Salerno: Provincia, collegi elettorali da shock

Aldo Bianchini

Sulla scorta dell’art. 2 della Legge 26 marzo 2010 n. 42 la Prefettura di Salerno ha proceduto al primo studio sulla ridefinizione delle circoscrizioni dei collegi elettorali provinciali. L’altro giorno ne ha discusso il Consiglio Provinciale per fornire un “parere non vincolante”, e quindi solo consultivo, sul lavoro svolto dalla stessa Prefettura che dovrà rispondere al Ministero degli Interni – Dipartimento per gli affari interni e territoriali- entro il 30 ottobre prossimo. Il provvedimento di ridefinizione dei collegi elettorali provinciali è una esigenza generale del Paese nell’ottica dei possibili tagli mirati diretti al contenimento complessivo della spesa che in alcuni casi e per determinati collegi è apparso, ai tecnici ministeriali, alquanto evidente e superabile. Lo stesso Ministero, però, ha avvertito tutte le Prefettura che la nuova ridefinizione “deve conformarsi ai requisiti tra loro concorrenti della contiguità territoriale, dell’equilibrio demografico e della omogeneità di struttura geo-economico-sociale”. Ad occhio e croce non ci sarebbe nulla da eccepire in quanto alle intenzioni serie e severe dei ministeriali. Quando si tenta di abbassare i costi nell’ambito generale del contenimento della spesa pubblica tutto deve essere esaminato nella massima serenità e con le migliori intenzioni. Così, purtroppo, non è stato per la provincia di Salerno o, per meglio dire, della Prefettura di Salerno, che verosimilmente non ha tenuto conto che la nostra provincia è caratterizzata da una forte disomogeneità sia territoriale che di distribuzione della popolazione. Eppure lo stesso funzionario incaricato, dr. Di Vito –dirigente area II bis-, queste problematiche se le è poste proprio tutte, aggiungendo anche che la vastità del territorio sproporzionato tra il sud e il nord anche per quanto riguarda l’intensità abitativa che si riflette sulla situazione socio-economica complessiva. Nel provvedimento del funzionario non viene, però, citata la storicizzazione dei predetti collegi che hanno retto molto bene alla prova del tempo anche dal punto di vista dell’immutabilità di certe situazioni strutturali del territorio che non consente, nella sua complessità, di omogeneizzare neppure il dato numerico della popolazione. Sulla base di queste considerazioni alcune scelte proprio non convincono e lasciano pensare ad una distratta ovvero ad una cattiva conoscenza del territorio da parte di chi ha riassemblato i perimetri dei collegi. Inserire, ad esempio Acerno nel collegio n.6 (Campagna) con un paese come Buccino che da Acerno è praticamente irraggiungibile, per come è l’attuale rete stradale,  è come dire ai candidati di quel collegio di doversi dotare di un elicottero per sorvolare le montagne più rapidamente e poter fare campagna elettorale in maniera dignitosa. Scippare Acerno al suo collegio naturale, che è quello di Montecorvino o di Battipaglia, vuol dire anche aumentare i costi e non contenerli. Come, per continuare, inserire Giffoni V.P. nel collegio di Pontecagnano significa togliere il consiglire provinciale a Giffoni che elettoralmente certamente soccombe a Pontecagnano. Lo stesso sconvolgimento del collegio n.22, inerente il Salerno III-Baronissi, lascia perplessi, così come l’inserimento del paesino di Ricigliano (alta valle del Sele) nel collegio n. 27 di Teggiano-Polla che è nel pieno del Vallo di Diano. Ma gli errori sarebbero ancora tanti, e non è il caso di ricercarli tutti. In consiglio provinciale, questa è la notizia del giorno, se ne è discusso anche ampiamente. Il PD ha addirittura presentato, sotto la forma della mozione d’ordine, un nuovo organigramma che dovrebbe correggere almeno tutti gli errori più evidenti per consentire alla Prefettura di inviare a Roma una nuova mappatura dei collegi sempre che il parere, o i pareri, dei vari gruppi consiliari verranno tenuti nel giusto conto dal funzionario tecnico che nella stesura dei collegi ha dimostrato, quanto meno, una scarsa conoscenza del difficile territorio provinciale. Il tempo è poco, ma già da qualche parte sono giunte notizie su un possibile  allungamento dei tempi anche perché le prossime elezioni provinciali a Salerno ci saranno nel 2014.