La verità di Ali Agca

di Rita Occidente Lupo

Qualcuno, all’epoca, come di solito avviene dinanzi a fatti strepitosi o a calamità, rispolverò le centurie di Nostradamus. Correva il 13 maggio ’81: l’uomo vestito di bianco, come poi scritto nel terzo segreto da suor Lucia, accasciato al suolo per mano di Ali Agca, l’ex” lupo grigio”. Da allora, indultato in Italia dopo 19 anni, altri dieci dietro le sbarre per altri crimini. Ora, finalmente libero e scrittore. Le motivazioni che avrebbero armato la sua mano, nel mandatario Agostino Casaroli. La stessa cupola bianca, quindi, avrebbe “commissionato” l’attentato, che non doveva esser letale. Continue le dichiarazioni, le rivelazioni che Agca in questi anni ha rilasciato non solo per la morbosità mediatica. Ora, in un volume, ancora altri dettagli sul famoso attentato a Papa Wojtyla. Che quando andò a visitarlo in carcere, oltre ad ascoltare le sue pene umane, non fu catturato dal voler conoscere di più sulla vicenda. Due religioni, Islam e Cristianesino, a confronto: due uomini in gioco, Wojtyla ed Ali. Ora, “il lupo grigio”, perde il suo pelo taciturno. E racconta, scrive sugli insospettabili, su quelli cioè che non hanno mai avuto un ruolo primordiale nella vicenda, essendo restati dietro le quinte a lungo, da effettivi responsabili. Tanti particolari dunque, che rendono stimolante la pubblicazione, corredata di ampi retroscena. Ma stavolta sarà questa la verità, non solo di Ali?

3 pensieri su “La verità di Ali Agca

  1. Nel leggere il suo editoriale sull’attentato al Papa, ho rispolverato la mia memoria dei fatti e ho ritrovato uno dei tanti commenti che ne seguirono; di seguito uno di questi, pubblicato da Radio Maria:
    ” Non lo dice esplicitamente, ma lo fa capire. L’attentato del 13 maggio 1981, compiuto da Alì Agca, fu «commissionato» e fu opera di «una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza, scatenatesi nel XX secolo». Lo scrive Giovanni Paolo II nel suo ultimo libro, Memoria e identità, in cui s’intuisce che il sospetto del Papa è quello più diffuso: la mano che armò l’attentatore era una potenza, ostile ad un pontefice che voleva smantellare l’impero sovietico. «La sopraffazione – spiega – fu praticata dal fascismo e dal nazismo, così come dal comunismo». E raccontando il suo colloquio del 1983 con Agca in carcere, scrive: «Alì Agca, come tutti dicono, è un assassino professionista. Questo vuol dire che l’attentato non fu un’iniziativa sua, che fu qualcun altro a idearlo, che qualcun altro l’aveva a lui commissionato».”

    Da questa deduzione di Papa Giovanni Paolo II, mi nacque una domanda
    alla quale non seppi abbinare una risposta soddisfacente.
    Nel colloquio riservato, che il Papa ebbe a Rebibbia nel 1983 con il suo attentatore,Agca pone una domanda:
    «Santo Padre, mi dica… Come ha fatto a salvarsi?»
    Giovanni Paolo II, in più occasioni ha ribadito questa risposta:
    « Agca sapeva come sparare, e sparò certamente per colpire. Soltanto, fu come se qualcuno avesse guidato e deviato quel proiettile».
    La mia domanda invece era ed è rivolta all’attentatore.
    Come può un killer professionista, con qualifica di tiratore scelto (questo era all’epoca il turco Ali Agca), giungere a tre metri dall’obiettivo programmato,sparare più colpi e non colpire mortalmente il bersaglio ?
    Risulta infatti che tutte le pallottole colpirono il Papa dall’ombelico in giù. Sembra quasi che nel limitarti a ferire il Papa hai centrato la tua missione.
    Ali, quella missione per te ha avuto esito positivo o negativo ?
    In pratica, hai riscosso il compenso concordato o no ?
    Oggi io credo che coloro che lo avevano assoldato per quella missione,lo hanno anche saldato.Infatti, ha cambiato arma, ma continua a sparare, adesso fa lo scrittore, usa la penna.
    Alberto da Giffoni

  2. uel nefasto giorno del 13 Maggio del 1981 poteva divenire anche un giorno luttuoso: Quel giorno mia moglie e mia figlia si trovarono appunto in quella piazza pe applaudire il grande e amato Papa Wojtyla; erano in quella piazza del Vaticano per via di una gita scolastica della classe di mia figlia. Mia moglie mi racconta che quella piazza era letteralmente gremita, e chi non aveva una statura più alta del normale non riusciva a vedere al di là della propria statura. Tutto ad un tratto, anche mia moglie e mia figlia sentirono tre spari. Fu proprio questo il momento più tragico, un’attimo dopo non si capiva più nulla tra l’mmane confusione che ne seguì.Fu un momento di grande apprensione , di paura e di dolore verso ciè che era capitato al Santo padre. Mia moglie e mia figlia non dimenticheranno mai quel tragico momento
    Cordialità

  3. “Libero e scrittore …”. Speriamo che Lupo grigio ci dia il paradigma completo del verbo “indultare” coniato dalla Direttrice. Per il resto, ai profeti si fa dire quello che si vuole.
    Sempre i miei complimenti allo stile comunicativo della Direttrice sperando che il “pelo taciturno del Lupo” (sic!) diventi ciarliero come quello di “Lupo Solitario”.
    COn i migliori saluti
    Giangastone

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