Fisciano: Unisa in Vendita, il perché della nostra protesta

Unisa in Vendita è solo uno dei tanti gruppi dell’università degli studi di Salerno che sta organizzando, in questi giorni, incontri informativi sul disegno di legge Gelmini, flash mob ed ogni sorta di iniziativa possibile per il coinvolgimento e l’informazione degli studenti. Il gruppo non è rappresentato da nessun colore di carattere politico, piuttosto, è composta da un eterogeneo gruppo di studenti, unito dalla volontà di apportare un cambiamento tangibile all’attuale situazione universitaria. In vista del 14 Dicembre, giorno in cui il Governo dovrà ottenre la fiducia per proseguire il suo mandato, gli Studenti, i Professori, Ricercatori ma anche cittadini qualsiasi che vogliono credere in un’Università pubblica che miri a qualità, cultura ed efficienza stanno organizzando per quel giorno, una manifestazione cittadina, che potrebbe creare disagio ai cittadini. Per questo, hanno deciso di scrivere una lettera aperta a tutti i cittadini, per scusarsi dei disagi e per spiegare i motivi che li costringono a manifestare: in una città che da sempre ha una maggioranza di sinistra, sono sicuri che i cittadini si schiereranno al loro fianco, comprensivi e attivi come sempre. Alla cittadinanza di Salerno e provincia. E’ da tempo ormai che si sente parlare dei giovani e delle loro proteste contro una riforma, che a parere di molti, si offre come mezzo meritocratico, per guidare gli atenei italiani fuori dall’oscuro baratro nel quale sono collocati, entrando a far parte, finalmente, nelle graduatorie di benemerenza delle migliori università del mondo. Noi giovani, intanto, siamo stati dipinti come contestatori fannulloni, perditempo, facinorosi vigliacchi aizzati da questo o quel movimento di sinistra, burattini manovrati da gente senza scrupoli, che la meritocrazia, la riforma non la vogliono. Insomma noi ingenui studentelli avremmo seguito le favole di professori e ricercatori con il fumo negli occhi, combattendo contro qualcosa che in realtà non ci avrebbe lesionato. Epiteto, filosofo e storico greco diceva: “Solo l’uomo colto è libero”, ora, se assumiamo la parola cultura come “sapere”, vi assicurerò che la nostra scelta è stata presa coscienziosamente, valutandone ogni più piccolo dettaglio, pesando e dando la giusta rilevanza ad ogni cosa. Una delle decisioni del nostro gruppo, nonché delle nostre iniziative è stata quella di organizzare incontri chiarificatori, guidati da persone esperte nella scienza politica. Meeting nei quali, chiunque avrebbe potuto comprendere la vera essenza del disegno di legge Gelmini, analizzandone i punti cardine, senza polemizzare, senza prese di posizione, semplicemente conoscere, informare ed informarsi, per poi dare luce ad una riflessione comune. Perché protestiamo? Bene, la risposta è semplice, noi chiediamo che l’università sia riformata, ma, allo stesso tempo, non vogliamo che questo processo sia dovuto alla decisione di eseguire la “volontà testamentaria” di Tremonti. L’Università è un ente pubblico, la cui amministrazione è, sostanzialmente, affidata allo Stato, che si è assunto il dovere di formare gli individui e renderli attivi e consapevoli della realtà che li circonda. Si metterà in discussione il principio costituzionale in base al quale i cittadini, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, previsto dall’articolo 34 della Costituzione Italiana. Per tutte queste ragioni e molte altre ancora cerchiamo di far sentire la nostra voce, continuando nella nostra protesta, che speriamo possa divenire anche vostra. Per chi non potrà recarsi a Roma il prossimo 14 Dicembre, saremo mobilitati anche a Salerno, dove manifesteremo la “fiducia” che noi non abbiamo nei confronti dell’operato del Governo: ci scusiamo per questo con tutti i salernitani, che si troveranno colpiti magari dalla protesta, i lavoratori e le lavoratrici che potrebbero trovare traffico per andare a lavoro, le mamme o i papà che faranno tardi per andare a fare la spesa: noi vi chiediamo scusa. Ma non possiamo stare a guardare mentre viene distrutto il diritto fondamentale all’istruzione, sotto i nostri occhi. Manifesteremo anche per Voi e per i Vostri figli, per i loro figli e per i nostri nipoti, per le generazioni che verranno e potranno avere una Università di qualità, vicina agli studenti e lontana alle logiche di mercato squisitamente legate agli utili. Da uomini liberi ad uomini liberi, lanciamo questo appello per la salvaguardia di un bene prezioso, il sapere, che non può né deve essere mercificato. Se vorrete essere al nostro fianco, alle ore 10.30 circa di Martedì 14 Dicembre 2010 ci recheremo presso la Stazione delle Ferrovie dello Stato per mostrare il nostro dissenso: accoglieremo chiunque, di chiunque fede politica, credo religioso, sesso e cultura. L’ultima battuta voglio lasciarla ad uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De Andrè, che nella “Canzone del maggio” cantava così: “E se vi siete detti non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti”.
Gli studenti di Unisa in Vendita