Sanza: una valanga di fango e pietre ha sepolto il “Sentiero della Fede”

Lorenzo Peluso

Il miglioramento delle condizioni atmosferiche che sta interessando in queste ore il basso salernitano, fa emergere gli enormi danni causati dall’ondata di piogge torrenziali riversatesi la scorsa settimana anche sul Vallo di Diano. Non solo gli allagamenti causati dalla piena del Tanagro tra Sala Consilina e Polla. Enormi i danni causati da una valanga di terra e pietrame che ha interessato la parte iniziale del “sentiero della fede” che da Sanza porta al Monte Cervati. Un sentiero millenario che lo scorso anno era stato oggetto di alcuni lavori di risistemazione e regimentazione delle acque. La furia della valanga d’acqua e pietre ha letteralmente spazzato via oltre quattro chilometri di cunette e muretti in pietra nonché l’intero piano di calpestio, creando in alcuni punti veri e propri canyon profondi oltre due metri. Una danno enorme anche in considerazione che le migliaia di metri cubi di pietrame hanno in più punti invaso decine di appezzamenti di terreno, marginali al sentiero, coltivati con pregiati ulivi del Cilento. I lavori effettuati lo scorso anno, effettuati proprio per regimentare le acque e per migliorare la percorribilità de sentiero, lungo oltre quattordici chilometri, che ogni anno viene percorso da migliaia di fedeli che, a spalla come da oltre un millennio, portano la statua della Sacra Vergine Maria della Neve sino in vetta alla montagna più alta della Campania, il Monte Cervati, a quota 1898 slm. Immediatamente a lavoro l’amministrazione comunale ed i tecnici del Comune e della Comunità Montana Vallo di Diano che stanno quantizzando i danni  con la redazione di una precisa relazione tecnica che sarà sottoposta all’attenzione del Commissario Straordinario Cosenza che dovrà coordinare i lavori e gli aiuti che saranno erogati ai territori del salernitano a seguito dello stato di calamità decretato dal Governo nazionale lo scorso diciotto novembre. La speranza ora e che altre zone, più a monte, sicuramente meno accessibili, e non ancora esplorate, non abbiano subito danni della stessa entità; con il concreto rischio che anni di lavori di sistemazione e recupero di uno dei sentieri culturali e naturalistici più importanti del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sia completamente distrutto.