Paestum: XIII BMTA, l’allarme del direttore degli Scavi di Paestum

  “Anche dopo un evento terribile come il terremoto si può restituire un centro storico alla comunità. Noi a Buccino abbiamo dimostrato che si può fare, operando una messa in sicurezza con l’allora nuova prassi dell’archeologia urbana. Il Parco dell’Antica Volcei potrebbe essere d’esempio per l’Aquila”. Così oggi alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Giuliana Tocco nel tracciare le conclusioni dell’ArcheoIncontro “A trent’anni dal terremoto dell’Irpinia: le conquiste dell’archeologia” a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta, che lei stessa ha diretto dal 1985 al 2008. “In un momento così tormentato – ha proseguito – ciò che emerge con più forza è il ruolo dell’importanza della competenza. I casi presentati oggi (Conza della Campania, Volcei e Benevento) dimostrano che sia nella fase immediata della gestione di un’emergenza, sia in fase di raccolta preventiva, se ci sono a disposizione i fondi, Soprintendenti e funzionari Archeologi sono in grado di mettere in campo competenze manageriali. Ma solo con queste non si fa nulla, come comprova quello che è accaduto a Pompei: un puro manager non può sapere quando e quanto investire in tutela di un Sito. Le nostre competenze tecniche specifiche sono imprescindibili”. Dall’emergenza del passato al presente, Marina Cipriani Direttore del Museo Nazionale e degli Scavi Archeologici di Paestum a margine dell’incontro si è soffermata sui problemi causati dall’esondazione della Foce Sele, anzitutto rassicurando che l’Area Archeologica non corre pericoli. “Del  resto – ha sottolineato –  i tre Templi godono di un monitoraggio annuale fatto dall’Istituto centrale per il restauro in collaborazione con la Soprintendenza. Certo avremo il problema di tagliare l’erba che purtroppo, con i tempi che corrono, per noi non è da poco. La manutenzione resta una delle questioni più incresciose”. Per quanto riguarda invece il Museo Narrante di Hera Argiva, danneggiato dall’acqua soprattutto nell’impiantistica, la Cipriani ha tenuto a sottolineare che “il danno non era prevedibile, anzi ancora non ci spieghiamo come mai ciò sia accaduto terminata la grande pioggia. Un incidente che non può essere imputato ad una mancanza di conservazione da parte nostra, bensì nel problema più ampio che riguarda i canali di bonifica”. Sui tempi, dalla messa in sicurezza alla riapertura del Museo “non c’è certezza – ha spiegato – considerato che si dovrà attendere la risposta della Direzione Regionale cui abbiamo già trasmesso la richiesta di pronto intervento urgente”. Una prima quantificazione del danno? Cinquanta – 60 mila euro” ha aggiunto la direttrice specificando che al momento il museo è stato già ripulito dal fango ed è presidiato “per evitare sciacallaggi”. Sul tema della manutenzione la Cipriani è ritornata a parlare nel pomeriggio nel corso della tavola rotonda promossa dalla Confederazione Italiana Archeologi “Crisi economica e Beni Culturali: Analisi e proposte”. “Il problema – ha dichiarato – è che c’è una grossa forbice tra i fondi istituzionali e i fondi straordinari. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto consistenti finanziamenti europei grazie ai fondi strutturali por Campania, ma vincolati da una spendibilità in tempi ristrettissimi e legati solo alla realizzazione di interventi, non alla loro conservazione. Con questi fondi a Paestum abbiamo realizzato una serie significativa di opere, dal restauro delle Mura orientali dell’Area Archeologica, con la creazione di un percorso interno ed esterno, al restauro di ben 400 lastre affrescate sulle tombe. Il punto è che non abbiamo i fondi per la loro manutenzione, a causa dell’irrisorietà dei fondi istituzionali. Per non parlare della carenza di personale, aggravata dal fatto che la maggior parte del personale è prossimo all’età pensionabile e che non c’è certezza sul rimpiazzo”. Si è tenuto a Paestum, nell’ambito della XIII Borsa Internazionale del Turismo Archeologico, il IV Meeting Internazionale delle testate Archeologiche sul tema: “Patrimonio culturale: conservazione e comunicazione, una sfida globale”. L’evento è stato organizzato dall’ICCROM in collaborazione con il magazine italiano Archeo. Hanno partecipato il direttore dell’ICCROM Mounir Bouchenaki, il capo redattore di Archeo Andreas Steiner, il direttore del Dipartimento per lo Sviluppo culturale, dei Musei e delle Norme Patrimoniali della Cambogia Kérya Chau Sun, il vice presidente dell’Associazione Amici di Angkor Ecole Francaise de Rome Martine Boiteux, il coordinatore nazionale per la Conservazione del Patrimonio Culturale, Istituto nazionale di Antropologia e Storia del Messico Lilia Rivero Weber. Hanno preso parte all’incontro direttori e redattori capo delle più importanti riviste d’Europa: Archeologia Viva. ArcheoNews, Civiltà, Clio, Focus Storia, Storica.