Telemedicina, con Bellizzi Ariano all’avanguardia

 “La telecardiologia e le cardioambulanze hanno salvato moltissime vite portando, grazie al lavoro del direttore Gennaro Bellizzi, l’Unità operativa di Cardiologia di Ariano ad essere la punta avanzata di un ospedale che deve rappresentare un’eccellenza per questo territorio. E per questo ora ci aspettiamo che l’attuazione compiuta del nuovo piano sanitario faccia arrivare alla struttura ufitana quei mezzi e quelle ulteriori apparecchiature che la possano realmente qualificare come un DEA di secondo livello”. Così il Consigliere regionale Ettore Zecchino, intervenuto nell’ambito della tre giorni organizzata dall’Unità Cardiologica dell’Ospedale di Ariano Irpino che si chiude oggi 29 novembre con le conclusioni scientifiche affidate a specialisti del calibro di Indolfi, Gaita e Scherillo.“Credo sia stata fondamentale la presenza del prof. Calabrò– sottolinea Zecchino – che consideriamo il nostro principale interlocutore politico. E’ soprattutto a lui che dobbiamo tutte le migliorìe e gli adattamenti vincenti operati sul piano ospedaliero per correggere misure che, probabilmente, risentivano di un deficit di conoscenza del territorio che invece l’apporto di Calabrò è riuscito a compensare. Non si è mai sottratto al confronto e se l’ospedale di Ariano non solo si è salvato, ma addirittura cresce, lo dobbiamo anche a lui, che peraltro si è battuto con forza per Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi. Da Calabrò – prosegue il Consigliere – ci aspettiamo ancora molto in questa seconda fase del riassetto, a cominciare dall’arrivo all’ospedale di Ariano della risonanza magnetica. Ho aderito, è proprio il caso di dire, di vero cuore a questa tre giorni – conclude Ettore Zecchino – perché l’ospedale di Ariano è una realtà di altissimo livello, passata dalla medicina generalista a quella ultraspecialistica in pochi anni, grazie a figure meritorie come lo storico primario Felice Martino, che negli anni ’90 seppe gettare le basi di un centro all’avanguardia, e naturalmente come Oto Savino, che incarna un presente di cui essere giustamente orgogliosi”.