“Luce del mondo” condanna pratica omosessuale

  di Rita Occidente Lupo

“La luce del mondo” , per dettare coordinate più chiare in materia di morale e di fede. Papa Ratzinger, intervistato dal giornalista bavarese Peter  Seewald, suo vecchio amico, in questa terza fatica letteraria, accenta il ruolo dell’omosessualità, in seno alla Chiesa. Per quanto attiene i comportamenti da adottare: l’omosessualità “una grande prova, di fronte alla quale una persona può trovarsi; così come può sopportarne altre. Ma non per questo diviene moralmente giusta”. Se qualcuno presenta delle tendenze radicate omosessuali – ed oggi ancora non si sa se siano effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza, deve vivere una prova “. Già l’argomento, scottante con il filosofico Wojtyla, che in Amore e Responsabilità, affrontò il ruolo dell’amore, unitivo e procreativo. La capacità di tale sentimento, dono e non utilizzo del corpo dell’altro. Di qui l’apertura alla procreazione responsabile. Con Ratzinger, la stessa linea. Al di là di chi recentemente aveva quasi intravisto, nel parlare di utilizzo del condom, a scopo preventivo ed in casi eccezionali, un’apertura della Chiesa anche alle spinte più laiche della contemporaneità. Ratzinger s’appella al sesto comandamento del Catechismo ed enuncia il disordine che sussiste nella sessualità omo. La Chiesa accoglie la diversità, l’integra, ma non concede il sacramento dell’ordine a tali persone. Inoltre  non accetta minimamente che la “depravazione”, così come si legge nel Catechismo, possa legittimarne la sessualità. Nessun passo avanti dunque, ma con la Luce del Mondo, più che mai la verità di sempre: osservanza del decalogo senza eccezioni!

Un pensiero su ““Luce del mondo” condanna pratica omosessuale

  1. Mah! più che di “condanna” esplicita si legge di aria fritta. Qui il vero castigatore degli omosessuali è Don Marcello Stanzione.
    eno male che, a differenza di Don Stanzione, il nostro “vicario di Cristo” il tema della pedofilia lo ha trattato e con un certo coraggio.
    Questa volta, Direttrice, complimenti per l’editoriale.
    Con i miei migliori saluti
    Giangatone

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