Presepe e Carnevale

foto Ansa

di Rita Occidente Lupo

Ma che sarà mai il presepe? Dall’antica tradizione francescana, dalla culla di Greggio, a San Gregorio Armeni. Dagli antichi pastori del Settecento, alle mascherine antismog contemporanee. Di tutto, di più. La riproposta di un evento, oltre Duemila anni fa, come momento d’attenta riflessione sulla genesi della vita. Sull’esser cristiani, riscattati da un Bimbo nato a Betlemme in una mangiatoia. Occasione per parametrare il proprio cammino, per farsi guidare da una stella, nel mare delle incertezze quotidiane, per giungere alla  salvezza. Questo il significato del sughero e del muschio, delle grotte di ceramica, artisticamente realizzate da scultori e pittori, di quelle in carta o di tante altre che, a gara, nel tempo, hanno gareggiato in creatività. Il presepe, intatto nella sua sacralità. Nel suo silenzio, che avvolge il mistero di un Dio fatto Bambino. Oggi, invece, sembra che anche il presepe stia stretto, nella sua tradizione. Nella sua voglia, di riunire la famiglia, inorgogliendo l’autore, protagonista d’aver riproposto uno spaccato storico intramontabile. Quello eduardiano, senza mezzi termini, rinverdisce l’anima partenopea, che ancora, a San Gregorio, mostra tutto quello che il buon napoletano è ancora capace d’offrire al suo tempo. Ma anche nella via presepiale, fucina di perenni presepi, muta la scena della Natività. Un adeguamento ai tempi. E se l’anno scorso, i componenti della Sacra Famiglia, con tanto di mascherine, per l’influenza letale,  quest’anno, protagonista la monnezza, con tutti i politici. Insomma, il presepe, finisce per diventare un po’ come il Carnevale di Viareggio: ogni anno, carri tematici, a seconda dell’evento. In contro tendenza, invece, il presepe, che non può tramutarsi in uno stralcio attuale. Anche se, in ogni tempo, nasce il Bimbo Gesù. Forse, per qualcuno, la Natività stanca, nell’ essere sempre la solita: Giuseppe, Maria, il bue, l’asinello, in una grotta a vegliare il Bambinello. Di qui l’appello a canovacci diversi, sempre più fantasmagorici, obliando che Cristo, immutabile nel tempo, non cessa di proporre nella nuda povertà, la salvezza a tutti gli uomini di buona volontà!

2 pensieri su “Presepe e Carnevale

  1. ‘O PRESEBBIO
    Com’è bello ‘stu presebbio

    cu ‘e pasture e ‘e pucurelle;

    ‘ncim’’a grotta ‘e stelletelle

    cu ‘a cumeta p’allummà.

    ‘E Rre portano ‘a ll’Oriente

    tanti ‘nferte, cu presiente

    d’oro, mirra, ‘ncienze, argiente

    e capriette ‘a cucenà.

    ‘O bambino ricciulillo

    squacquarèa ‘nt’’o munno ‘nguerra.

    Vi’ che trova ‘ncopp’’a Terra:

    ladre , droga e ‘nfamità.

    Trova pure ‘ati presebbie

    addò morene ‘e bambine

    pe’ ddue solde ‘e mmerecine

    e scarzezza d’’o mangia’.

    Alfredo Varriale

  2. Complimenti Alfredo,per la tua poesia.Mentre la leggevo l’ho immaginata recitata da Eduardo de FIilippo. La trovo suggestiva,anche se con l’amarezza che “o’ presebbio ‘ncoppa a sta terra è nu presebbio e’lacrm'”:probabilmente nella “stalla” Gesù bambino non troverà calore, perchè non troverà più calore nel cuore degli uomini,forse non troverà più nemmeno un bue e un asinello disposti ad aspettarlo..L’importante però è non rassegnarsi a tutto ciò e impegnarsi fino all’ultimo, anche a dispetto di ogni evidenza, a mantenere viva dentro di noi la sola fiammella che dà calore, quella dell’Amore , unica vera essenza della vita..Solo così si può ancora sperare di accenderne delle altre , tante altre..!Tale per me è il significato del NATALE e voglio viverlo con questo impegno.

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