: al modico prezzo di 20 o 40€, prestazioni ordinarie, che non arrogano pretese di  professioniste meretrici. L’inflazione, anche nelle tasche dei clienti, cala il tariffario. La prostituzione, nel nostro Paese sempre più coperta dall’alto bordo d’escort mediatiche, ancora alligna all’ombra anche delle metropoli, non allentando la rete legale, nel disperato bisogno di guadagnare…a qualunque prezzo ed in qualunque modo!