Ritratti Africani: bambini della scuola materna di Nefa

Padre Oliviero Ferro

Sono le sette del mattino e li vedi che,con la loro borsetta sulle spalle, e accompagnati dai fratelli e sorelle più grandi o da qualche mamma, vanno alla scuola materna. Sono i bambini di Nefa,in Camerun. Sono più di cento che la frequentano. Si sono svegliati presto,non hanno mangiato niente e stanno correndo per arrivare in tempo. Sulla porta della scuola li aspetta la direttrice e le altre due maestre. Qualcuno sta piangendo,mentre la mamma lo lascia,perché deve andare a lavorare nei campi. Altri invece,cominciano a giocare e a correre. La direttrice saluta tutti e li fa mettere in fila,prima di entrare. Sono tanti e simpatici. A guardarli, ti verrebbe da pensare tante cose. Magari ai loro coetanei dell’Italia che vanno accompagnati in macchina dai genitori fin sulla porta della scuola,con gli zainetti firmati e con la merendina kinder brioss. I nostri amici tutto questo,magari se lo sognano. Entrano in classe e si mettono in cerchio per la preghiera e per cantare insieme. Poi cominciano le attività. Imparano a scrivere le prime lettere,a fare dei disegni, l’igiene personale. Insomma tutto quello che li può aiutare a crescere. Ogni tanto qualcuno si addormenta. E’ stanco e forse perché ha aiutato la mamma nelle faccende di casa. Magari ha ancora lo stomaco vuoto e fa fatica a stare sveglio. La maestra cerca di risvegliarlo,ma capisce i problemi di questi bambini. Anche lei è una mamma. A metà mattina, finalmente un po’ di pausa. Si gioca, ci si rincorre e magari si mangia qual cosina in compagnia. Poi si riprendono le attività fino alle tre del pomeriggio(in mezzo anche un riposino che non fa male). Finalmente si riprende la strada per casa. Chissà cosa avrà preparato di buono la mamma? Sarà già tornata a casa? Se no la sorella più grande gli darà qualcosa da sgranocchiare. C’è sempre qualche arachide nascosta da qualche parte. Poi via a giocare,così la fame passa(almeno si spera). Quando arriva la mamma,tutti le vanno incontro con gli occhi che parlano. Sono contenti di vederla,ma  lo saranno di più quando avranno mangiato insieme.